Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.
Tossina che agisce sulle strutture del sistema nervoso, in particolar modo a livello delle sinapsi o delle giunzioni neuro-muscolari. Sono neurotossine alcuni veleni di serpenti, le tossine difterica, tetanica, botulinica ecc.
Di dr.psico (del 25/08/2007 @ 16:47:41, in Lettera N, visto n. 1671 volte)
Sostanza chimica prodotta dal cervello che consente la trasmissione dei messaggi tra le cellule nervose. Nel sistema nervoso, i neurotrasmettitori svolgono un ruolo essenziale nella trasmissione degli impulsi che possono avere carattere eccitatorio o inibitorio. I principali neurotrasmettitori sono l’acetilcolina e la noradrenalina, altri importanti neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale sono la dopamina, la serotonina, aminoacidi quali il GABA (acido gamma-aminobutirrico), l’aspartato, il glutammato.
Psichiatra Firenze
Il neurone è una cellula incapace di riprodursi come le altre cellule, ma capace di condurre uno stimolo elettrico lungo la membrana citoplasmatica che lo ricopre. I neuroni sono cellule costituite da prolungamenti afferenti, detti "dendriti", che raccolgono lo stimolo trasmesso da altri neuroni e lo conducono verso il corpo cellulare o "pericario". Dal corpo cellulare si diparte un unico prolungamento efferente detto "assone". La soluzione di continuità esistente tra due neuroni diversi bloccherebbe il passaggio della corrente elettrica, se non ci fosse il "bottone sinaptica" a costituire un complesso sistema di connessione neurochimica. All'arrivo dello stimolo elettrico si liberano delle sostanze chimiche detti "neurotrasmettitori" che emesse dal neurone presinaptico attraversano lo spazio intersinaptico ( di circa 200 armstrong ) e vanno sul neurone postsinaptico . Qui si legano in modo selettivo, come la chiave nella sua serratura, su macromolecole proteiche, dette "recettori", che si trovano sulla membrana del neurone postsinaptico, eccitandolo fino a produrre una scarica elettrica.
Questi studi negli anni 70 avevano fatto nascere un certo entusiasmo nel settore, perché la scoperta del neurotrasmettitore o "primo messaggero", aveva fatto intravedere la possibilità di localizzare centri e vie di cellule neuronali che usavano una sola sostanza. Quindi, sembrava possibile poter ricavare un quadro complesso, ma preciso, della organizzazione anatomica e funzionale del Sistema Nervoso Centrale. In realtà, le cose sono molto più complesse. Un neurone usa in prevalenza due o tre neurotrasmettitori principali, di cui oggi conosciamo circa 50 tipi diversi. Inoltre, altre sostanze partecipano alla modulazione del segnale sinaptico con funzione di "neuromodulatori" come, ad esempio, molti ormoni.
Comunque, quando il "primo messaggero" si lega al suo recettore post-sinaptico specifico come una chiave nelle propria serratura si hanno una serie di eventi:
In realtà esistono due tipi di recettori con differenti funzioni: i recettori "ionotropi" deputati alla immediata risposta elettrica e i recettori "metabolotropi" o effettori intracellulari , che attivano i sistemi metabolici e la funzionalità del neurone stesso. I sistemi metabolici conosciuti sono circa una decina e vengono anche chiamati "secondi messaggeri".
Dall'attivazione di recettori post-sinaptici ionotropi si ha la depolarizzazione della membrana, e la formazione immediata e la conduzione di un nuovo stimolo elettrico; dalla attivazione di recettori metabolotropi si hanno invece effetti metabolici più tardivi a causa dell'attivazione del metabolismo cellulare per opera di sistemi enzimatici, detti anche "secondi messaggeri". I neurotrasmettitori più importanti sono le catecolamine, che sembrano occupare i vertici della gerarchia da cui dipendono le altre sostanze, e le funzioni del sistema nel suo complesso.
Le conoscenze e le terapie sulla Depressione fanno della Psichiatria il campo specialistico fra i più avanzati della Medicina.
Le ricerche biologiche sulla Depressione concordano tutte per una patogenesi legata a un abbassamento del metabolismo della Serotonina cerebrale. La "Sindrome da bassa Serotonina cerebrale" si ripercuote soprattutto sulle strutture del Sistema Limbico centroencefalico. Queste strutture sono deputate alla formazione della vita emotiva e degli stati affettivi, cioè conferiscono il colorito di piacevole o spiacevole agli stimoli ambientali. Nella depressione si ha un blocco del tono dell'umore che resta sempre fissato al polo della tristezza e perde la sua caratteristica capacità di oscillare dal polo della euforia al suo opposto in relazione alla cognitività.. Tutti gli stimoli vengono pertanto percepiti come spiacevoli a scapito della ragionevolezza e della ragionevolezza . Quindi, il soggetto persa la sua normalità affettiva e emotiva, è schiavo di un Disturbo che ne altera lo stato mentale in modo continuo, è costretto a conviverci e perciò attua difese e strategie comportamentali caratteristiche. La Depressione è da considerarsi una malattia invalidante al pari di una cardiopatia o di una altra patologia internistica grave.
