Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Arteria principale del braccio, che proviene dall'arteria ascellare e termina alla piega del gomito, dove si biforca nella radiale e nell'ulnare.
L'arteria brachiale percorre il braccio, lungo la superficie ventrale, fino a raggiungere la fossa cubitale del gomito. Giunta a questo livello, in genere all'altezza del processo coronoideo dell'ulna, si divide in due rami dando origine all'arteria radiale e all'arteria ulnare che decorrono lungo l'avambraccio, seguendo le rispettive ossa dalle quali prendono il loro nome. Lungo il suo decorso dà origine a rami collaterali: l'arteria profonda del braccio, le collaterali ulnari superiore e inferiore. In alcuni individui, la biforcazione si verifica molto prima e le arterie ulnare e radiale si estendono attraverso parte del braccio.
Il polso dell'arteria brachiale è palpabile sulla faccia anteriore del gomito, medialmente al tendine del bicipite, e, con l'uso di uno stetoscopio e dello sfigmomanometro può essere utilizzato per rilevare la pressione arteriosa. La ricerca del polso brachiale è una manovra alternativa alla ricerca del polso femorale ed ha significato nel neonato e nel lattante durante le manovre di rianimazione di base, durante la valutazione ABC, nella cosiddetta fase C (circolo o circulation)
Vaso disposto profondamente nel solco tra muscolo bicipite e tricipite del braccio, a fianco dell'omonima arteria.
Le vene brachiali sono due vene che affiancano da ciascun lato l'arteria brachiale e la seguono per tutto il suo decorso. A livello del sottoscapolare confluiscono in un unico vaso di grosso calibro, la vena ascellare, tuttavia possono presentare rami che connettono reciprocamente le due vene formando numerose anastomosi ed altri che drenano il sangue nella vena basilica.
L’Omocisteina è un prodotto intermedio del metabolismo delle proteine. Durante la digestione il cibo viene ridotto ai minimi termini, in pezzettini che più piccoli non si può, una parte di questi viene utilizzata come energia per le macchine dell’organismo (gli zuccheri e i grassi), il resto, i nutrienti, rappresentano pezzi di ricambio con cui operai specializzati lavorano nel corpo umano eseguendo la manutenzione ordinaria (metabolismo), cambiando e sostituendo di continuo ciò che c’è da riparare.
Introducendo le proteine nel suddetto frullatore queste vengono smontate nei pezzi più piccoli possibili che le costituiscono chiamati amminoacidi. Uno di questi amminoacidi, la Metionina si trasforma subito in Omocisteina che, a sua volta viene utilizzata, con la complicità dell’acido Folico e delle vitamine del gruppo B, nelle catene di montaggio del metabolismo. Immaginatela come un pezzo speciale con cui si assemblano tratti del nostro organismo.
Per motivi non del tutto chiariti ma a volte geneticamente predisposti l’Omocisteina viene sotto utilizzata e si deposita non in zone neutrali, ma all’interno della parete di rivestimento dei vasi sanguigni dove può dare inizio a una serie di eventi a catena che sfociano in un incidente vascolare trombo embolico.
Alti livelli di Omocisteina dunque sono stati correlati ad un aumento della formazione delle placche arteriose o al danno della parete arteriosa stessa. Alti livelli, ancora, possono interagire con le piastrine e la coagulazione del sangue portando ad un aumento del rischio trombotico.
Comunque i meccanismi più fini con cui l’Omocisteina sia alla base di un aumento di attacchi cardiaci non è ancora del tutto chiarito. Infine alcune evidenze suggeriscono che la popolazione con un elevato livello di Omocisteina abbia un rischio due volte superiore di sviluppare la malattia di Alzheimer.
I livelli ematici di Omocisteina tendono ad essere più alti in persone con un alto consumo di proteine animali, associato a un basso consumo di verdure e frutta che apportano buoni livelli di acido Folico e di vitamine del gruppo B.
L'omocisteina è un metabolita dell'aminoacido metionina. Recenti studi hanno confermato che un aumento di omocisteina nel sangue è un importante fattore di rischio per malattie cardiovascolari (infarto miocardio, ictus), e forse anche per la malattia di Alzheimer. Il tasso di omocisteina nel sangue aumenta in presenza di una carenza di vitamine come acido folico e vitamina B12 per cui si raccomanda una dieta ricca di questi principi vitaminici specialmente nelle persone anziane.
Il termine omofobia (letteralmente: "paura dell'uguale") indica un atteggiamento di scarsa tolleranza e la repulsione nei confronti delle persone omosessuali o di quanto possa riguardarle.L'omofobia può arrivare alla violenza fisica e all'omicidio, motivati dalla pura e semplice omosessualità della vittima. Presente anche in soggetti omosessuali viene definita "omofobia interiorizzata".
L’omofobia interiorizzata è l’accettazione conscia o inconscia da parte di gay e lesbiche di tutti i pregiudizi, le etichette negative e gli atteggiamenti discriminatori, citati sopra, di cui essi stessi sono vittime. Spesso si accompagna ad eterosessismo, l’assunzione che il mondo sia e debba essere esclusivamente eterosessuale.
Alimento carneo o vegetale ottenuto riducendo l'alimento originale in particelle piccolissime, accrescendone la digeribilità tramite l'enorme aumento della superficie d'attacco per gli enzimi digestivi. Il procedimento di omogeinizzazione viene realizzato con apparecchiature speciali che provvedono anche alla pastorizzazione. Gli omogeneizzati si utilizzano generalmente tra il 4° e il 6°-7° mese di vita del bambino. In seguito è opportuno somministrare carne bollita frullata, poiché continuando a usare gli omogeneizzati si impedisce all'intestino del bambino di adattarsi per tempo a quello che sarà il suo futuro tipo di alimentazione.
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