Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Diffusione spontanea, unidirezionale, di un solvente attraverso una membrana semipermeabile posta tra due soluzioni di quello stesso solvente.
Caratteristica dell'osmosi è che il verso del flusso è diretto sempre dalla soluzione a minore concentrazione verso quella a concentrazione maggiore, con conseguente diluizione della stessa: il fenomeno di diffusione prosegue finché le due soluzioni non raggiungono la stessa concentrazione. La membrana deve essere però in grado di impedire il passaggio delle molecole o degli ioni del soluto, ma non quello delle molecole del solvente: ciò avviene, per esempio, con le membrane cellulari.
Struttura sanitaria, pubblica o privata, destinata al ricovero di ammalati che necessitano di assistenza sanitaria continuativa o di cure e di esami clinici non praticabili, per la complessità degli strumenti diagnostici e terapeutici, né ambulatoriamente né domiciliarmente. Gli enti ospedalieri sono tenuti per legge a ricoverare i cittadini, anche se stranieri, per malattia, infortunio o maternità anche se non sono assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale. È il medico di guardia che decide sulla necessità del ricovero. A seconda del numero e del tipo di reparti di specializzazione presenti nella struttura, gli ospedali si dividono in ospedali di zona, che devono essere dotati dei reparti di medicina generale e chirurgia, oltre che di pediatria e ostetricia-ginecologia; ospedali provinciali, che hanno in più sezioni di ortopedia, oculistica, otorinolaringoiatria, urologia, neurologia, dermatologia, odontoiatria, malattie infettive; ospedali regionali, che offrono assistenza a un bacino di utenza di almeno un milione di persone e possiedono anche divisioni di cardiologia, cardiochirurgia, neurologia, chirurgia plastica, chirurgia toracica, medicina legale.
L'ospedale può anche ospitare centri di formazione medica e sezioni di ricerca oltre che scuole professionali per il personale sanitario e paramedico.
Le ossa sono organi essenziali per l'apparato locomotore (nell'uomo se ne contano circa 200) e sono costituite per la massima parte da un tessuto connettivo particolare, il tessuto osseo, che si distingue in compatto e spugnoso; altre componenti delle ossa sono il periostio, un tessuto connettivo che le ricopre esternamente, e l'endostio, che invece ricopre le cavità interne, le parti cartilaginee e il midollo osseo, un tessuto interno con attività emopoietica (ossia di produzione di elementi del sangue).
Le ossa possono essere suddivise in tre grandi gruppi, a seconda della forma: ossa lunghe, brevi, larghe (o piatte). Le prime (ulna, tibia, perone e altre) hanno forma allungata e sono formate da una parte tubolare (la diafisi) e dalle parti terminali (le epifisi ossee). Le ossa brevi hanno le tre dimensioni pressoché uguali (vertebre, tarso ecc.) e sono formate prevalentemente da tessuto spugnoso, rivestito da tessuto compatto.
Le ossa larghe hanno lunghezza e larghezza nettamente superiori allo spessore (ossa della volta cranica) e sono composte da due strati di tessuto osseo che racchiudono un tessuto spugnoso (diploe). Il tessuto osseo è molto resistente, ma se viene sollecitato eccessivamente le ossa possono rompersi, ossia fratturarsi; tuttavia le ossa sono gli unici organi in grado di guarire ripristinando la loro struttura primitiva. Oltre alla loro importanza per l'apparato locomotore e alle funzioni di protezione degli organi interni (gabbia toracica), un'altra importante funzione delle ossa è quella di fungere da riserva di calcio e fosforo per l'organismo.
Prodotto del metabolismo che si forma nelle cellule in una tappa del ciclo di Krebs, per ossidazione dell'acido malico.
L'àcido ossalacètico è anche prodotto dall'acido aspartico attraverso un processo di transaminazione, che consente l'utilizzazione degli aminoacidi asparagina e acido aspartico per la neosintesi del glucosio.
Sali dell'acido ossalico.
Sostanza contenuta in abbondanza in certi alimenti, come gli spinaci, il rabarbaro, il cacao, il tè, le mandorle. Un aumentato assorbimento di àcido ossàlico, e quindi il suo passaggio in grandi quantità nelle urine, può essere causato da condizioni di malassorbimento (sindrome da polluzione batterica, malattie croniche infiammatorie intestinali, pancreatite cronica), da introduzione eccessiva di alimenti contenenti questa sostanza, e da una rara malattia ereditaria chiamata iperossaluria primitiva. La presenza di alte quantità di àcido ossàlico nelle urine può portare a malattie renali (nefropatia tubulo-interstiziale) e alla formazione di calcoli renali (calcoli di ossalato di calcio).
Disturbo del metabolismo caratterizzato da aumentata produzione ed eliminazione di acido ossalico nelle urine, di norma sotto forma di ossalato di calcio.
Essa può apparire con le note di una malattia diatesica legata o meno ad altre alterazioni del ricambio (diatesi ossalica), oppure quale espressione di errori metabolici a carico delle sostanze formatrici dell'acido ossalico o di difetti funzionali degli organi che presiedono al suo metabolismo, nel qual caso sarebbe più giusto parlare di ossaluria sintomatica. È questa la forma più frequente e meglio studiata di ossaluria.
Per la cura si consiglia una dieta povera di alimenti ossalofori e ossaligeni, l'uso dei mezzi che favoriscono la solubilità dell'acido ossalico, nonché di quelli (insulina) atti a influenzare il ricambio degli idrati di carbonio.
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