Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Malattia della lamina delle unghie determinata da funghi(principalmente Trichophyton rubrum e il Trichophyton mentagrophytes).
A seconda della variazioni dello spessore, del colore e della forma dell'unghia distinguiamo varie forme di onicomicosi:
- distolaterale
- subungueale prossimale
- totale: quasi sempre costituisce la fase finale di una delle precedenti.
Si manifesta maggiormente nell'età adulta.
I sintomi presentano onicolisi, cambiamenti cromatici, onicomadesi (perdita dell’unghia).
Per una corretta diagnosi bisogna effettuare esami specifici poiché la patologia può essere facilmente confusa con altre malattie (ad es. dermatite, paronichia, tungiasi).
Il trattamento prevede l’uso di farmaci specifici quali antimicotici, fra cui terbinafina, ketoconazolo,ciclopiroxolamina e itraconazolo.
La somministrazione di tali principi attivi deve essere protratta di solito per un arco temporale piuttosto ampio. Attualmente si stanno cercando altri metodi (come la terapia d’urto) che permettano di accelerare la cura.
Scollamento del bordo libero o di quelli laterali dell'unghia, di varia estensione, interessante una o più unghie, accompagnato di solito da ipercheratosi subungueale. La persona si accorge di tale fenomeno quando la linea di demarcazione si estende deformandosi, aumento la porzione libera. Inizialmente non da alcun fastidio al soggetto che può anche non accorgersi del procedimento. Successivamente il distacco aumenta, si fa più irregolare, si sviluppa e se raggiunge la parte denominata lunula può far cadere l’intera lamina dal dito. La comparsa di batteri e funghi nella parte precedentemente protetta è frequente, formando un'alterazione cromatica.
Si instaura in seguito a La causa è di origine infettiva, solitamente è una conseguenza della psoriasi. Altra causa e un effetto indesiderato di taluni farmaci come la tetracicline; traumi contusivi;dermatosi distrofiche.
Abitudine di rosicchiarsi l'orlo delle unghie. Spesso è un comportamento legato a uno stato d'ansia o ad un sentimento di aggressività/rabbia che si dirige verso se stessi piuttosto che verso l'esterno. Si riscontra a qualsiasi età a partire dalla seconda infanzia.
E'la manifestazione visiva di un disagio sviluppato nell'ambito familiare, che può andare dalla banale nascita di un fratellino o sorellina che sembra assorbire le cure dei genitori ad una situazione più grave come continui litigi, ad esempio, ai quali il bambino è costretto suo malgrado ad assistere. Può essere anche paragonabile al bisogno del bambino di avere dei punti fermi, non a caso legati anch'essi all'oralità, come succhiarsi il pollice o il ciuccio.
Malattia delle unghie, la cui natura può essere traumatica, professionale, infettiva o dovuta ad intossicazioni generali, ecc.
Più comunemente ernia ombelicale, è una condizione patologica per cui i visceri addominali protrudono dall'orifizio ombelicale. Vanno distinti i quadri clinici relativi al neonato, al bambino e all'adulto. Escludendo l'aplasia vera e propria della parete addominale anteriore, che richiede tempestivo intervento chirurgico, l'onfalocele del neonato si manifesta dopo la caduta del moncone del cordone ombelicale, o nelle prime settimane di vita; se non regredisce spontaneamente andrà corretto chirurgicamente. Nel bambino si può avere onfalocele in caso di allargamento dell'anello ombelicale; in genere il sacco erniario è vuoto e si preferisce posticipare l'intervento e tentare il contenimento. Nell'adulto più che di onfalocele si può parlare di eventrazione, che si verifica in soggetti obesi o la cui parete muscolare addominale è lassa; se possibile si interviene chirurgicamente.
Farmaco antagonista della serotonina, particolarmente efficace nel trattamento della nausea e del vomito da chemioterapia antitumorale.
Gli effetti collaterali riportati in letteratura sono: diarrea, stipsi, cefalea e, più raramente, rash cutaneo, secchezza delle fauci, broncospasmo, sedazione e innalzamento delle transaminasi. L'associazione col desametasone ne aumenta l'efficacia antiemetica.
Proteina prodotta dai macrofagi.
Oltre ad essere capace di legare ioni calcio (Ca++), questa proteina, nel tessuto nervoso, ha un’azione neurorigenerante, ovvero agisce come una neurotrofina (fattore di crescita) capace di promuove la ricrescita degli assoni nervosi.
(Yin Y et al. Oncomodulin links inflammation to optic nerve regeneration, Proc Natl Acad Sci USA. 2009 Oct 29)
L’assenza della rigenerazione nervosa nelle fibre nervose lesionate del sistema nervoso centrale ha sempre frustrato gli scienziati e i ricercatori di tutto il mondo, ma i ricercatori del Children’s Hospital di Boston hanno scoperto un fattore di crescita naturale, l’Oncomodulina, che potrebbe essere una risposta adatta ai danni provocati dalle malattie nervose come il glaucoma, i tumori, i traumi, le lesioni spinali e gli ictus.
Il dottor Yugin Yin ed il dottorando Larry Benowitz, due neuroscienziati dell’Harvard Medical School, hanno effettuato studi sul nervo ottico, che connette le cellule nervose della retina al cervello ed è usato frequentemente come un modello negli studi sulla rigenerazione nervosa.
Negli studi sui ratti con il nervo ottico lesionato, aggiungendo l’oncomodulina con altri fattori che promuovono la crescita, la ricrescita degli assoni raddoppiava. In un altro esperimento l’oncomodulina era mischiata con uno zucchero mannosio e con la forscolina, che aiuta i recettori delle cellule a diventare sensibili ai messaggeri della proteina e questa combinazione era più potente del fattore neurotrofico ciliare nelle stesse condizioni.
L’oncomodulina era nota tra gli scienziati da più di vent’anni, poiché era presente nelle cellule tumorali e nella placenta prima che venisse scoperta anche negli assoni delle cellule nervose dell’occhio.
La teoria dietro la scoperta dell’oncomodulina è: dopo una lesione all’occhio avviene una reazione infiammatoria che stimola i macrofagi che sono cellule immuni ad attaccare gli assoni e a rilasciare una proteina non identificata che provoca la rigenerazione nervosa. Ma affinché l’oncomodulina possa funzionare c’è bisogno di un agente che dovrebbe aumentare l’AMP ciclico, che inizia le varie reazioni cellulari ed aiuta il recettore dell’oncomodulina a funzionare sulla superficie delle cellule.
Esiste un altro duplice approccio avanzato da Benowitz e dal suo collega Dietmar Fischer, in cui gli inibitori naturali della cre! scita de gli assoni vengono soppressi e i fattori di crescita vengono attivati, e tutto ciò potrebbe dare dei risultati incredibili.
L’uso dell’oncomodulina sugli uomini è ancora nella sua fase iniziale, ma la sua scoperta ci ha imbarcato in un viaggio pieno di speranza per quanto riguarda il trattamento delle malattie invalidanti e intrattabili come il glaucoma e la lesione spinale.
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