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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
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Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di riccardo (del 10/12/2013 @ 18:15:42, in Lettera P, visto n. 1016 volte)
Paralisi di uno o più muscoli della laringe. Si classifica come paralisi centrale o paralisi periferica (ricorrenziale) a seconda della sede in cui è presente la lesione neurologica determinante; paralisi unilaterale (emiplegia) o paralisi bilaterale (diplegia), se sono interessati i muscoli di una o entrambe le corde vocali; paralisi completa o incompleta, se i muscoli laringei sono interessati tutti o in parte. La sintomatologia consiste in disfonia e diplofonia nel caso di paralisi di una corda vocale e afonia o dispnea se si tratta di paralisi di entrambe le corde vocali. Le paralisi ricorrenziali, più frequenti a sinistra, sono perlopiù dovute a lesioni del nervo ricorrente da traumi accidentali o traumi chirurgici, compressione o stiramento, cause infiammatorie o tossiche, adenopatie tracheobronchiali da processi sistemici, infiammatori specifici, o tumorali. La terapia è in rapporto alla causa determinante.
 
Di riccardo (del 04/12/2013 @ 12:20:26, in Lettera P, visto n. 943 volte)
Paralisi che colpisce tutto il territorio innervato dal nervo facciale, per cui manca la motilità volontaria di tutti i muscoli mimici dallo stesso lato della lesione (paralisi periferica, a differenza della paralisi centrale, in cui sono colpiti i muscoli facciali inferiori controlaterali, e restano integri i superiori). In realtà il freddo non sembra rappresentarne il fattore responsabile, ma tutt'al più un elemento scatenante. La paràlisi a frìgore evolve favorevolmente, soprattutto se la terapia è precoce, e guarisce in genere completamente in 2-8 settimane. La terapia farmacologica si avvale di cortisonici e antinfiammatori. Se dopo 15 giorni la guarigione non è avvenuta, si può ricorrere all'elettroterapia con corrente galvanica, ai massaggi e alla ginnastica facciale. È importante prevenire con l'uso di occhiali e con lacrime artificiali le complicazioni che potrebbero derivare dall'assenza di ammiccamento (congiuntivite, cheratite). La terapia chirurgica, se dopo 6-12 mesi non si è ottenuta una risposta soddisfacente, va riservata solo a casi particolarmente gravi.
 
Di riccardo (del 04/12/2013 @ 12:22:41, in Lettera P, visto n. 994 volte)
Vasto ed eterogeneo gruppo di patologie neuromotorie precoci che hanno in comune un disturbo motorio di origine cerebrale, esito di un danno al sistema nervoso centrale verificatosi in un periodo che va da quello prenatale a 6 mesi dopo la nascita. La frequenza nella popolazione è molto alta (2-7 per mille). Caratteristiche sono la precocità della sintomatologia, più o meno grave, e la non progressività della lesione. Le cause sono molteplici e possono dare quadri con sintomatologia di accompagnamento molto diversi. Tra questi ricordiamo: ipoglicemia; ipocalcemia e ipomagnesiemia; iposodiemia con iperpotassiemia; ipopotassiemia con ipersodiemia; alterazioni dell'equilibrio acido-base; ipotiroidismo. Anche i neonati di madre tossicodipendente possono rientrare in questo quadro patologico. La diagnosi si basa sull'esame obiettivo neurologico e su esami strumentali: radiografia del cranio e del bacino; esame oftalmoscopico e, appena possibile, una valutazione del campo visivo; elettroencefalogramma, TAC per valutare sede ed entità della lesione. Possono essere associati accertamenti specifici in relazione al sospetto clinico: angiografia cerebrale; misurazione dei potenziali visivi evocati per valutare la funzionalità delle vie e dei centri visivi; esame audiometrico e misurazione dei potenziali acustici evocati per valutare vie e centri uditivi; elettromiografia; esami del sangue specifici e accertamenti genetici. La terapia consiste nel trattamento riabilitativo e parte dal presupposto che a livello del sistema nervoso centrale esistano possibilità di compenso o supplenza funzionale delle strutture nervose lese. A volte è molto difficile identificare precocemente il danno e sono necessarie più sedute osservative per giungere a una diagnosi di certezza. La riabilitazione nei primi anni di vita si basa su tecniche che facilitano le afferenze nervose: stimolazioni regolari sensitive e percettive, di movimento e postura, che determinano l'attivazione di circuiti neuronali necessari per un'attività motoria corretta. Queste tecniche si attuano secondo due metodi: uno (Bobath) agisce prevalentemente su midollo spinale, tronco, cervelletto; l'altro (Perfetti-Salvini) a livello della corteccia cerebrale.
 
