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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.

Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di salute (del 25/06/2007 @ 11:50:23, in Lettera P, visto n. 24828 volte)
E’ una parassitosi causata da un insetto (piattola), il Phtirus pubis, appartenente all’ordine Anoplura, famiglia Pediculidae, differente da quelli che causano le pediculosi del cuoio capelluto e del corpo. Vive esclusivamente sull’uomo, nutrendosi in maniera quasi continua di sangue grazie al particolare apparato buccale dotato di un rostro retrattile, munito di denti. Piccolo e rotondo (il maschio è lungo 1 mm, femmina 1.5 mm) ha tre paia di zampe: la presenza di grossi artigli al 2° e 3° paio di zampe gli permette di aggrapparsi ai peli dell’ospite, nelle pause di riposo. Peli non solo pubici, ma anche del perineo, delle cosce, dell’addome, delle ascelle, delle ciglia e delle sopracciglia. Le ciglia sono l’habitat più naturale nel bambino, in quanto è privo della pelosità pubica: il contagio, in questo caso, più spesso è materno. La femmina produce circa 25 uova che vengono depositate alla base dei peli ai quali sono adese grazie a materiale chitinoso da essa prodotto: il loro colore è bruno-chiaro. Nell’arco di sette giorni esse si schiudono e dopo tre mute l’insetto raggiunge lo stato adulto. Vive circa un mese. Poiché la piattola non abbandona l’ospite essendo poco mobile, la trasmissione della malattia avviene attraverso stretto contatto fisico e per questo è inclusa nell’elenco delle malattie trasmesse sessualmente: il rischio di acquisirla dopo un rapporto sessuale è di circa il 95%. Meno probabile acquisirla attraverso biancheria o vestiti. La presenza della pediculosi è svelata dall’intenso prurito, notturno soprattutto, localizzato all’area pubica. L’esame obiettivo svela la presenza delle piattole e delle lendini adese ai peli; sugli indumenti intimi è possibile osservare macchiette puntiformi color ruggine (feci del pidocchio) o rosse (sangue). Meno comunemente si trovano le cosiddette macule cerulee (chiazze lenticolari grigio-bluastre di 1-3 mm di diametro) sull’addome, sulle natiche, sulle cosce, dovute all’azione della puntura del parassita. La terapia si basa sull’uso di sostanze topiche da applicarsi il 1° e 8° giorno nelle zone interessate dall’infestazione. Analogamente va trattato il partner sessuale ed i familiari che fossero parassitari. Non è necessario radere i peli. Dal momento che la malattia viene comunemente trasmessa per via sessuale occorre una accurata anamnesi genitourinaria e sessuale, prendendo in considerazione altre malattie trasmesse sessualmente, con relative indagini sierologiche.
 
Di salute (del 25/06/2007 @ 11:50:53, in Lettera P, visto n. 6958 volte)
E’ una infestazione causata dal pidocchio (Pediculus humanus capitis, ordine Phthiraptera, subordine Anoplura), piccolo insetto parassita adattatosi a vivere esclusivamente sul cuoio capelluto dell’uomo. La femmina adulta, un po’ più grande del maschio, misura 2.4-3.5 mm., ha forma ovoidale, appiattita dorso-ventralmente, colore dal grigio al nero. Essa depone mediamente 10 uova (lendini) al giorno, fino ad un totale di circa 300. Le lendini, attaccate ai capelli grazie ad una resina prodotta dalla stessa femmina, sono di colore simile alla cute, lunghe circa 1mm; dopo 7-10 giorni di incubazione alla temperatura di 30-35 °C la ninfa fuoriesce (è simile agli adulti). Si nutre di sangue sino a 6 volte al giorno e nel giro di tre mute raggiunge la maturità. Si ha una generazione completa in 3-4 settimane, con una durata della vita di circa 40 giorni. I pidocchi si nutrono esclusivamente di sangue ed ogni femmina ne sottrae circa 1 mg al giorno. Le lendini schiuse assumono un colore biancastro, diventando perciò più evidenti. La trasmissione della parassitosi, poiché il pidocchio è incapace di volare o saltare, avviene per contatto testa-testa, mentre è meno frequente attraverso spazzole, pettini o copricapo, in quanto esso non sopravvive più di 1-3 giorni senza nutrirsi di sangue. La pediculosi del capillizio è diffusa in tutto il mondo, senza distinzione di classe sociale, anche se le condizioni di affollamento e scarsa igiene possono favorirla. Le lendini vengono deposte alla base dei capelli (soprattutto) nella zona occipitale, parietale e retroauricolare; la distanza dell’uovo dalla cute, sapendo che il capello cresce circa 0.3-0.4 mm al giorno, indica quanto tempo è trascorso dalla deposizione. Conoscendo i tempi del ciclo vitale del pidocchio, lendini presenti a più di 1.2 cm dal cuoio capelluto, in assenza di parassiti vivi o dopo adeguata terapia indicherebbero infestazione passata e non presente. La parassitosi si manifesta con prurito dapprima localizzato alle zone di deposizione delle lendini ed in seguito alla nuca e alla parte alta del tronco (prurito a mantellina). Come per la scabbia, l’origine del prurito è principalmente di natura allergica; pertanto tra l’infestazione e la comparsa dei sintomi trascorrerà un periodo di latenza durante il quale è più facile la trasmissione della malattia. Il grattamento può essere causa di lesioni escoriate, impetiginizzazione secondaria con adenopatia cervicale. La diagnosi si basa sul ritrovamento delle lendini che si differenziano dalla forfora in quanto esse non si staccano dal capello quando lo si fa scorrere tra le dita. La terapia si basa sull’uso di sostanze topiche. E’ importante seguire attentamente le istruzioni indicate, al fine di evitare eccessi terapeutici. Sono di solito sufficienti due applicazioni a distanza di otto giorni: questo per eliminare gli eventuali parassiti usciti dopo la schiusa delle lendini, visto il potere scarsamente ovicida dei farmaci antipediculosici. Per eliminare le lendini è conveniente usare un pettine a denti fitti bagnato in acqua e aceto tiepidi, visto che il materiale che mantiene attaccate le lendini al pelo viene rimosso solo con acidi o alcali a caldo. I pettini e le spazzole per capelli debbono essere disinfettati immergendoli in uno shampoo antiparassitario.
 
