Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Strutture presenti nelle ovaie in numero variabile da cui si libera l'ovulo durante la fase dell'ovulazione. Forma, dimensioni e struttura dei follìcolo ovàrico mutano nelle diverse fasi dello sviluppo corporeo e, dopo la pubertà, a seconda della fase del ciclo mestruale.
Centro primario e più importante di un processo patologico. Termine usato in medicina per indicare processi patologici localizzati e circoscritti che fanno sentire la loro azione dannosa su tutto l'organismo. Tali sono per esempio i focolai di infezione cronica che si possono instaurare a livello delle tonsille o delle radici dei denti, e che possono causare danni a livello del cuore o del rene.
Si parla di foci infiammatori per esempio nel caso delle tonsille o di granulomi apicali dentari che fungano da zona di permanenza di processi infiammatori cronici e latenti, dalla quale sono immesse nel circolo sanguigno o linfatico minime cariche batteriche. Talvolta si usa il sinonimo focolaio.
Deformità congenita caratterizzata dalla mancanza, totale o parziale, del segmento di un arto più prossimo al tronco. Lo sviluppo di mani e piedi risulta pressoché normale. Può essere ereditaria o causata da sostanze tossiche assunte dalla madre durante i primi mesi di gravidanza, da traumi o infezioni subiti dal feto.
Psichiatra Firenze
La Fobia Sociale costituisce un Disturbo molto frequente e da sempre conosciuto con il termine di timidezza e associato a un particolare carattere psicologico dell’individuo. In alcune persone l’entità delle manifestazioni di ansia e paura possono risultare sproporzionate rispetto all’importanza della situazione che deve essere affrontata, determinando un disagio marcato e delle limitazioni funzionali; si parla in tal caso di ansia sociale patologica o fobia sociale (FS). Nella realtà clinica i disturbi legati alla presenza di livelli elevati di ansia sociale sono disposti lungo un continuum che va dalle semplice timidezza a quadri clinici complessi e invalidanti. La ricerca psichiatrica e neurobiologica attuale lega inestricabilmente tale disturbo a un più complesso quadro sindromico e la include oggi all’interno dei Disturbi Affettivi: Ansia e Depressione.
Altri termini come timidezza, sensitività interpersonale, inibizione comportamentale son utilizzati spesso per indicare esperienze nelle quali sono presenti livelli elevati di ansia sociale. La timidezza è in genere una caratteristica temperamentale stabile, presente fin dall’infanzia, mostra numerosi aspetti in comune con l’ansia e la Fobia Sociale. I contesti in cui si presenta sono gli stessi, come pure le manifestazioni cognitive e neurovegetative. Secondo alcuni le condotte di evitamento sono meno gravi e costanti, mentre secondo altri la distinzione sarebbe solamente quantitativa.
La sensitività interpersonale designa la tendenza alla sopravvalutazione del giudizio degli altri, con un esagerato timore di essere respinti, rifiutati o criticati ( i “sensitivi” di Kretschemer che sviluppano il “delirio di rapporto sensitivo”). L’inibizione comportamentale si riferisce alle difficoltà, all’impaccio, talora alla paralisi, che si verificano nel porre in atto i comportamenti richiesti in contesti sociali.
La Fobia Sociale è caratterizzata dalla paura e dall’evitamento di situazioni nelle quali l’individuo è esposto al giudizio degli altri, per il timore di mostrarsi imbarazzato, di apparire ridicolo e incapace o di comportarsi in modo goffo, inopportuno e umiliante.
Il disturbo è relativamente comune, se così definito, ha un decorso cronico, talora invalidante, e si associa frequentemente a complicanze, quali depressione, abuso di alcool e condotte suicidiarie
Le categorie diagnostiche utilizzate per le manifestazioni patologiche legate all’ansia sociale sono oggi ampiamente dibattute.
La diagnosi di Fobia Sociale riunisce sotto una stessa etichetta:
1) -La fobia di situazioni specifiche come la paura di parlare di fronte a un uditorio (Public Speaking) o mangiare o scrivere in pubblico
2) -L’ansia sociale di tipo generalizzato ( presente in tutti i contesti che richiedono una interazione con gli altri).
