Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Agente eziologico della gonorrea.
Condotto percorso dai gameti, dopo aver abbandonate le gonadi. Il gonodotto maschile è chiamato canale, o dotto, deferente. Il gonodotto femminile è detto invece ovidotto, o tuba di Falloppio.
La gonorrea è un'infezione dovuta ad un batterio Gram-negativo, la Neisseriagonorrhoeae. Si tratta di una delle più comuni infezioni batteriche a trasmissione sessuale i cui sintomi si manifestano dopo 2-7 giorni dal contagio. Sono molto più evidenti nei maschi, che presentano un'emissione mucopurulenta a livello dell'uretra con bruciore e frequente stimolo alla minzione e può portare a epididimiti. Se l'infezione si estenda anche alla prostata, il passaggio dell'urina viene impedito, anche se in modo parziale. Nelle femmine spesso si sviluppa in modo asintomatico o con pochi sintomi. Oltre all'uretra l'infezione può interessare la vulva, la vagina e la cervice uterina. Le manifestazioni possono complicarsi in malattia infiammatoria pelvica. Le infiammazioni pelviche si possono diffondere dal tratto genitale inferiore coinvolgendo prima le tube di Fallopio e poi le ovaie. La conseguenza dell'infiammazione è spesso la sterilità. I sintomi hanno inizio con dolore addominale, accompagnato da stanchezza, brividi e febbre bassa. In seguito compare un dolore localizzato. In caso di rapporti anali può causare proctiti, mentre con rapporti orali può causare faringiti. La diagnosi della gonorrea si effettua mediante esame microscopico e colturale della secrezione. La gonorrea è curata con antibiotici, quali penicillina, tetracicline ed eritromicina. Recentemente si registra la crescente frequenza, anche in Italia, di infezioni dovute a ceppi con una elevata resistenza verso la penicillina, la spectinomicina e altri antibiotici. Tutti i partner che hanno avuto rapporti recenti con pazienti affetti da gonorrea dovrebbero essere sottoposti a controllo ed eventualmente a trattamento. La malattia va denunciata alle autorità sanitarie e i soggetti colpiti devono astenersi da rapporti sessuali fino alla completa guarigione.
È una malattia autoimmune, conosciuta anche come complesso glomerulonefrite-porpora del polmone. Viene considerata da alcuni una reazione di ipersensibiltà. È caratterizzata dalla presenza contemporanea di emorragie polmonari, glomerulonefrite e il marker diagnostico sierologico è rappresentato dagli anticorpi antimembrana basale glomerulare (anti-GMB) in circolo.
Colpisce maggiormente individui giovani di sesso maschile. Il decorso porta tipicametne a insufficienza renale. La terapia convenzionale include una combinazione di plasmaferesi e di immunosopressione intensa, le gravi emorragie polmonari vengono trattate con cortisonici somministrati per via endovenosa.
Vedi transaminasi.
Malattia molto dolorosa prodotta da anomalie del metabolismo dell'acido urico, che si accumula in concentrazioni eccessive nel sangue e in altre parti dell'organismo. La gotta causa forte dolore alle articolazioni, soprattutto ai piedi (spesso all'alluce), alle caviglie e alle ginocchia. Si tratta di attacchi che iniziano all'improvviso facendo diventare l'articolazione gonfia, arrossata, infiammata e molto dolente e che, se non trattati, possono durare anche più di una settimana.
La gotta può essere causata, fondamentalmente, da:
esaltata sintesi di purine con conseguente iperproduzione di acido urico
diminuita escrezione renale di acido urico
La prima condizione è spesso a base ereditaria e può comunque essere aggravata da un'aumentata introduzione di composti purinici con la dieta. Nel secondo caso l'iperuricemia è dovuta alla diminuita efficienza del rene nell'eliminazione di acido urico.
Tradizionalmente si imputa l'insorgenza della gotta ad un'esagerata assunzione di cibo. Sebbene questo fattore, insieme all'alcolismo, alla sedentarietà e all'abuso di certi farmaci, sia comunque predisponente, il suo contributo è tendenzialmente marginale.
Il trattamento consiste nel riposo assoluto dell'arto colpito ed in una dieta semplice, povera di proteine e molto ricca di acqua, sì da favorire l'eliminazione dall'organismo dell'acido urico in eccesso. Parallelamente si possono usare farmaci o sostanze che facilitano l'escrezione o bloccano la produzione dell'acido urico. Utili analisi delle urine e visita reumatologica.
In caso di attacco acuto di artrite monoarticolare è bene immobilizzare l'articolazione ponendo a riposo e scoprendo la zona dolente. Sotto controllo medico si possono inoltre assumere FANS e colchicina (un alcaloide tossico che favorisce l’escrezione dell’acido urico, dotato, tra l'altro, di buone proprietà analgesiche ed antinfiammatorie).
In caso di gotta dev'essere sospesa l'assunzione di alcuni farmaci come certi diuretici, cortisonici, aspirina e derivati. Dall'altra parte l'iperuricemia cronica andrà curata con medicinali in grado di inibire la sintesi di acido urico (i.e allopurinolo) o favorirne l'eliminazione (farmaci uricosurici: probenecid o il sulfinpirazone). La somministrazione di questi farmaci non deve essere mai iniziata nel corso di un episodio acuto di gotta.
L'apporto esagerato di purine con i cibi è una causa estremamente rara ma comunque possibile, specie nei soggetti predisposti. Per questo motivo la terapia farmacologica viene affiancata da quella dietetica che prevede l'eliminazione di cibi ricchi di purine ed alcol, unita ad una moderazione calorica necessaria per favorire il calo ponderale.
In caso di gotta è inoltre fondamentale un adeguato apporto di acqua, in modo da prevenire la formazione di calcoli renali.
Aumento di volume e di peso della tiroide che causa un abnorme rigonfiamento del collo. Da mettere in rapporto con ipertrofie, iperplasie e neoplasie del tessuto ghiandolare. La classificazione eziopatogenetica, distingue tre principali tipi di gozzo, o struma: ipertrofico-iperplastico, adenoma, carcinoma. Del primi tipo, si ricordano: il gozzo endemico (esogeno, legato ad esempio a particolari condizioni geografiche - per esempio alla carenza di iodio nelle acque, o ad abitudini alimentari), quello sporadico (da insufficienza funzionale tiroidea per difetto enzimatico), quello Basedowiano e lo struma linfomatoso di Hashimoto. Tra gli adenomi, c'è l'adenoma tossico di Plummer. Tra i carcinomi: quello follicolare, quello papillifero, quello midollare e altri. I sintomi comprendono tumefazione sottoioidea, difficoltà respiratorie, digestive e problemi a emettere suoni. Variabili i sintomi dipendenti dalla funzionalità tiroidea: si possono riscontrare quadri di ipotiroidismo o iper, o eutiroidismo, a seconda della causa sottostante.
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