Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
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L'influenza è una malattia infettiva, acuta e contagiosa che colpisce, soprattutto nella stagione invernale, le vie respiratorie ed è provocata da virus appartenenti alla famiglia degli Orthomyxovirus. A seconda delle proteine contenute nel loro involucro, i virus influenzali sono suddivisi nei tipi A, B, C e solo i primi due riguardano l'uomo.
Ogni anno si presentano virus leggermente diversi da quelli precedenti; se le modifiche non sono importanti, il sistema immunitario di chi ha avuto la malattia l'anno prima è in grado di difendersi; se le modifiche sono notevoli, la difesa diventa impossibile e l'epidemia può essere più grave. L'epidemia raggiunge la massima forza in due-tre settimane, poi declina fino a spegnersi dopo altre cinque-sei settimane. I sintomi sono febbre, dolori diffusi, brividi e mal di testa. Si possono avere infiammazioni di vari organi. La cura in genere è sintomatica, anche se i recenti farmaci antivirali promettono un netto miglioramento delle strategie difensive. Discusso invece è il ruolo degli antibiotici che di per sé nulla possono contro un virus e dovrebbero essere prescritti in presenza di complicazioni. Il riposo e una buona idratazione sono sempre consigliabili. Meno certa è l'efficacia della vitamina C nella prevenzione e nella cura dell'influenza, non esistendo una dimostrazione scientifica convincente. La prima epidemia influenzale documentata risale al 1889, contagiò quasi un terzo della popolazione mondiale e fu classificata come pandemia grave. Subito dopo la prima guerra mondiale (1918-1919) si diffuse la micidiale influenza spagnola, così chiamata perché partì dalla Spagna; uccise circa trenta milioni di persone. Nel 1957 furono isolati in Cina i primi casi di influenza asiatica, un'altra pandemia che, grazie al progresso medico, non provocò i danni della spagnola; nel 1968 l'ultima pandemia grave, l'influenza di Hong Kong, provocò in Europa decine di migliaia di morti (20.000 nella sola Francia) fra le persone anziane o già debilitate da altri disturbi. Alla fine del XX sec. sono stati messi a punto vaccini che assicurano un'ottima prevenzione e sono consigliati a persone con alto rischio di complicanze (anziani con oltre 65 anni, pazienti con malattie croniche cardiocircolatorie o respiratorie come l'asma, pazienti con malattie metaboliche come il diabete, disfunzioni renali, malattie del sangue, soggetti immunodepressi).
Termine che indica la presenza, all'interno di un tessuto o di un organo, di cellule che normalmente non ne fanno parte.
Tecnica di chirurgia ortopedica impiegata per ridurre e contenere le fratture che interessano la parte centrale di ossa lunghe. L’intervento consiste nel posizionare dei chiodini nel canale midollare dell'osso così da accostare le rime della frattura ed impedire il dislocamento dei frammenti ossei.
O flogosi, è il processo patologico con cui l'organismo reagisce all'azione di molti agenti nocivi per i tessuti, costituisce quindi uno dei meccanismi fondamentali di difesa degli organismi superiori. Il processo infiammatorio si attua attraverso una serie di di modificazioni che si svolgono particolarmente nel connettivo circostante i vasi sanguigni della zona interessata. In linea di massima si verifica sempre un aumento del flusso di sangue nella zona infiammata, in un aumento della permeabilità della parete dei vasi capillari, e nel passaggio di plasma e di cellule dal sangue nel tessuto (essudazione). Le manifestazioni cliniche dell'infiammazione sono: l'arrossamento della regione colpita, il gonfiore, il calore, dovuto all'aumentata vascolarizzazione, e il dolore. Le cause dell'infiammazione sono numerosissime e comprendono tutti gli agenti in grado di recare danno ai tessuti degli organismi. A seconda del decorso le infiammazioni si distinguono in acute e croniche. Le prime presentano un periodo d'incremento e uno di decremento, separati da una fase di stato; le croniche, hanno lunga durata con oscillazioni irregolari d'intensità o con periodo di acutizzazione.
Come già ribadito in altre news le infezioni delle vie urinarie e quasi tutti gli studi sull’argomento riguardano le donne, come sappiamo più soggette a tale infezione rispetto all’uomo.
Questo studio è stato condotto esclusivamente sulla popolazione maschile
E’ stata studiata una coorte di 33.336 pazienti uomini over 50 affetti da infezioni urinarie non complicate con età media di 68 anni e durata media della terapia di 10 gg, e si è voluto verificare se e quanto la durata della terapia potesse influenzare la possibilità di recidive
La terapia si è orientata prevalentemente sull’uso della ciprofloxacina , talvolta associata a trimetopri-sulfametossazolo; circa metà dei pazienti ha ricevuto cure per 7 o meno giorni, l’altra metà invece è stato trattato, per confronto, per 8 o più giorni.
Bisogna riconoscere che le analisi multivariate non hanno riscontrato alcuna differenza nella precocità della insorgenza di recidiva, però si è rilevato un rischio di recidiva superiore nei soggetti che avevano ricevuto un trattamento più lungo, come in effetti indicano le linee guida del trattamento antibiotico nella donna.
Le infezioni da clamidia rappresentano la causa più comune di uretrite non gonococcica nell'uomo e nella donna. Queste infezioni si possono trasmettere con i rapporti sessuali e rientrano pertanto tra le cosiddette malattie veneree, insieme a sifilide, gonorrea, linfogranuloma venereo, ulcera molle, condilomi ed herpes genitale.
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