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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.

Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di riccardo (del 26/11/2013 @ 14:56:30, in Lettera P, visto n. 996 volte)
Fenomeno per cui una patologia investe, più o meno contemporaneamente, ampie aree geografiche dell'intero pianeta. Si può pertanto immaginare la pandemìa come una particolare forma di epidemia che, nel volgere di poco tempo, conseguente al grado di contagiosità del microrganismo causale, travalica i confini di una nazione, espandendosi nei diversi continenti. Al di là degli esempi storici (peste, tifo ecc.), oggi l'esempio più evidente di pandemìa è rappresentato dall'influenza, la quale, con periodicità circa annuale, si presenta in molte parti di più continenti quasi contemporaneamente.
 
Di salute (del 06/10/2007 @ 13:49:42, in Lettera P, visto n. 1487 volte)
Il pandoro è un dolce da forno a lievitazione naturale dalla tipica forma conica, a stella, originario di Verona (o forse in questa città è stata perfezionata una ricetta preesistente). Il nome deriva dal colore della sua pasta, gialla dorata per via delle uova utilizzate per prepararla. Le origini di questo dolce sono incerte; secondo alcune fonti risale alla fine dell’Ottocento in Italia, secondo altre deriverebbe da dolci francesi ben più antichi. Alcuni lo collegano addirittura a una ricetta risalente ai tempi di Plinio. In ogni caso, la prima ricetta di un dolce corrispondente al pandoro si trova a Venezia, nel Settecento, mentre nel 1894 venne assegnato il primo brevetto industriale per questo prodotto. L’apporto calorico di questo dolce varia a seconda della ricetta utilizzata per la preparazione (380-450 kcal/100 g). INFO AL. – CIBO DINAMICO - Carboidrati: 45,3; proteine: 8,3; grassi: 19,5; acqua: 27; calorie: 390.
 
Di salute (del 06/10/2007 @ 13:50:13, in Lettera P, visto n. 1260 volte)
Il pane può assumere forme differenti ed è l'alimento di base della civiltà occidentale, in contrapposizione al riso per le civiltà orientali; ha assunto anche una sua importanza nell'ambito di varie cerimonie religiose. Il pane nacque 6.000 anni fa ca. quando dal consumo di semi tritati si passò alla trasformazione in una pappa, ottenuta mescolando i semi con acqua e latte; il pane nella sua forma solida era sicuramente già noto agli egizi (una pittura nella tomba di Ramsete III risalente al 1150 a. C. mostra un panificio). La scoperta del lievito (probabilmente verso il 500 a. C.) migliorò la qualità e il pane incominciò a essere cotto nel forno. Gli ebrei utilizzavano il pane con lievito quotidianamente, riservando quello azzimo alle cerimonie religiose. I greci e i romani incominciarono a utilizzare il pane lievitato solo qualche secolo più tardi; nel 300 d. C. a Roma si contavano 250 panetterie. Il pane assunse sempre più il ruolo di alimento principale, tanto che il primo codice legislativo tedesco stabiliva per la famiglia di un fornaio ucciso un indennizzo triplo (1220). Nel medioevo il pane fu comunque alimento per ricchi: ai poveri erano riservati prodotti pesanti, contenenti un'alta quantità di crusca. In alcuni paesi nordici il pane era addirittura prodotto con cortecce di abete e paglia. Il pane bianco è quello ottenuto dalla farina di frumento, mentre il pane nero o integrale è ottenuto da farina che contiene anche la crusca. Il pane può essere all'olio, al latte, di segale (tipico delle regioni montane), ai cereali, aromatizzato. In base alla forma sono noti la michetta milanese, il toscano (grande, con crosta dura e senza sale), l'arabo (tondo, chiaro, senza mollica, morbido per incompleta cottura della pasta), il carasau (o carta musica, sardo, formato da dischi sottili di semola, a lunga conservazione), il francese (a filone o a panino, con crosta dura), la ciabatta (con crosta croccante e mollica alveolata, di forma allungata), il pugliese (grande e salato, fatto con farina di grano duro), il carré (di forma rettangolare). Da un punto di vista nutrizionale il pane è un alimento dinamico; dalle 240 kcal/100 g circa del pane integrale, si arriva a quasi le 350 del pane al latte. Di seguito le informazioni sul pane bianco comune. INFO AL. - Carboidrati: 53,2; proteine: 6,8; grassi: 1,6; acqua: 29; calorie: 254
 
