Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
L'induzione del travaglio si attua quando si è superata da due settimane la data prevista per il parto o se la salute di mamma e bambino sono a rischio come nel caso di diabete, gestosi, nefropatie gravi, isoimmunizzazione, insufficienza placentare.
Altre situazioni che prevedono l'induzione sono una leggera sofferenza fetale, ovvero quando il battito cardiaco presenta alcune anomalie ma la situazione generale è ancora buona, e la rottura naturale della acque in assenza di contrazioni.
Il processo dell'induzione è molto lento e possono volerci fino a due o tre giorni perché il travaglio riesca finalmente a partire.
Si possono impiegare metodi farmacologici, in particolare l'infusione endovenosa di ossitocina (eventualmente associata a parasimpaticolitici come l'atropina che favoriscono un miglior rilasciamento della cervice uterina) o la somministrazione di prostaglandine (PGF 2alfa) per via vaginale, e metodi chirurgici, tra i quali il più usato è l'amnioressi, cioè l'incisione delle membrane amniocoriali del polo inferiore quando il collo uterino abbia raggiunto almeno 2-3 cm di dilatazione. L'uscita del liquido fa scivolare la testa del bambino verso la vagina e la pressione del cranio del piccolo aiuta l'utero a contrarsi.
L'induzione passo per passo invece consiste nella stimolazione manuale delle membrane
In assenza di complicazioni o urgenze, il primo stadio dell'induzione è la stimolazione delle membrane effettuata solitamente dalle ostetriche. Viene inserito un dito a livello del collo dell'utero e vengono massaggiate le membrane che contengono il liquido amniotico. In questo modo viene stimolata la produzione di prostaglandine naturali.
L'induzione non ha alcun effetto sul feto se non quello di irritarlo con la continua sollecitazione delle membrane. Durante tutta l'operazione il bambino viene continuamente monitorato ed il suo battito cardiaco tenuto sotto stretto controllo.
Il travaglio indotto è solitamente molto doloroso in quanto le contrazioni non sono spontanee ma provocate meccanicamente o farmacologicamente. Quando il travaglio ha inizio non è in crescendo come nei travagli naturali ma le contrazioni sono da subito ravvicinate e provocano un forte dolore. E' quindi consigliabile, dove possibile, scegliere di avvalersi dell'anestesia epidurale.
Metodo di conduzione del travaglio di parto con terapia medicamentosa (sostanze ossitociche, eventualmente in associazione con farmaci antispastici) per accelerare il travaglio e farlo evolvere nel modo migliore.
Quando il bimbo non è in posizione cefalica, viene definito genericamente ‘ podalico ’ e a seconda della parte del corpo che mostrano all’ingresso del bacino materno, si distinguono diverse ‘varietà’. Quando la presentazione podalica è completa, il bimbo è rannicchiato, con le gambe flesse, e all'ingresso del bacino ci sono il sederino e i piedini. Esistono poi vari tipi di presentazione podalica incompleta:
-natiche: il piccolo tiene le gambine allungate davanti al corpo con i piedini davanti alla faccia e si presenta solo con il culetto;
-ginocchia e piedi: si mostra con le ginocchia o con i piedi;
-miste: all’ingresso pelvico si vedono un piede e un ginocchio, una natica e un piede e così via.
E' un parto pretermine che avviene tra il 180° e il 265° giorno a partire dall'ultima mestruazione. La frequenza oscilla tra il 6% e il 15% di tutti i parti.
È responsabile dell'85% delle malattie prenatali e della mortalità neonatale. Il rischio di mortalità neonatale è molto alto fino a 230 giorni e diventa di poco superiore a quello dei nati a termine dopo 242 giorni. Il parto prematuro può essere dovuto a cause materne (malattie acute o croniche come diabete, ipertensione, gestosi del 3° trimestre, malattie infettive), oppure ad alterazioni strutturali dell'utero (insufficienza cervico-segmentaria e fibromi), o a cause fetali (gemellarità, situazione trasversa, morte intrauterina del feto) e a cause placentari e degli annessi (polidramnio, distacco intempestivo di placenta, placenta previa). È inoltre più frequente nelle donne al primo parto, in quelle che hanno avuto molti figli e nelle donne con età superiore ai 35 anni. Considerando il rischio di patologia neonatale dovuta al parto prematuro (vedi pretermine), è importante la sua prevenzione, attuata attraverso l'individuazione delle situazioni a rischio e la messa in opera di misure assistenziali e terapeutiche adeguate, tra le quali è fondamentale il riposo a letto. A tale riguardo è preferibile il decubito laterale sinistro, poiché aumenta il flusso placentare e la perfusione renale materna; posizione alternativa è quella semi-supina.
Espulsione del feto e dei suoi annessi dall'organismo materno. A seconda di come avviene, il parto si distingue in normale (o fisiologico, o eutocico), se si verifica spontaneamente e, in anormale (o patologico, o distocico) quando, in seguito all'insorgenza di complicazioni od ostacoli al suo espletamento, è necessario l'intervento attivo dell'ostetrico.
Il parto a termine si verifica da 275 a 295 giorni dopo l'inizio dell'ultima mestruazione, per cui viene detto precoce se avviene tra il 265° e il 275° giorno, prematuro (o pretermine) se avviene tra il 180° e il 265°, abortivo se prima del 180° giorno, tardivo (o serotino, od oltre il termine) se ha luogo dopo il 295° giorno.
In relazione alla gravidanza post-termine, nella pratica clinica, se le contrazioni non cominciano spontaneamente, l'induzione del parto viene proposta in genere già a partire da 41 settimane + 1 giorno. Questo perché numerosi studi hanno evidenziato un aumento della mortalità e morbilità neonatale dopo le 41 settimane.
Nella specie umana, inoltre, il neonato a termine è comunque caratterizzato da una condizione di notevole immaturità e dipendenza, con raggiungimento della maturità fisica solo dopo un periodo estremamente lungo.
A scopo puramente didattico, il parto può essere suddiviso in 4 fasi:
Fase prodromica
Fase dilatante
Fase espulsiva
Secondamento
Le prime due fasi costituiscono il travaglio che comincia con forti e regolari contrazioni uterine accompagnate da modificazioni a carico della cervice (assottigliamento e dilatazione).
Ascesso che interessa la gengiva e i tessuti circostanti. rappresenta in genere una complicanza della parodontite flemmonosa.
ascesso della gengiva e dei tessuti circostanti. È solitamente una complicanza della parodontite flemmonosa.
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