Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Malattia genetica rara a trasmissione autosomica recessiva caratterizzata da un deficit nel trasporto renale e intestinale (a livello del digiuno) di un gruppo di amonoacidi monocarbossilici tra cui il triptofano. Il quadro clinico comprende eritema cosiddetto "pellagroide" su volto, collo, mani e gambe a cui si associano accessi ripetuti di atassia cerebellare e, talvolta, ritardo mentale. Il malassorbimento di aminoacidi essenziali può portare anche a malnutrizione. L'esame delle urine mostra iperaminoaciduria e aumentata escrezione di triptofano e, soprattutto di acido indol-3-acetico e di acido indol-3-acetil-glutammico. La terapia prevede somministrazione orale di nicotinamide e una iperproteica che supplementi le perdite urinarie di aminoacidi.
Dal chirurgo giapponese H. Hashimoto. Infiammazione della tiroide che colpisce quasi esclusivamente donne tra i 40 e i 60 anni. È una malattia autoimmune, che si può presentare in una forma classica o atrofica. La sintomatologia iniziale è molto vaga: comparsa di un aumento di volume diffuso o irregolare della tiroide (gozzo), con senso di pienezza del collo, comparsa di leggera febbre e dolori alle articolazioni. Col passare del tempo (la malattia ha un decorso molto lento) compaiono i segni di insufficiente attività della tiroide e di fibrosi della stessadifficoltà alla deglutizione e disfonia.La terapia consiste nella somministrazione di ormoni tiroidei associati a cortisonici.
Sostanza psicotropa derivata dalle infiorescenze femminili non fecondate di Cannabis. Viene preparato in piccoli blocchi in polvere. Il suo principio attivo è il tetraidrocannabinolo (THC), che viene assorbito attraverso i polmoni se l’hashish viene fumato o attraverso l’apparato gastro intestinale se ingerito. La concentrazione di THC è di 8 volte superiore rispetto a quello della matijuana. Tra gli effetti dell'hashish, che iniziano qualche minuto dopo l’assunzione e durano qualche ora, vi sono: una sensazione di benessere, disinibizione, tendenza a parlare molto, appetito, occhi rossi, difficoltà a coordinare i movimenti e sonnolenza. Dosi elevate possono falsare la percezione spazio-temporale e provocare stati di confusione e panico.
Sigla che indica il virus dell'epatite A o epatite epidemica. Si trasmette per via orale e viene eliminato attraverso le feci, nelle quali può essere individuato.
Piccoli canali presenti nel tessuto osseo contenenti un vaso sanguigno, fibre nervose e midollo osseo. Sono circondati da lamelle concentriche.
Abbreviazione che sta ad indicare l'antigene di superficie del virus dell epatite B. E'la proteina che riveste il virus all'esterno e rimane nel sangue per alcune settimane dopo l'infezione. La sua persistenza si associa allo stato di portatore sano o di epatite cronica.
Sigla che indica il virus dell'epatite B. Notevolmente infettivo, riesce a sopravvivere sino a 60 C° e viene trasmesso per via parenterale.
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