Di riccardo (del 26/11/2013 @ 15:00:21, in Lettera P, visto n. 933 volte)
Alimento ottenuto dalla cottura in forno di un impasto di farina di frumento, acqua, lievito ed eventuali condimenti. Il valore nutritivo del pane dipende dalla farina con la quale è prodotto. Generalmente il contenuto in proteine, vitamine e sali minerali delle farine diminuisce proporzionalmente al loro grado di raffinazione e contemporaneamente aumenta il loro contenuto in amidi. Il pane comune, per esempio, è preparato con farine di prima scelta (di tipo 00, 0, 1, 2), ma è povero di vitamine del gruppo B, di fosforo e di ferro; il pane integrale è ricco di cellulosa, di fosforo, di azoto, di ferro e di vitamine del gruppo B, ma non sempre è ben tollerato, a causa dell'alto contenuto di fibre indigeribili. Nella produzione di "pane all'olio", poi, è previsto l'uso di condimenti quali lo strutto, l'olio d'oliva o anche il burro. Il potere calorico del pane dipende sia dalla qualità di farina usata, sia dalla presenza degli eventuali grassi usati come condimento, oltre che dalla percentuale di acqua contenuta. Il pane integrale contiene un minor numero di calorie (245 per 100 g) rispetto al pane comune (280-290 per 100 g) perché, a parità di peso, contiene meno amido e più fibra che non ha potere energetico. I grissini e i crackers contengono sempre meno acqua, più proteine e più grassi rispetto al pane e perciò, contrariamente a una convinzione molto comune, sono di circa il 40% più calorici: 60 g di grissini dal punto di vista calorico corrispondono a circa 100 g di pane. Il pane può anche essere non lievitato, detto perciò azzimo, soprattutto nel caso sia da conservare per lunghi periodi. Tale non è però il biscotto del marinaio, detto anche "galletta", cibo di lunga durata (anche mesi) tipico della marineria a vela, che è proprio un "bis-cotto", cioè cotto due volte; anche diversi pani regionali italiani sono azzimi.
 
Di riccardo (del 26/11/2013 @ 15:21:31, in Lettera P, visto n. 1347 volte)
La PESS rappresenta una complicazione tardiva dell'infezione da virus del morbillo. Il virus morbilloso è stato dimostrato nel tessuto cerebrale con il microscopio elettronico ed è stato isolato da biopsie cerebrali; è stata dimostrata la presenza dell'antigene del morbillo nel tessuto cerebrale mediante tecniche che impiegano anticorpi fluorescenti. La PESS è stata descritta in bambini che non avevano riferimento anamnestico di morbillo, ma ai quali era stato somministrato il vaccino anti-morbillo, benché qualcuno di questi casi possa essere stato il risultato di un morbillo non diagnosticato nel primo anno di vita. La PESS si verifica in circa 6-22 casi di morbillo su 1 milione. Con il vaccino l'incidenza è anche più bassa, di circa 1 caso per milione di dosi di vaccino, e alcuni casi possono essere dovuti a un morbillo non riconosciuto prima della vaccinazione. I maschi sono colpiti più frequentemente delle femmine. La malattia insorge abitualmente prima dei 20 anni di età. La PESS è estremamente rara negli USA e nell'Europa Occidentale. La PESS causa deterioramento intellettivo, convulsioni e anomalie motorie. I primi segni sono spesso un ridotto rendimento scolastico, perdita della memoria, cambiamenti repentini dell'umore, distrazione, insonnia e allucinazioni. Le convulsioni fanno seguito alle alterazioni mentali e inizialmente sono costituite da spasmi mioclonici. Possono anche verificarsi crisi di grande male. I pazienti mostrano un ulteriore declino intellettuale, alterazioni della parola e movimenti involontari anomali. Compaiono movimenti distonici e periodi transitori di opistotono. Più tardivamente, possono comparire rigidità della muscolatura corporea, difficoltà alla deglutizione, cecità corticale e atrofia ottica. In molti pazienti si verificano corioretinite focale e altre anomalie del fundus. Nelle fasi finali, il paziente diviene progressivamente rigido, con segni intermittenti d'interessamento ipotalamico (p. es., ipertermia, sudorazione, disturbi della pressione arteriosa e del ritmo cardiaco). La malattia, quasi sempre fatale nell'arco di 1-3 anni (spesso con un quadro terminale di polmonite), presenta talvolta un decorso più protratto, con deficit neurologici pronunciati. Alcuni pazienti subiscono anche remissioni ed esacerbazioni. I farmaci antivirali si sono rivelati inutili. È stato riportato che l'inosiplex e l'interferone alfa intratecale rallentano la malattia, ma la loro efficacia è controversa. In genere, è possibile soltanto una terapia sintomatica con anticonvulsivanti e con misure di supporto. La maggior parte dei pazienti muore entro 2-4 anni dalla diagnosi. Eccezionalmente anche dopo 19 anni.
 
