Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Processo infettivo dell'apparato osteo-articolare che riguarda simultaneamente l'osso e il midollo osseo, provocato da batteri piogeni (cioè quelli che determinano la produzione di pus). Ne esistono forme acute e forme croniche. Le prime sono causate in genere da Staphylococcus aureus e colpiscono soprattutto bambini e adolescenti. Si localizzano più spesso alla spalla e al ginocchio. Generalmente i microrganismi provengono, attraverso il circolo sanguigno, da un foruncolo, da una tonsilla infetta o dalla contaminazione in caso di fratture esposte ecc. Tali forme compaiono all'improvviso con febbre, dolore intensissimo e riduzione dei movimenti del segmento colpito.
La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici, analgesici e sull'immobilizzazione, con apparecchio gessato, per 10-15 giorni.
In alcuni casi l'osteomielite può cronicizzarsi: il trattamento consiste allora nell'asportazione chirurgica del tessuto infetto. Esistono anche forme croniche sin dall'inizio, con evoluzione molto lenta e sintomi meno acuti. L'osteomielite cronica è una complicanza temibile delle fratture esposte, che devono essere trattate in ambiente chirurgico nel più breve tempo possibile.
Indebolimento delle ossa che appaiono meno rigide a causa di un difetto della deposizione di calcio e fosforo sulla matrice organica del tessuto osseo. Nella regolazione del normale equilibrio di questi elementi, svolge un'importante funzione la vitamina D. Quindi un suo deficit, dovuto a un'insufficiente introduzione con gli alimenti, o a scarsa esposizione alla luce del sole, o a disturbi renali cronici, o all'assunzione per lunghi periodi di alcuni farmaci (per esempio terapia anticonvulsivante), rappresenta la causa principale dell'osteomalacia. Attualmente è frequente soprattutto negli anziani che tendono a sfuggire la luce del sole e spesso hanno un'alimentazione incompleta. Nel bambino, oggi rara, prende il nome di rachitismo. I sintomi sono dati da dolori ossei (specie all'ultima porzione della colonna vertebrale e al bacino), da debolezza muscolare, che può rendere difficili certi movimenti, quali alzarsi dalla sedia o dal letto. Sono frequenti anche le fratture spontanee, cioè quelle non provocate da traumi. La terapia si basa sulla somministrazione di vitamina D. I soggetti in cura devono essere tenuti costantemente sotto controllo per evitare un sovradosaggio di vitamina D, che può causare disturbi addominali, dimagrimento, debolezza, irritabilità, cute secca e desquamata.
Tumore benigno dell'osso.
Si localizza, di solito, nei seni frontali e mascellari. Cresce molto lentamente e può dare mal di testa e dolori al viso. L'osteoma osteoide è una varietà che si localizza nella parte centrale (diafisi) delle ossa lunghe. È costituito da una zona centrale di tessuto osteoide (cioè tessuto osseo non maturo) e da un alone periferico di osso normale addensato (alone di sclerosi). Colpisce soprattutto i soggetti tra i 10 e i 30 anni, e si localizza più spesso al femore, alla tibia, alle vertebre e alle ossa del piede. È uno dei pochi tumori benigni che provocano dolore: questo compare soprattutto di notte (per il calore prodotto dalle coperte). All'esame radiografico si evidenzia una zona scura circondata da un alone chiaro.
La terapia consiste nell'asportazione chirurgica; l'osteoma può recidivare dopo l'intervento.
Di Admin (del 22/06/2011 @ 11:15:13, in Lettera O, visto n. 1296 volte)
Ramo dell'anatomia che studia lo scheletro umano e la struttura delle ossa
Perdita localizzata di tessuto osseo, del quale resta solo la trama connettivale, dovuta a cause diverse: infezioni, traumatismi, turbe metaboliche, compressioni da parte di formazioni esterne, come vasi sanguigni dilatati (per esempio usura dei corpi vertebrali da aneurisma dell'aorta) e tumori.
All'esame radiografico appare come una regione ben delimitata, di minore densità rispetto all'osso circostante.
Formazione di tessuto osseo.
Consiste nella differenziazione istologica degli osteoblasti. L'osteogenesi inizia nei centri di ossificazione, zone di connettivo o di tessuto pericondrale fetale in cui si formano i primi elementi di tessuto osseo. In alcune condizioni patologiche (per esempio in seguito a traumi) si può avere formazione di tessuto osseo in organi al di fuori dello scheletro, per esempio nella miosite ossificante che colpisce gli atleti, o nelle ossificazioni eterotopi che dei muscoli paralizzati, i quali presentano una particolare predisposizione alla formazione di tessuto osseo.§ Osteogenesi imperfetta, malattia ereditaria del tessuto connettivo caratterizzata da abnorme fragilità ossea, tendenza spiccata alle fratture e da altre anomalie congenite (sclere blu, difetti della dentizione, sordità). Causata probabilmente da un'alterazione dei geni strutturali delle proteine del collagene, l'osteogenesi imperfetta assume livelli diversi di gravità a seconda del tipo di trasmissione ereditaria; da forme mortali che si manifestano poco tempo dopo la nascita a forme così leggere da essere asintomatiche. La terapia è variabile in accordo con la variabilità delle manifestazioni cliniche; va comunque intensificata nell'età della crescita, nella quale sono maggiori i pericoli di fratture, e nelle donne durante la gravidanza e la menopausa, anch'essi periodi critici. Ai farmaci (calcitonina e sali di calcio per incrementare l'ossificazione) vanno associati, specie nelle forme gravi, trattamenti fisioterapeutici, chirurgici (per la correzione delle deformità scheletriche) e anche psicologici.
Malattia caratterizzata dalla presenza di neoformazioni ossee, di solito superficiali, a forma di becco o artiglio (vedi osteofita).
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