Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Osso pari e simmetrico che forma la base della scatola cranica e, in piccola parte, la volta. È situato tra l'osso parietale, collocato al di sopra, l'osso sfenoide, posto davanti ad esso, e l'osso occipitale, situato dietro. È composto da una parte squamosa che delimita la regione temporale del cranio, da cui si dipartono i processi zigomatico e mastoideo e il meato acustico esterno; una porzione timpanica, posta inferiormente alla squama e una porzione petrosa.
L'osso temporale contiene al suo interno e protegge la coclea e i canali semicircolari, organi deputati rispettivamente all'udito ed all'equilibrio, in una cavità denominata labirinto; al suo interno contiene inoltre gli ossicini dell'udito, posti in una cavità posta lateralmente al labirinto, detta cavo del timpano, separata dal canale auricolare esterno dalla membrana del timpano.
Sinonimo di Enterobius vermicularis,
verme nematode, lungo 5-10 mm (verme a spillo)che provoca l'ossiuriasi.
Può infestare l'uomo in seguito all'ingestione delle sue uova embrionate. Le uova in poche ore raggiungono l'intestino tenue dove si schiudono facendo fuoriuscire larve che migrano nell'intestino crasso e poi aderiscono alla mucosa intestinale, sviluppandosi quindi in vermi adulti in poche settimane. Buona parte dei vermi adulti si localizza nel cieco ma le femmine gravide di notte si spostano nella zona perianale dove depositano le uova che possono essere riscontrate nelle pliche perianali mentre il verme è di semplice riscontro nelle feci, più raramente nella vagina qualora sia stata infettata. La femmina gravida depone fino a 20.000 uova che aderiscono alle pliche perianali. Le uova possono contenere il protozoo Dientamoeba fragilis.
L'infestazione può essere asintomatica e rendere i soggetti affetti dei portatori ma spesso causa l'ossiuriasi, caratterizzata da intenso prurito nelle ore notturne presso la zona perianale nel maschio e presso l'ano e la vulva nella femmina. Il prurito è causato dalla migrazione e dalla deposizione delle uova da parte delle femmine gravide del verme. Se la vagina è interessata dall'ossiuriasi si possono presentare disturbi genitourinari.
Se vi è una forte infestazione può causare infiammazione della mucosa intestinale e irritabilità del colon.
La categoria più soggetta ad infestazioni da parte di questo verme sono i bambini che, dopo aver giocato con terriccio infetto o con oggetti contaminati dalle uova del verme, si portano le mani alla bocca ingerendole e determinando un'autoinfestazione.
L'autoinfestazione (o la reinfestazione) si verifica anche perché i bambini, a causa del forte prurito generato dal germe, si grattano le pliche perianali portandosi poi involontariamente le mani alla bocca.
Infestazione intestinale da parte del verme Enterobius vermicularis, od ossiuro. È l'infestazione da elminti più frequente, presente in tutti i climi. Il contagio avviene mediante l'ingestione di uova provenienti dal terreno o da oggetti contaminati. I vermi si sviluppano nell'intestino cieco e nell'appendice; da questa sede, durante la notte, la femmina migra fino al canale anale, dove deposita le uova sulla cute perianale e muore. Le uova depositate sulla cute determinano notevole prurito perianale o vulvare, sintomo principale della malattia. Frequentemente si verifica autocontagio, per trasmissione fecale-orale delle uova con conseguente reinfestazione. La diagnosi viene effettuata mediante la ricerca delle uova nella regione perianale con una striscia di nastro adesivo, che viene poi messa con il lato adesivo su un vetrino e analizzata al microscopio. La terapia con pirantel pomoato (che provoca un blocco neuro-muscolare degli elminti con paralisi ed espulsione), pervinio pomoato o mebendazolo debella nella maggior parte dei casi la malattia.
Farmaco broncodilatatore anticolinergico usato nella terapia della bronchite cronica ostruttiva. Si utilizza per spray o in nebula in 2-3 somministrazioni al dì.
Ormone, prodotto dai nuclei ipotalamici e secreto dalla neuroipofisi, la cui azione principale è quella di stimolo delle cellule dei dotti mammari. In tal modo l'ossitocina provoca, nelle mammelle in stato di allattamento, una contrazione di queste cellule e l'eiezione del latte. L'ossitocina stimola anche la contrazione della muscolatura liscia dell'utero. Nell'ultimo periodo della gravidanza la responsività dell'utero all'ossitocina aumenta notevolmente e l'ormone esercita un ruolo importante nell'inizio e nel mantenimento del travaglio di parto.
Farmaci in grado di provocare la contrazione della muscolatura uterina. Sono utilizzati per accelerare il parto quando vi siano problemi fetali o materni, e per controllare emorragie post-parto. La sostanza che fisiologicamente presenta questa azione è l'ossitocina, impiegata in taluni casi per infusione endovenosa e sotto stretto controllo medico. Impiegata è anche la metilergonovina, un derivato della segale cornuta, che ha azione simile all'ossitocina, ma più prolungata: viene usata per promuovere l'involuzione dell'utero durante il puerperio e per evitare emorragie uterine; le contrazioni dell'utero, infatti, restringono i vasi sanguigni, facilitano l'emostasi e ostacolano l'emorragia.
Farmaco antibiotico appartenente alle tetracicline a largo spettro d'azione. Presenta indicazioni, effetti collaterali e precauzioni d'uso uguali a quelle delle tetracicline.
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