Di salute (del 06/10/2007 @ 13:51:51, in Lettera P, visto n. 1270 volte)
È il tipico dolce milanese a forma di cupola fatto con farina, lievito, uova, burro, zucchero, impastato con uva sultanina e piccoli dadi di cedro candito. Il panettone ha come antenato il pane grande e tondo, ricco di frutta, uva passa, canditi, spezie e miele, che veniva usato nei riti cristiani (le donne per aiutarne la lievitazione tracciavano una croce con la fede nuziale sull'impasto). La nascita nella forma attuale sembra risalire al '400 quando la leggenda ne attribuisce la creazione al nobile Ughetto ("ughetta" in milanese è l'uva passa) Atellani o a un garzone di fornaio, Toni, che, per sostituire il dolce malriuscito del suo padrone, usò tutto quello che trovò in bottega (pan di Toni). P. Verri già lo chiamava pane di tono (pane grande). La ricetta era comunque alquanto laboriosa e il panettone poté diventare uno dei dolci natalizi più diffusi solo quando la grande industria (Motta e Alemagna) negli anni '50 riuscì a produrlo in notevoli quantità. Angelo Motta creò l'odierno panettone alto, fasciando l'impasto con carta sottile in modo da farlo crescere verticalmente. Stranamente il dolce viene consumato solo in un periodo molto limitato dell'anno. Nel milanese è usanza mangiare una fetta del panettone conservato da Natale il giorno di S. Biagio (3 febbraio). L'usanza si è sparsa in molte altre zone d'Italia e sancisce lo "smaltimento" dei panettoni natalizi. Sicuramente il panettone (e il suo cugino, il pandoro) è una delle mine vaganti dei pranzi di fine anno. Infatti è fra i dolci meno sazianti (se ne può mangiare cioè una grande quantità prima di sentirsene sazi), ma anche fra quelli calorici: mediamente 380 kcal (quelli artigianali arrivano anche a 450 kcal per 100 g) e anche quelli dietetici non scendono sotto le 335 kcal. Per consumarlo è consigliabile mangiarlo bevendo una bevanda calda (tè o cappuccio): l'indice di sazietà aumenta moltissimo e si evita un'abbuffata ingiustificata. INFO AL. – CIBO DINAMICO - Carboidrati: 55; proteine: 7; grassi: 13; acqua: 27; calorie: 365.
 
Di dr.psico (del 14/07/2007 @ 21:52:31, in Lettera P, visto n. 1580 volte)
L'attacco di panico è descritto da chi lo vive come un'esperienza terribile di paura, spesso inattesa e improvvisa. Vari i sintomi: tachicardia, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, paura di morire o di impazzire, brividi o vampate di calore. E’ ovvio che la paura di un nuovo attacco può portare ad un vero e proprio disturbo di panico, più per "paura della paura" che altro. La caratteristica essenziale del Disturbo di Panico è la presenza di Attacchi di Panico ricorrenti, inaspettati, seguiti da almeno 1 mese di preoccupazione persistente di avere un altro Attacco di Panico.
 
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