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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.

Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di riccardo (del 13/11/2013 @ 12:35:19, in Lettera O, visto n. 1007 volte)
Tecnica ausiliaria dell'ottica che misura e cura le alterazioni oculomotorie e i disturbi della visione binoculare. L'ortòttica ha lo scopo di rafforzare l'integrazione dell'attività sensitiva e motoria di entrambi gli occhi.
 
Di riccardo (del 13/11/2013 @ 12:27:39, in Lettera O, visto n. 1077 volte)
Ciò che ha relazione con la posizione eretta.
 
Di riccardo (del 13/11/2013 @ 12:26:49, in Lettera O, visto n. 1040 volte)
Condizione in cui i valori pressori di un individuo sono più bassi di quelli considerati normali (100-110 mmHg per la pressione sistolica / 60-70 mmHg per la pressione diastolica). I fattori che possono provocare una riduzione della pressione sanguigna sono: la riduzione della gettata cardiaca, la riduzione della volemia, la riduzione delle resistenze periferiche. Nel primo caso, sia una diminuita forza di contrazione conseguente a un infarto miocardico massivo, che una aritmia cardiaca o un tamponamento cardiaco possono causare una diminuzione del riempimento ventricolare tale da determinare una gettata ridotta. L'ipovolemia, invece, può conseguire a emorragie o a perdite di acqua e/o sali per via gastroenterica, renale o cutanea (morbo di Addison, diabete mellito, diabete insipido, vomito o diarrea prolungati, ustioni estese). Infine, una riduzione delle resistenze periferiche può conseguire all'assunzione di numerosi farmaci, a uno stato di shock settico o a una alterazione vagale (che comporta quindi vasotono inadeguato e si manifesta con sincopi vaso-vagali o ipotensione ortostatica). Un cenno particolare meritano alcune peculiari forme cliniche: A) l'ipotensione ortostatica consegue, solitamente, a aterosclerosi dell'arco aortico che rende i recettori pressori largamente insensibili alle variazioni del flusso sanguigno; ciò comporta l'incapacità di correggere rapidamente la caduta pressoria che si ha nel passaggio improvviso dalla stazione sdraiata (clinostatismo) a quella eretta (ortostatismo), o l'incapacità di mantenere valori pressori costanti nella stazione eretta prolungata. È tipica degli anziani. B) la sincope vaso-vagale riconosce un meccanismo neurogeno mediato dal nervo vago e scatenato da sensazioni spesso emozionali (ansia, stress, dolore intenso...); è caratterizzata dalla riduzione delle resistenze periferiche accompagnata, anziché da una adeguata accelerazione cardiaca, da un rallentamento della frequenza cardiaca. È possibile anche in individui altrimenti sani. C) la sindrome del seno carotideo è legata ad aterosclerosi dei pressocettori del seno carotideo: stimolazioni anche banali (radersi, annodare una cravatta...) possono innescare una risposta vagale in tutto simile a quella descritta al punto B). L'ipotensione può costituire un dato fisiopatologico di riscontro costante in un paziente, e avere un'origine per così dire costituzionale, oppure presentarsi acutamente, spesso in questi casi determinando lipotimie o episodi sincopali. L'ipotensione può dunque essere relativamente asintomatica oppure provocare -specie quando la riduzione pressoria è rapida- segni clinici da diminuita perfusione tessutale: cute fredda, pallida, sudaticcia; oliguria; alterazioni dell'equilibrio metabolico; tachicardia ecc. Quando la riduzione della pressione arteriosa è così importante da determinare una grave ipoperfusione dei tessuti per un tempo sufficientemente prolungato, si verificano alterazioni irreversibili delle funzioni cellulari con danno metabolico generalizzato: questa condizione clinica va sotto il nome di shock.
 
Di medicina (del 12/09/2007 @ 15:19:51, in Lettera O, visto n. 1509 volte)
Più conosciuto come sistema simpatico è la sezione del sistema nervoso autonomo costituita da centri situati nel tratto toraco-lombare del midollo spinale, gangli (tre cervicali, una dozzina dorsali, cinque lombari, quattro o cinque sacrali) da cui originano fibre, dirette agli organi effettori, di tipo adrenergico. Con il sistema parasimpatico concorre a regolare le funzioni degli organi della vita vegetativa (circolazione, respirazione, digestione). Ha connessioni con la midollare del surrene ed è essenziale per il mantenimento dell’omeostasi dell’organismo di fronte agli stimoli ambientali sfavorevoli (vedi anche nervoso, sistema).
 
Di riccardo (del 13/11/2013 @ 12:20:44, in Lettera O, visto n. 1448 volte)
Detta anche dispnea da decubito è una forma particolare di difficoltà respiratoria (dispnea)in posizione supina e più in generale da distesi in cui la respirazione è possibile solo in posizione eretta o seduta. Per ovviare al disturbo, il paziente a letto deve utilizzare numerosi cuscini. L'ortopnea è di frequente riscontro in tutti i casi di insufficienza cardiaca sinistra, con aumento delle pressioni nel circolo polmonare e tendenza all'edema polmonare. Fa seguito alla dispnea da sforzo. Si può verificare anche in pazienti con asma e bronchite cronica, così come in quelli con apnea del sonno o disturbo da attacco di panico. Inoltre si manifesta anche in pazienti con obesità addominale o ascite (stati patologici che determinano un ostacolo all'espansione polmonare) e in pazienti con alcuni disturbi respiratori in cui la meccanica polmonare è favorita dalla assunzione della posizione eretta. Inoltre si associa a patologie che colpiscono il diaframma, in particolare la paralisi diaframmatica bilaterale. In questi ultimi pazienti il meccanismo che determina la dispnea in posizione supina è verosimilmente associato ad una alterazione diaframmatica che si ripercuote sul livello di respirazione al termine del volume corrente e sui suoi rapporti con il volume di chiusura. È causata da un aumento del ritorno venoso al cuore: il sangue, durante il decubito, dalla circolazione splanica e dagli arti inferiori si ridistribuisce alle sezioni destre del cuore, determinando una congestione ed un aumento di pressione a livello dei capillari polmonari. È il disturbo opposto alla platipnea. In questi pazienti la difficoltà respiratoria si associa spesso a tosse notturna: quest'ultimo sintomo, anch'esso indicativo di insufficienza cardiaca, tende spesso ad essere trascurato. L'ortopnea tende ad attenuarsi non appena il paziente assume la posizione seduta o dorme a letto con dei cuscini aggiuntivi.
 
Di riccardo (del 13/11/2013 @ 12:19:37, in Lettera O, visto n. 1049 volte)
Branca della medicina che studia la struttura, le funzioni e la patologia dell'apparato locomotore, e ne cura le affezioni congenite e acquisite, per evitare la comparsa o correggere la presenza di deformità.
 
Di riccardo (del 13/11/2013 @ 12:12:54, in Lettera O, visto n. 1000 volte)
Branca dell'odontostomatologia che si occupa dello studio e della terapia delle malformazioni dello scheletro maxillofacciale e delle malposizioni dentarie.
 
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