Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Farmaco chemioterapico antiprotozoario impiegato nelle infezioni gravi, per esempio da tripanosomiasi africana e da leishmaniosi viscerali, che non rispondono ad altri chemioterapici. In alternativa all'associazione trimetoprim-sulfametossazolo, la pentamidina è inoltre il farmaco di scelta per il trattamento e la profilassi della polmonite da Pneumocystis carinii, l'infezione opportunista più comune nei pazienti affetti da AIDS. Può dare ipoglicemia e ipotensione. Per evitare dolori locali e ascessi, viene preferibilmente somministrata per via endovenosa, lentamente e sotto stretto controllo medico.
Farmaco analgesico, con proprietà antidolorifiche simili a quelle della morfina, ma più rapide e meno durature. Somministrabile per via orale e parenterale, può esplicare una notevole azione depressiva sul sistema nervoso centrale con analgesia, sedazione, depressione respiratoria (quest'ultima peraltro generalmente di modesta entità). Può determinare: nausea, vomito, allucinazioni, ulcere cutanee e miopatia fibrosa nelle sedi di inoculazione (in caso di terapie croniche). Può antagonizzare l'effetto analgesico della morfina e degli altri analgesici stupefacenti; analogo effetto si ha se due somministrazioni del farmaco si susseguono a breve distanza. Non va quindi somministrata a pazienti che avrebbero bisogno di altri analgesici entro breve tempo o ne abbiano ricevuti da poco.
Vasodilatatore periferico, la cui azione, principalmente rivolta alla circolazione cutanea, aumenta la flessibilità di membrana e il metabolismo degli eritrociti, con diminuzione della viscosità e dell'aggregazione delle piastrine. Può determinare: nausea, vomito, vertigini e cefalea. Utilizzata in caso di arteriopatie periferiche (con efficacia nel 30-50% dei casi), deve essere associata a esercizio fisico e ad astensione dal fumo.
Il peperone (Capsicum annuus) è un ortaggio proveniente dall'America del Sud che ha fatto la sua comparsa sulle tavole europee nel 1500. Secondo alcuni studiosi il centro di partenza della diffusione di questo vegetale è il Brasile, secondo altri la Giamaica. La coltivazione delle numerosissime varietà di peperone è largamente diffusa a livello mondiale (ben 1,26 milioni di ettari), in Asia, America centromeridionale, Africa ed Europa.
La superficie dedicata a questa pianta in Italia si sta progressivamente riducendo e, negli ultimi anni, le importazioni hanno superato le esportazioni. Del peperone consumiamo il frutto, che è una bacca carnosa verde, gialla o rossa; all'interno del frutto si trova la capsicina, un alcaloide che conferisce a questo ortaggio il caratteristico sapore piccante. La caratteristica principale del peperone è il suo elevato contenuto di vitamina C; a parte questo, non presenta altri vantaggi nutrizionali, se non il basso contenuto calorico che lo rende adatto alle diete dimagranti.
Le varietà dolci sono ultimamente quelle preferite dai consumatori, per la migliore digeribilità e appetibilità. Le varietà piccanti sono sconsigliate a chi soffre di ulcera o iperacidità gastrica.
INFO AL. - Carboidrati: 4,2; proteine: 0,9; grassi: 0,3; acqua: 90; calorie: 23.
Parte edibile: 85; calorie al lordo: 20.
enzimi appartenenti alla classe delle idrolasi ed alla sottoclasse EC 3.4.23. Tali enzimi sono solitamente sintetizzati in forma inattiva (sotto la denominazione di pepsinogeno) e costituiscono ad esempio i succhi gastrici contenuti nello stomaco (insieme ad H2O ed HCl secreti dalle ghiandole dello stomaco, più esattamente dalle cellule principali).dopo la pepsina rompe le proteine in pezzi più piccole.
La pepsina è un enzima digestivo contenuto in diverse quantità e concentrazione nei succhi gastrici, bile, saliva, intestino e succo pancreatico.
Provvede alla digestione parziale delle proteine (enzima proteolitico),rompe le proteine in pezzi più piccole chiamati peptidi.
Le esopeptidasi sono enzimi facenti parte del gruppo delle proteasi, che esplicano la loro azione litica sui legami peptidici delle proteine.
Il pero (Pyrus communis) è una pianta coltivata da più di 4.000 anni in Asia e in Europa e il suo frutto, la pera, veniva consumato dai greci (è ricordata da Omero) e in seguito dai romani, che ne conoscevano quarantuno specie diverse. Durante il Medio Evo questo frutto perse la sua popolarità, riconquistata a partire dal XVIII sec. Attualmente le varietà coltivate sono oltre cinquemila, soprattutto in Cina e in Europa (Francia, Germania, Italia, Spagna).
Le pere sono disponibili tutto l'anno, con varietà diverse, da quelle estive come la william (selezionata in Inghilterra alla fine del Settecento), la coscia, la guyot (succosa e zuccherina), la Santa Maria, la Max Red Bartlett (william rossa, molto profumata), a quelle autunnali, come l'abate Fetel (una delle preferite dai consumatori), la decana del comizio (grossa e tondeggiante, particolarmente adatta alla cottura), la conference (dolce e succosa), la kaiser.
Le diverse varietà di pere disponibili oggi non si discostano molto fra loro per quanto concerne la composizione e l'apporto calorico, molto simili a quelli delle mele. Si tratta di un frutto estremamente digeribile, apprezzato per il suo gusto zuccherino che si conserva bene a bassa temperatura, ma va consumato a temperatura ambiente. Può accompagnarsi al formaggio piccante (in questo modo si ottiene un piatto bilanciato in grassi, proteine e carboidrati), a varie pietanze oppure può essere utilizzata per la preparazione di dolci, macedonie, confetture e succhi. Un altro modo tipico di consumare la pera è cuocendola in acqua, con l'aggiunta di zucchero e di aromi.
INFO AL. - Carboidrati: 9,1; proteine: 0,3; grassi: 0,4; acqua: 85,2; calorie: 41.
Parte edibile: 91; calorie al lordo: 37.
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