Di dr.psico (del 08/09/2007 @ 14:27:40, in Lettera P, visto n. 1332 volte)
La pediculosi è l'infestazione da pidocchi, fenomeno prevalentemente riservato ai bambini ma che non risparmia gli adulti. I piccoli sono maggiormente esposti a causa delle loro abitudini di gioco e di socializzazione che portano a un maggior contatto fisico. Pidocchio è il termine zoologico che indica diversi Insetti parassiti della famiglia dei Pediculidi. I parassiti dell'uomo sono il Pediculus humanus capitis, che vive fra i capelli, ai quali fissa le uova (i lendini), il Pediculus humanus corporis, che si nutre sull'epidermide e depone le uova negli abiti, il Phthirius pubis, che infesta il pube. La forma più conosciuta e temuta per i bambini è quella che infesta i capelli. Per quanto priva di conseguenze per la salute, si tratta comunque di una situazione molto fastidiosa e che necessita di un intervento tempestivo. I pidocchi infatti non sono veicolo di patologie, ma la loro presenza può danneggiare il cuoio capelluto e i capelli. Sono lunghi circa un millimetro e difficilmente sono ben identificabili. Risulta più facile distinguere le uova; minuscoli pallini bianchi disseminati tra i capelli sono a questi legati da un peduncolo. L'unico sintomo dell'infestazione è il prurito molto forte, e la conferma della presenza dei pidocchi si ha con una semplice esplorazione dei capelli alla ricerca delle uova che, per il loro caratteristico legame ai capelli si distinguono facilmente dalla banale forfora. Il metodo più diretto per eliminare l'agente infestante è l'utilizzo di shampoo e lozioni particolari che uccidono gli insetti e neutralizzano le uova, che vanno poi sradicate dai capelli con un pettine. Generalmente una o due applicazioni sono sufficienti a debellare l'infestazione. Per evitare il contagio occorre non veicolare gli insetti, quindi evitare di toccare i capelli o gli effetti personali di chi è infestato (sciarpe, cappelli, pettini, spazzole).
 
Di dr.ssa Anna Carderi (del 19/12/2013 @ 14:13:21, in Lettera P, visto n. 954 volte)
Disciplina che ha per oggetto quanto concerne la salute psichicofisica e della diagnosi e terapia delle malattie del bambino dalla nascita alla pubertà. La qualifica di pediatra viene raggiunta con la frequenza della scuola di specialità in pediatria (della durata di 5 anni) a cui si può accedere solo dopo la laurea in medicina e chirurgia e l'abilitazione alla professione medica. I requisiti per diventare pediatra negli USA partono, generalmente, da quattro anni di college, dopo i quali si studia medicina per altri quattro anni. Dopo aver completato lo studio di medicina si richiede una specializzazione di tre anni in pediatria. Per essere ufficialmente riconosciuto come tale e lavorare il pediatra deve iscriversi nell'Albo dei Pediatri.
 
