Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Ormone polipeptidico prodotto dalle ghiandole paratiroidi. La sua principale funzione è di mantenere entro limiti fisiologici la concentrazione di calcio nei liquidi dell'organismo. A questo fine il paratormone esercita un controllo del bilancio dello ione calcio a tre livelli: renale, intestinale e osseo, attraverso complessi meccanismi. A sua volta il livello della calcemia (cioè della quantità di calcio nel sangue) influenza la quantità di paratormone secreto. In sintesi, in situazioni di ipocalcemia si osserva un aumento della produzione di paratormone; il contrario avviene in caso di ipercalcemia. Nella regolazione del metabolismo del calcio intervengono altri fattori ormonali (per esempio, la calcitonina, con azione antagonista al paratormone) e metabolici, quali i livelli ematici di altre sostanze inorganiche, in particolare del magnesio e dei fosfati.
Termine generico con cui si indica il tessuto proprio e funzionalmente differenziato di un organo (parènchima epatico, parènchima polmonare, parènchima renale), in contrapposizione al tessuto di sostegno (o stroma), che costituisce invece la trama di supporto dell'organo. Ogni organo, infatti, è in genere costituito in parte da una struttura di sostegno rappresentata da elementi connettivali, e in parte da elementi differenziati e specifici per la funzione dell'organo stesso.
Si dice della somministrazione di farmaci che vengono introdotti attraverso le varie forme di iniezione (endovenosa, intramuscolare, sottocutanea, endoarteriosa, endocardica, intrarachidea, intrarticolare, perineurale), ossia per una via diversa da quella orale o rettale.
Riduzione parziale della motilità volontaria diminuzione di un distretto muscolare.
Si distingue dalla plegia o paralisi propriamente detta, in cui vi è la perdita completa non irreversibile dell'attività motoria; il termine paralisi è comprensivo di tutte le forme di paresi (paralisi parziale) e di plegia (paralisi totale).
Alterazioni soggettive della sensibilità che si manifestano o in assenza di stimoli (sensazioni anormali e spontanee di formicolio, punture di spilli, caldo e freddo, acqua che scorre), o come ritardi nella percezione. Si riscontrano nelle lesioni del nervo periferico, nelle malattie midollari, nelle lesioni del tronco encefalico, del talamo, della corteccia sensitiva, e perciò non sono specifiche. Pare che alla base delle parestesìe vi sia un processo irritativo o la riduzione di un processo inibitorio sulla trasmissione sensitiva.
Regione della corteccia cerebrale, ricoperta dall'osso parietale, delimitata dalle scissure di Rolando, di Silvio e parietooccipitale.
Il giro postcentrale, che è il giro più
anteriore del lobo parietale, accoglie la corteccia interessata alle sensazioni somatiche (corporee).
Quest’area è detta corteccia somatosensoriale.
Altre regioni del lobo parietale mediano aspetti dell’attenzione del linguaggio e una varietà di altre funzioni.
l'area postrolandica dei lobi parietali integra gli stimoli somestesici per il riconoscimento e il ricordo di forme,
strutture e pesi. Le aree più posterolaterali consentono accurate relazioni visuo-spaziali, l'integrazione della propiocezione con le altre sensibilità, la percezione della
posizione delle varie parti del corpo.
Nell'emisfero dominante, l'area parietale inferiore è preposta alle funzioni matematiche ed è strettamente correlata al riconoscimento del linguaggio e alla memoria per le parole.
Il lobo parietale, non dominante, integra il lato sinistro del corpo con l'ambiente circostante.
Ampie lesioni parietali inferiori dell'emisfero dominante generalmente il sinistro) sono comunemente associate ad afasia grave. Lesioni meno estese a questo livello, causano aprassia, difficoltà di calcolo, e talora disorientamento destra sinistra e agrafia.
Osso del neurocranio, pari e simmetrico, contribuisce a formare la volta cranica.
Di forma quadrilatera incurvata a concavità rivolta in basso e medialmente; superiormente viene a contatto diretto con il parietale controlaterale, articolandosi nella sutura sagittale o interparietale, anteriormente con l'osso frontale e posteriormente con quello occipitale.
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