L’Ansia Sociale di Tipo Generalizzato appare in continuum con la timidezza e l’inibizione comportamentale. Queste sono meglio definite come tratti temperamentali, caratteriali o di PERSONALITA’ e si definisce: Disturbo Evitante di Personalità (D.E.P) descritto da Millom (1969) è caratterizzato dalla riduzione dell’assertività e dalla resistenza a entrare in contesti che comportino un coinvolgimento interpersonale, indipendentemente dall’evitamento di situazioni specifiche. Questo profilo psico-comportamentale sembra abbastanza indipendente dall’ansia di performance, spesso limitata a compiti particolari eseguiti mentre si è osservati. Al contrario gli individui con DEP sembrano incontrare difficoltà in molte circostanze interpersonali e sociali, tendono a condurre una vita ritirata, talora di isolamento. Con DEP si tende a definire un profilo comprensivo e globale di funzionamento dell’individuo, il quale non sempre giudica esagerati e irrazionali i propri timori (parziale INSIGHT). Il sovrapporsi delle definizioni e dei criteri di diagnosi ha portato a ritenere che , in molti casi, Disturbo Evitante di Personalità e Fobia Sociale rappresentino lo stesso disturbo osservato da punti di vista differenti.
Attraverso una attenta disamina effettuata attraverso gli strumenti della psicopatologia descrittiva, su cui si basa l’osservazione clinica psichiatrica, l’interesse odierno si è spostato sulla psicopatologia funzionale che lega i sintoni a precise alterazioni cerebrali.
Il processo di distrofia cellulare neurale responsabile della genesi del Disturbo Affettivo è reversibile e guaribile in modo stabile e definitivo con una corretta terapia a termine con antidepressivi triciclici a dosaggio minimo efficace. Le Neuroscienze hanno portato un contributo fondamentale alla fisiopatologia e alla terapia dei disturbi mentali. Grazie al recente notevole sviluppo della neurofisiologia, biochimica, neuroendocrinologia, genetica e psicofarmacologia si è determinato un sostanziale progresso nella conoscenza dei substrati biologici dello psichismo e dei meccanismi di base della patologia mentale, che ci sta consentendo di elaborare suggestive ipotesi interpretative. Un contributo fondamentale è stato offerto dalla psicofarmacologia, che ha aperto una finestra privilegiata sul funzionamento del cervello: gli psicofarmaci consentono non solo una fine dissezione biochimica del cervello, ma anche di mettere in luce alcuni meccanismi di base del funzionamento cerebrale, difficilmente postulabili senza il loro intervento, di chiarire sempre meglio le alterazioni in causa nelle malattie mentali e di indirizzare gli studi verso sostanze psicotrope sempre più attive e terapeuticamente efficaci.
Alla luce di quanto detto risulta evidente che il corretto approccio alla Fobia Sociale oggi è da attuarsi tramite una corretta sequenziale: un intervento farmacologico corretto e contemporaneamente un intervento psicoterapeutico.
La fobia è una paura estrema, irrazionale e sproporzionata per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia e con cui gli altri si confrontano senza particolari difficoltà psicologiche.
Farmaci
Flixoderm, Flixonase, Flixotide, Fluspiral.
Indicazioni
Viene usato nel trattamento delle manifestazioni infiammatorie e del prurito nelle dermatosi cortisono-sensibili e per controllare l'evoluzione della malattia asmatica e delle condizioni di broncostenosi. In otorinolaringoitria è usato nella profilassi e nel trattamento delle riniti allergiche stagionali e croniche come ad esempio la febbre da fieno e delle riniti vasomotorie.
Controindicazioni
Controindicato in caso di ipersensibilità individuale verso i componenti del farmaco. Durante la gravidanza la somministrazione è utile solo nel caso in cui i benefici possibili per la madre sono superiori alle possibilità di rischio a carico del feto e non si conosce l'eventuale passaggio nel latte materno. Se ne sconsiglia anche l'impiego in bambini di età inferiore a un anno. Controindicato anche in soggetti con acne rosacea e vulgaris, dermatite periorale, infezioni primarie virali della pelle, prurito anogenitale, lesioni cutanee micotiche o batteriche.