Di dr.ssa Anna Carderi (del 19/12/2013 @ 14:06:49, in Lettera P, visto n. 925 volte)
Tendenza omosessuale caratterizzata dall'attrazione di un uomo adulto verso i fanciulli che avviene al di fuori dell'ambito familiare.La pederastia è punita dalle vigenti leggi penali solo se integra una delle fattispecie costituenti delitto contro la libertà personale (per esempio violenza sessuale, corruzione di minorenni) o il pudore e l'onore sessuale (per esempio atti osceni). Il suo significato è pertanto del tutto distinto da quello di pedofilia (che è il desiderio sessuale nei confronti di un/a bambino/a impubere) la quale è senza eccezione alcuna perseguita penalmente.
 
Di dr.ssa Anna Carderi (del 07/01/2014 @ 15:29:54, in Lettera P, visto n. 1595 volte)
Scienza che studia l'educazione e la formazione dell'uomo nel suo intero ciclo di vita. Il pedagogista si occupa dei bambini e dell'infanzia, ma anche di adolescenti, giovani, adulti, anziani e disabili ovvero delle altre fasi della vita. Il fine euristico della pedagogia è l'Uomo che si relaziona con l'altro da sé (educazione) e che si relaziona con se stesso (formazione). Lo studio della pedagogia è stato recentemente rivalutato dalle più alte istituzioni educative italiane, le quali, nel 2010, hanno creato un liceo (il liceo delle scienze umane) che ha come materie base la psicologia, la sociologia ed appunto le Scienze dell'educazione e della formazione riunite in uno studio di un'unica materia chiamata Scienze umane. Da insegnante, poi educatore, dei bambini, il moderno pedagogista si occupa della persona per l'intero arco della sua vita. In Italia, il pedagogista è un professionista, specialista, dirigente, coordinatore, in possesso di laurea quadriennale (DL) (vecchio ordinamento) o di laurea specialistica (LS), o di laurea magistrale (LM) quinquennale o 3+2. Il moderno pedagogista si occupa della persona per l'intero arco della sua vita. La sua figura differisce dall'educatore professionale in possesso di laurea triennale (L) seguita poi dalla laurea Magistrale (LM) di due anni in scienze dell'educazione. Il laureato in Scienze della Formazione Primaria invece è in possesso di una laurea quadriennale (DL) vecchio ordinamento o di laurea magistrale (LM) 5 anni nuovo ordinamento con inclusa l'abilitazione; egli può insegnare nelle scuole d'infanzia e nelle scuole primarie, il futuro insegnante si inserirà nelle graduatorie ad esaurimento di I fascia divise per regioni, provincie, distinte per scuola dell'infanzia, scuola primaria, lingua inglese, sostegno. Oggetto della disciplina. Le istituzioni dell'educazione formale devono tener conto dei principi della pedagogia nella stesura del progetto educativo. Il destinatario dei prodotti teorici e pratici della pedagogia è l'uomo, che è il soggetto agente e, nel contempo, anche l'oggetto primario delle pratiche educative. Egli è il destinatario di questa scienza e, pertanto, il fine di tutta la ricerca pedagogica. Il suo fine ultimo, secondo Pellerey è di costituire modelli di intervento educativo spendibili nella pratica educativa immediata. Per fare questo la pedagogia rivisita e rielabora modelli di intervento già proposti e/o attuati, ed esamina e valuta risorse, strumenti e contesti già disponibili per progettare e attuare un intervento educativo; fatto ciò, la pedagogia - sempre per il Pellerey - organizza strategicamente le sue conoscenze per individuare un possibile percorso educativo da realizzare ed elabora un progetto che sta alla base dell'intervento educativo da attuare. È grazie alla progettazione che la pedagogia può formulare le basi di un intervento educativo riferito però a uno specifico contesto: non si può creare un progetto educativo unico per tutto e tutti, ma la pedagogia si fa carico dell'analisi di ogni problematica presentata progettandone una possibile risoluzione. Diverse sono le forme in cui opera la pedagogia: Pedagogia sociale: opera all'interno delle problematiche sociali; Pedagogia della politica: si occupa dell'educazione dell'uomo in quanto cittadino; Storia della pedagogia: analizza la condizione epistemologica della pedagogia stessa e la incentra nel quadro scientifico generale; Pedagogia dei contesti formali: opera per la Scuola e i contesti educativi formalmente adibiti all'educazione e alla formazione; Pedagogia speciale: si occupa sostanzialmente dell'educazione dei soggetti con bisogni educativi speciali, come le persone con disabilità, favorendo la loro inclusione scolastica e sociale lungo tutto l'arco di vita; Pedagogia sperimentale: si occupa della ricerca scientifica in pedagogia; Pedagogia degli adulti: anche detta Educazione degli adulti, si occupa delle problematiche specifiche degli adulti, come la rieducazione e formazione continua; Psicopedagogia: si occupa degli aspetti psicologici riferiti alle problematiche pedagogiche; Pedagogia comparativa: anche detta Educazione comparata, si occupa dell'analisi delle pratiche educative in rapporto ai sistemi educativi e formativi di altre nazioni e culture; Pedagogia della Famiglia: si occupa delle problematiche specifiche dell'infanzia e della famiglia; Pedagogia Ludica: studia gli aspetti pedagogici dei giochi, in particolare si occupa del ruolo che hanno i giochi nell'apprendimento delle capacità motorie e di orientamento. Pedagogia Clinica: disciplina pedagogica dedicata alla persona che vive con disagio i cambiamenti, che deve affrontare nel corso della sua vita. Applicando metodi e tecniche proprie per facilitare il benessere. Potrà esercitare la sua azione in agenzie educative, in strutture pubbliche e private che si occupano, dall'infanzia all'età adulta, di persone con profondi bisogni specifici. In particolare è in grado di assumere ruoli molto qualificati nell'ambito della consulenza, supervisione, formazione, direzione, coordinamento, progettazione, docenza, nelle seguenti aree: area socio-educativa e socio-assistenziale: centri socio-educativi, centri occupazionali diurni, centri di accoglienza per disabili, asili nido, cooperative di lavoro deputate all'accoglienza delle persone con disabilità, oratori, ludoteche, centri di aggregazione giovanile, consultori, centri per le famiglie, servizi di sostegno alle famiglie, servizi di mediazione familiare, comunità residenziali per disabili, comunità residenziali per minori, servizi per minori stranieri, servizi di operatori di strada, clownterapia, servizi socio-culturali, informa giovani, servizi socio-educativi degli enti locali, servizi per la tutela dei diritti dell'infanzia, cooperative sociali; centri di recupero per tossicodipendenti; servizi educativi in carcere (se si supera un concorso); telefoni rosa e azzurri e centri per la violenza su donne e su minori servizi per l'inserimento lavorativo mirato per soggetti disabili o problematici; per le mansioni riferite alla consulenza pedagogica e alla progettazione area scolastica: servizi di consulenza pedagogica nei CIC nelle scuole comunali e provinciali, coordinamento pedagogico speciale nelle Scuole dell'infanzia, progetti di intervento speciale per soggetti disabili, progetti di prevenzione del disagio sociale, della dispersione scolastica, del bullismo, servizi per l'orientamento, servizi di dopo-scuola e attività educative extrascolastiche, centri di formazione professionale; area giuridica: affido, adozione, situazioni di abuso e maltrattamento di minori, criminalità minorile, nuove dipendenze.(nei tribunali ordinari come CTU e CTP e tribunali minorili e di sorveglianza come giudice onorario non togato anche se possono farlo tutti). area privata: il pedagogista può trovare collocazione, in qualità di dipendente o libero professionista aprirsi uno studio privato o studio associato con colleghi: pedagogisti, avvocati, psicologi, filosofi, sociologi, medici, assistenti sociali specializzati, antropologi. Il pedagogista può, inoltre, operare in qualità di libero professionista in tutti i settori previsti dal ruolo. L'esercizio della professione comprende l'uso di strumenti conoscitivi, metodologici e di intervento per la prevenzione, la valutazione e il trattamento dei disagi manifestati dalle persone nei processi di apprendimento e/o formazione-educazione.
 
