Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Diminuzione della quantità di liquido seminale nelle eiaculazioni.
Si dice di acqua minerale con basso contenuto di sali; in particolare, secondo la legge italiana, è definita oligominerale l'acqua che, riscaldata a 180 °C, presenti un residuo fisso inferiore a 500 mg/l. Le acque oligominerali sono essenzialmente diuretiche: vengono infatti rapidamente assorbite e rapidamente eliminate attraverso i reni. L'assunzione quotidiana di 1-2 l. di acqua oligominerale favorisce l'eliminazione delle scorie azotate dall'organismo ed è un valido contributo alla prevenzione della calcolosi renale.
Condizione in cui le mestruazioni sono distanziate nel tempo da intervalli più lunghi rispetto ai 28-30 giorni del ciclo supposto "normale".
Si parla di oligo-amenorrea quando si alternano cicli molto lunghi ad assenza di ciclo per più di 3 mesi.
Ritardi mestruali che non siano imputabili ad una gravidanza (che deve quindi essere esclusa tramite il relativo test) e che abbiano carattere di sporadicità sono riferiti frequentemente: legati a fattori contingenti di difficile valutazione (ad esempio situazioni di stress fisico e psicologico, diete o cambi di stagione) non rivestono significato patologico. Al contrario il persistere di cicli ritardati deve essere oggetto di indagini adeguate da parte del medico specialista in quanto si potrebbero configurare:
- Sindrome dell'ovaio policistico
- Ovaio multifollicolare
- Triade dell'atleta (stress da eccessiva attività fisica e regole alimentari restrittive)
- Iperplasia surrenalica
- Disturbi del comportamento alimentare come anoressia nervosa e bulimia
- Ipotiroidismo
- Tireotossicosi (ipertiroidismo)
- Iperprolattinemia o tumore alla ghiandola pituitaria
- Stress emotivo o fisico
- Perimenopausa o menopausa precoce
- Malattie croniche o uso di farmaci.
Diminuzione abnorme del liquido amniotico all'interno della cavità uterina. È dovuto a scarsa produzione, o a eccessivo riassorbimento del liquido (conseguente ad alterazioni soprattutto infiammatorie della membrana amniotica), o a malformazioni dell'apparato urinario fetale.
Si parla di o. quando la quantità del liquido amniotico è inferiore ai 200 cm3. La sintomatologia consiste in uno scarso sviluppo dell’utero rispetto all’età della gravidanza, e in una diminuzione dei movimenti fetali, peraltro causa di dolore per la madre.
Detta anche insufficienza mentale, o frenastenia è una sindrome caratterizzata da un deficiente sviluppo dell'intelligenza con difficile adattamento alla realtà; si differenzia pertanto dalla demenza, in cui si verifica un deterioramento delle funzioni intellettive quando queste sono già completamente sviluppate. Le cause possono essere: genetiche, fattori che intervengono nella vita intrauterina (per esempio, malattie infettive o intossicazioni), sofferenze da parto, malattie dell'età infantile. Le cosiddette pseudoligofrenie non sono legate a cause organiche, ma sono legate a fattori di ordine psicologico-ambientale (scarsa stimolazione ambientale, carenze educative scolastiche, affettive ecc.) o a fattori che interferiscono con l'apprendimento (disturbi visivi, uditivi, malattie somatiche di lunga durata, epilessie ecc.). Si distinguono oligofrenìe gravi, medie, lievi, e forme di ritardo mentale (o intelligenza subnormale).
Il quadro clinico è identificato dalla globale alterazione delle funzioni intellettive con turbe psicomotorie e comportamentali; spesso si associano alterazioni della personalità e aspetti psicopatologici (reazioni abnormi, quadri psicotici, in particolare quadri di tipo schizofrenico).
Il trattamento delle oligofrenìe prevede: la correzione delle eventuali cause organiche; misure di tipo rieducativo e riabilitativo per favorire l'adattamento lavorativo, ambientale e sociale (lavoro "protetto"; se possibile, l'insegnamento scolastico elementare ecc.); eventuale terapia con psicofarmaci (con cautela) per disturbi affettivi, comportamentali e psicotici.
Il recupero di questi pazienti dipende largamente dalla gravità del deficit intellettivo; nelle pseudoligofrenie la prognosi è favorevole se si interviene precocemente.
Sinonimo di fenilchetonuria o iperfenilalaninemie.
Gruppo di malattie metaboliche ereditarie, perlopiù autosomiche recessive, legate a difetto enzimatico (vedi enzimopatie), la cui caratteristica comune è l'alto tasso di fenilalanina nel sangue. La fenilalanina è un aminoacido aromatico, che assunto con la dieta viene utilizzato dal nostro organismo direttamente per la sintesi proteica o trasformato in tirosina. La trasformazione della fenilalanina in tirosina richiede la presenza di un enzima (fenilalanina-idrossilasi) e del suo cofattore (tetraidrobiopterina). La tirosina serve per sintetizzare neurotrasmettitori, tiroxina e melanina. Il deficit dell'enzima o del suo cofattore causa un'insufficiente produzione di questi composti, associata a un accumulo di fenilalanina e di suoi cataboliti anomali (acido fenilpiruvico, acido fenillattico, fenilacetico ecc.) con conseguente danno per l'organismo: l'organo più colpito è il cervello. Le iperfenilalaninemìe sono state suddivise in due grandi gruppi: iperfenilalaninemìe benigne e iperfenilalaninemìe maligne. Le prime sono legate al difetto dell'enzima e sono ulteriormente divisibili in tre gruppi, in rapporto al grado di danno cerebrale e di deficit enzimatico, e alla durata della terapia dietetica. Le seconde sono legate al deficit del cofattore, e si possono suddividere in due sottogruppi in rapporto al grado di danno cerebrale, al tipo di deficit del cofattore e alla terapia richiesta. La fenilchetonuria fa parte delle iperfenilalaninemìe benigne, di cui costituisce la forma più grave. I soggetti colpiti da fenilchetonuria, se non trattati sin dalla nascita, presentano: grave ritardo mentale, crisi convulsive, spasticità degli arti. La loro identificazione alla nascita è possibile con il test di inibizione batterica di Guthrie (uno dei principali screening eseguiti a tutti i neonati entro la prima settimana di vita), da confermare con un secondo prelievo e successivamente con esame cromatografico. Un'ulteriore conferma della diagnosi si ottiene dimostrando la condizione di eterozigosi nei genitori del bambino affetto, attraverso altre prove di laboratorio (test da carico orale con fenilalanina o cromatografia). La terapia è data da una dieta con alimenti a basso contenuto di fenilalanina prodotti artificialmente, da mantenere per un tempo variabile a seconda della gravità della malattia. Nelle iperfenilalaninemìe maligne le manifestazioni sono molto più gravi: vi può essere ipo - o ipertonia generalizzata, e anche nei casi meno gravi la deambulazione è ritardata. La terapia consiste in una dieta povera di fenilalanina e nella somministrazione di farmaci tuttora in via sperimentale, i cui risultati in alcuni casi si sono rivelati discreti. Attualmente è possibile identificare i feti affetti da malattia (in genere le madri si sottopongono ad accertamenti avendo già un figlio malato) al quinto mese di gravidanza.
Elementi chimici presenti nell'organismo in minime quantità (tracce) generalmente sotto forma di sali minerali. Gli oligoelementi hanno funzione di enzimi catalizzatori nel metabolismo cellulare (vedi minerali essenziali). Si usano nelle terapie omeopatiche a scopo antitossico e battericida e per modificare la predisposizione a certe patologie.
|