Interazioni
Non sono conosciute interazioni con altri principi farmaceutici.
La flussimetria, o velocimetria Doppler, e' una delle tecniche ecografiche che consentono al medico di valutare lo stato di benessere fetale. Questo esame utilizza l'effetto Doppler, cioè la variazione di frequenza che si verifica nel momento in cui il fascio di ultrasuoni emesso dalla sonda ecografica incontra e viene riflesso da un oggetto in movimento. Nel caso della flussimetria, quando gli ultrasuoni attraversano un vaso sanguigno fetale, vengono riflessi dai globuli rossi proprio come la luce in uno specchio, ma, dato che i globuli rossi si muovono, la frequenza del fascio di ultrasuoni di ritorno sara' diversa dalla frequenza originaria. Questa variazione è analizzata dal computer dell'ecografo. L'analisi fornisce dei dati sulla velocità del flusso, attraverso i quali il medico è informato sul grado di vasodilatazione del letto vascolare fetale e, indirettamente, sul livello di ossigenazione e di benessere fetale.
Nel corso della gravidanza gli esami flussimetrici piu' frequentemente richiesti sono due:
La Flussimetria materna delle Arterie Uterine;
La Flussimetria fetale della Arteria Ombelicale e della Arteria Cerebrale Media.
La Flussimetria materna, che si effettua di preferenza tra la 22a e la 24a settimana, si usa per valutare lo stato di vascolarizzazione del lato materno della Placenta. È stato infatti osservato che la alterazione della flussimetria delle Arterie Uterine in questo periodo, si associa con elevata frequenza ad una delle patologie caratteristiche del terzo trimestre come la Gestosi e, più in generale, al ritardo di crescita fetale (IUGR).
L'esame viene consigliato alle donne alla prima gravidanza con fattori di rischio per ipertensione e diabete, e nelle donne con precedenti gravidanze complicate da diabete gestazionale, gestosi, ritardo di crescita ecc. In presenza di un'alterazione del profilo flussimetrico, il ginecologo potrà, a seconda della patologia, avviare precocemente un protocollo diagnostico e terapeutico per prevenire, per quanto possibile, le temibili complicazioni del terzo trimestre che, soprattutto se non conosciute, possono mettere in grave pericolo la vita della mamma e del bambino.
La Flussimetria fetale è un esame da effettuarsi su indicazione medica laddove si sospetti un ritardo di crescita fetale o quando e' presente una malattia materna in grado di limitare lo sviluppo fetale. Questa analisi, normalmente richiesta alla fine del secondo e nel terzo trimestre, consiste nel misurare la velocità del flusso a livello delle Arterie Ombelicali e delle Arterie Cerebrali Medie. La Flussimetria Ombelicale valuta il distretto vascolare del lato fetale della Placenta, mentre la Flussimetria delle Arterie Cerebrali informa sullo stato di dilatazione del letto vascolare del Cervello. Quando il profilo flussimetrico dei due distretti mostra vasocostrizione ombelicale e vasodilatazione cerebrale, ci si trova di fronte a quella che viene chiamata "CENTRALIZZAZIONE DEL FLUSSO" e cioè una condizione in cui la Placenta non riesce ad ossigenare e a nutrire adeguatamente il feto, il quale si difende assicurando al cervello, con la vasodilatazione, una quota maggiore di sangue rispetto agli altri organi e tessuti meno importanti. Infatti Il Cuore e il Cervello sono i cosiddetti Organi Nobili che l'organismo deve proteggere per superare le crisi ipossiche e nutrizionali.
La Centralizzazione del flusso, specialmente in associazione a ritardo di crescita del feto, può condurre il ginecologo a ricoverare in ospedale la paziente e, nei casi più gravi, può portare all'interruzione della gravidanza con l'induzione del parto o con il taglio cesareo.
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