Sinonimo di sistema nervoso vegetativo o autonomo. È l'insieme delle fibre efferenti che portano i comandi dal sistema nervoso centrale alla periferia dell’organismo. È deputato all'innervazione della muscolatura liscia (prevalentemente vasale e intestinale) o delle ghiandole. Presiede al controllo delle le manifestazioni vegetative come la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna, la vasodilatazione ecc. Il sistema nervoso autonomo è indipendente dalla volontà. I centri del sistema neurovegetativo vengono distinti in superiori, situati fondamentalmente nell’ipotalamo, e inferiori, disposti nel tronco dell’encefalo e nel midollo spinale. Da questi ultimi originano fibre che si portano ai gangli simpatici destinati a portare le informazioni agli organi effettori .
Di riccardo (del 05/02/2014 @ 11:29:06, in Lettera N, visto n. 1990 volte)
Sono molecole necessarie ai neuroni per svilupparsi normalmente e che possono anche giocare un ruolo nella loro sopravvivenza postlesionale. Pare che siano in grado di preservare le connessioni sinaptiche e anche di impedire la sintesi di proteine tossiche. Sia il SNC sia il SNP contengono laminina e fibronectina, due glicoproteine che promuovono la crescita neuronale durante le prime fasi dello sviluppo neurale. Sebbene esse permangano a livello periferico, scompaiono invece a livello cerebrale e spinale. Altri fattori neurotrofici includono il nerve growth factor (NGF) ; il fattore neurotrofo derivato dalla linea delle cellule gliali (GDNF), eventualmente utilizzabile nella terapia del m. di Parkinson; il fattore di crescita simil-insulinico (IGF-1), il quale previene alcune neuropatie periferiche indotte da farmaci; la neurotrofina-3 (vedi Neurotrofine), che protegge gli animali da esperimento dalla neuropatia causata dal farmaco anticancro cisplatino; il fattore neurotrofico ciliare (CNTF) e il brain-derived neurotrophic factor.
I fattori neurotrofici e l’NGF
I fattori neurotrofici e l’NGF
I segnali neurotrofici svolgono due principali funzioni:
1. Promuovono la sopravvivenza di un sottogruppo di neuroni facente parte di una popolazione notevolmente più numerosa.
2. Regolano la formazione del numero corretto di connessioni.
Le neurotrofine sono fattori neurotrofici appartenenti a una famiglia di molecole che promuovono la crescita e la sopravvivenza di gruppi diversi di neuroni.
Il fattore di crescita delle cellule nervose (NGF, nerve growth factor) venne scoperto da Rita Levi Montalcini, è una proteina e promuove la sopravvivenza e la differenziazione di neuroni simpatici e sensoriali. Viene rilasciata dalle cellule bersaglio e si lega ai recettori localizzati nelle terminazioni nervose che innervano i bersagli. Questi sono almeno due: il TrkA e l’LNGFR (low affinity nerve growth factor receptor).
Oltre all’NGF si conoscono altri tre membri della famiglia delle neurotrofine:
- il fattore neurotrofico di origine encefalica (BDNF, brain-derived neurotrophic factor),
- la neurotrofina 3 (NT-3),
- la neurotrofina 4/5 (NT-4/5).
Ogni neurotrofina possiede delle proprie caratteristiche e una marcata selettività di azione.
Negli ultimi anni, diversi studi hanno dimostrato che le neurotrofine e in particolare l’NGF agiscono non solo sulle cellule nervose del sistema periferico e centrale, ma anche sui sistemi immunitario ed endocrino. Inoltre, è stato dimostrato che le neurotrofine sono prodotte e rilasciate dalle cellule immunocompetenti ed endocrine e aumentano in situazioni di stress e in certe malattie autoimmuni.
Altri studi indicano che elevati livelli di sintesi e liberazione di NGF si associano ad aumentati livelli di diverse citochine proinfiammatorie (TNF-α, IL-1β e IL-6) e situazioni di obesità e sindrome metabolica.
Durante la vita, le connessioni nervose, istituite da un numero ormai stabile di cellule nervose, continuano a modificarsi in vario modo. La competizione che ha luogo tra le cellule nervose per la conquista dell’accesso alle molecole trofiche, oltre a mediare le correzioni compensatorie rese necessarie dal processo di crescita, consente ai prolungamenti dei neuroni e alle loro connessioni di modificarsi per far fronte alle diverse circostanze, come a eventuali lesioni o ai mutamenti che l’esperienza può indurre nella forma dell’attività nervosa.