Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Processo infiammatorio acuto dell'ultima falange delle dita con possibile interessamento dei tessuti molli e ossei. Gli agenti patogeni sono i comuni piogeni (stafilococchi e streptococchi); ma anche altri germi possono esserne causa. Segue a piccole ferite, escoriazioni, punture di ago o di piccole schegge. Per quanto riguarda la sede, il patereccio può essere: superficiale (sottoepidermico o cutaneo) con la formazione di una bolla purulenta sotto o attorno all'unghia (giradito); sottocutaneo; profondo, con interessamento delle formazioni ossee, tendinee e articolari. Il patereccio può rimanere circoscritto, ma non è rara l'evenienza di diffusione all'arto, specie quando sono interessati il 1° e il 5° dito: trattandosi infatti di tenosinovite digitopalmare, la flogosi si diffonde facilmente verso l'avambraccio; spesso forme semplici trascurate evolvono verso quadri di una certa gravità, estendendosi in profondità fino a sepsi generalizzate. Si manifesta con rossore, calore, tumefazione e dolore locale, febbre con brividi, fluttuazione; il patereccio osseo tende a fistolizzarsi, mentre quello articolare sfocia in anchilosi. La terapia prevede cure locali mediante impacchi caldo-umidi ed eventuale incisione chirurgica, e cure generali mediante antibiotici e chemioterapici.
In anatomia, sinonimo di rotula.
Il paté indica una preparazione costituita da un ingrediente di base, che può essere fegato bovino, salmone o prosciutto cotto, passato al setaccio, amalgamato con il burro e aromatizzato con spezie. Il termine è francese e in italiano significa pasticcio. In effetti il pasticcio nasce in epoca antica. I Romani lo consideravano una prelibatezza (pasticium) e ci hanno tramandato molte ricette; nel Medioevo e nel Rinascimento la sua popolarità era grandissima e i modi per prepararlo erano numerosi.
Il paté più noto è forse quello di fegato grasso, il paté de foie gras, preparato con fegato d’oca o d’anatra; anche questa ricetta risale ai Romani, che a questo scopo nutrivano i volatili esclusivamente con fichi secchi, mentre oggi si utilizza prevalentemente il mais. Il contenuto nutritivo del paté varia a seconda degli ingredienti utilizzati: quelli di prosciutto sono mediamente più grassi di quelli di fegato (35% contro 30%) e hanno un contenuto in proteine leggermente inferiore (11% contro 14%). L'apporto calorico varia fra le 340 e le 360 kcal/100 g.
La batata (anche nota come patata dolce o patata americana) è una pianta erbacea perenne originaria dell’America centrale. Ha steli rampicanti che possono raggiungere anche i tre metri di lunghezza, foglie a forma di cuore e fiori bianchi e rosa. Venne introdotta in Europa alla fine del 1.500, dopo la scoperta del continente americano ed è attualmente coltivata anche in Italia, oltre che nelle zone originarie e in quasi tutte le aree subtropicali.
Di questo vegetale si consuma il tubero, che è simile alla normale patata, ma ha un sapore più dolce. Ci sono due tipi di batata, una con tuberi secchi e farinosi, una con tuberi più umidi e ricchi di semi. Oltre al consumo diretto del tubero, la batata viene anche utilizzata per la produzione di fecola (amido) e alcol. Rispetto alla patata, la batata ha un contenuto in carboidrati simile, un apporto minerale, vitaminico e calorico superiore (infatti contiene meno acqua).
La patata (Solanum tuberosum) è una pianta perenne con tuberi carnosi che crescono sotto terra e che costituiscono la sua parte commestibile (le patate che acquistiamo in negozio). Questa pianta predilige i climi temperati caldi e i terreni ricchi di humus. La patata è originaria dell’America centrale e meridionale, in particolare di Perú e Cile, ed è un ortaggio coltivato dall’uomo da diversi millenni; questa lunga pratica agricola ha consentito di mettere a punto varietà che si adattano pressoché a qualsiasi clima.
Il nome patata deriva da batata, termine caraibico che definisce la patata dolce. Questo tubero ha raggiunto le tavole europee solo a partire dalla fine del 1500, a opera degli Spagnoli. Fra i tanti, ne parlò anche Gerolamo Cardano nel De Rerum Varietate (1557): “La papas è un tubero utilizzato come il pane … quando i tuberi vengono fatti seccare sono chiamati chuno; alcuni si sono arricchiti facendone commercio nella provincia del Potosì. Questa radice ha una punta verde come l'Argemone e ha una forma simile alle castagne, ma ha un sapore più gradevole. Si trova anche in altre nazioni vicine e tra gli abitanti della provincia di Quito”.
In seguito si è diffusa in tutto il continente europeo fino a divenire una delle fonti alimentari più utilizzate. Attualmente la sua diffusione è universale ed è la quarta coltura al mondo per estensione, dopo grano, riso e mais. Le varietà sono moltissime, ma si possono riunire in due gruppi: quelle a pasta gialla e quelle a pasta bianca. Le patate, alimento consumato in tutto il mondo, si prestano alla preparazione di una notevolissima quantità di pietanze diverse.
Quelle a pasta gialla sono adatte per essere lessate, cotte a vapore, arrostite, cotte al forno e fritte. Quelle a pasta bianca, più farinose, sono adatte alla preparazione di gnocchi, purè, soufflé e pasticci. Hanno un elevato contenuto di amido, un discreto contenuto di proteine e di vitamina C, per cui costituiscono un ottimo alimento.
Un'avvertenza: è utile conservare i tuberi in locali non illuminati ed eliminarne periodicamente le gemme che tendono a formarsi sulla superficie del tubero. In ogni caso, quando le patate germogliano è meglio eliminarle, perché il contenuto di solanina aumenta nettamente e questa sostanza può provocare diversi disturbi.
INFO AL. - Carboidrati: 18; proteine: 2,1; grassi: 0,5; acqua: 78,5; calorie: 79.
Parte edibile: 83; calorie al lordo: 66.
Forma di sterilizzazione di alcuni alimenti, in particolare del latte. Attraverso questo processo, che prende il nome da Luigi Pasteur (il quale per primo ne mise a punto la tecnica per i mosti), vengono eliminati i microrganismi patogeni, viene ridotta la carica dei batteri saprofiti, mantenendo però integre le qualità nutritive e organolettiche dell'alimento. La pastorizzazione consiste nel trattamento termico secondo due diverse tecniche, dette pastorizzazione alta e pastorizzazione bassa, entrambe a temperature inferiori ai 100 °C. La pastorizzazione bassa, usata solo nelle piccole latterie, è una procedura che sfrutta una bassa temperatura (63-66 °C) e un lungo periodo di contatto (30 minuti). La pastorizzazione alta, usata invece a livello industriale, può essere effettuata o a 72-75 °C per 15 secondi (HTST) oppure a 90 °C per 1 secondo (UHT). Il latte pastorizzato, in conseguenza delle basse temperature utilizzate, risulterà ricco di qualità nutritive e organolettiche, ma a breve conservazione (4 giorni a +4 °C) per il residuo di batteri saprofiti presenti.
Il pasto radiologico è una sospensione acquosa liquida o semiliquida di solfato di bario (opaco ai raggi X per il suo alto peso molecolare), che viene fatta ingerire dal paziente come mezzo di contrasto prima di eseguire una radiografia dell'apparato digerente o di una sua parte.
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