Di salute (del 06/10/2007 @ 14:24:08, in Lettera P, visto n. 1208 volte)
Il pecorino è un formaggio stagionato a pasta dura prodotto con latte di pecora intero, soprattutto in Toscana, Lazio, Sicilia e Sardegna, ma anche in alcune zone dell’Italia settentrionale (Liguria, Piemonte, Vento e Friuli). La pasta è dura e compatta, di colore bianco o paglierino; la crosta è spessa e compatta. Il pecorino è un formaggio di origini antiche, tanto da essere già citato in documenti che risalgono al primo secolo a.C.; veniva ricavato dal latte prodotto dalle greggi di pecore che pascolavano liberamente nelle campagne laziali. Era apprezzato sia nei banchetti imperiali, sia come alimento per i legionari, grazie alla possibilità di conservarlo molto a lungo. Fra tutti i tipi di pecorino, quello toscano risulta meno piccante, perché nella lavorazione vengono utilizzate, oltre al caglio, anche alcune erbe (come il cardo). I pecorini toscani si differenziano fra loro soprattutto per il tipo di alimentazione degli ovini; ad esempio, nella zona del Chianti gli animali vengono nutriti con erbe nuove, mentre nel senese si alimentano con erbe molto profumate. questo conferisce al formaggio un aroma del tutto particolare. INFO AL. - Carboidrati: 0,1; proteine: 28,5; grassi: 28; acqua: 32,3, calorie: 366.
 
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