Di riccardo (del 04/12/2013 @ 12:19:47, in Lettera P, visto n. 925 volte)
Paralisi che colpisce tutto il territorio innervato dal nervo facciale, per cui manca la motilità volontaria di tutti i muscoli mimici dallo stesso lato della lesione (paralisi periferica, a differenza della paralisi centrale, in cui sono colpiti i muscoli facciali inferiori controlaterali, e restano integri i superiori). In realtà il freddo non sembra rappresentarne il fattore responsabile, ma tutt'al più un elemento scatenante. La paràlisi a frìgore evolve favorevolmente, soprattutto se la terapia è precoce, e guarisce in genere completamente in 2-8 settimane. La terapia farmacologica si avvale di cortisonici e antinfiammatori. Se dopo 15 giorni la guarigione non è avvenuta, si può ricorrere all'elettroterapia con corrente galvanica, ai massaggi e alla ginnastica facciale. È importante prevenire con l'uso di occhiali e con lacrime artificiali le complicazioni che potrebbero derivare dall'assenza di ammiccamento (congiuntivite, cheratite). La terapia chirurgica, se dopo 6-12 mesi non si è ottenuta una risposta soddisfacente, va riservata solo a casi particolarmente gravi.
 
Di dr.ssa Anna Carderi (del 26/11/2013 @ 16:36:25, in Lettera P, visto n. 1789 volte)
Situazione patologica caratterizzata dall'improvviso strozzamento del prepuzio sul glande, in caso di fimosi. Provoca violento dolore e va immediatamente trattata mediante tentativo di riduzione o, in caso d'insuccesso, chirurgicamente. La causa principale è la presenza di fimosi, ovvero di un prepuzio che non arretra normalmente a livello del solco scoprendo il glande. Le cause principali di questa seconda condizione sono spesso correlate alla scarsa igiene della persona, diabete mellito, infezioni recidive. Il quadro di parafimosi si sviluppa più frequentemente in seguito ad un evento traumatico. Bisognerebbe subito ridurre la parafimosi strigendo manualmente il glande per diversi minuti (anche 10), se non si ha successo occorre utilizzare la cosiddetta tecnica di Dundee, che prevede la ripetizione dell'operazione dopo aver cercato di sgonfiare l'edema usando un piccolissimo ago[2] oppure si ricorre ad una retrazione manuale da parte dell' urologo facendo fuoriuscire il liquido accumolatosi nell'edema. Può essere conseguenza di manipolazioni autoerotiche o di un coito o di erezioni notturne.
 
Di dr.ssa Anna Carderi (del 26/11/2013 @ 16:18:12, in Lettera P, visto n. 2022 volte)
Pulsioni erotiche connotate da fantasie o impulsi intensi e ricorrenti, che implicano attività o situazioni specifiche che riguardino oggetti, che comportino sofferenza e/o umiliazione, o che siano rivolte verso minori e/o persone non consenzienti. Le parafilie possono essere classificate in base all'atto che sostituiscono o all'oggetto verso cui si indirizzano. Una ulteriore suddivisione riguarda il canale sensoriale che viene sollecitato. Nella parte dell'atto vi è una sostituzione del coito o dell'attività sessuale, con pratiche di altro tipo. Nella parte d'oggetto vi è una surrogazione dell'oggetto normativo o uno spostamento della meta: l'oggetto normativo è costituito dal partner sessuale (eterosessuale o omosessuale). la meta è rappresentata dal raggiungimento del piacere sessuale (orgasmo). I canali sensoriali implicati nelle parafilie: canale visivo, l'eccitazione sessuale viene ricercata nell'esibizione del corpo o parti di esso (esibizionismo), nell'osservazione di altri soggetti impegnati in attività sessuali (voyeurismo, mixoscopia) o di funzioni corporee fisiologiche (coprofilia, urofilia); canale acustico/verbale, l'eccitazione è ottenuta mediante la pratica del turpiloquio, l'ascolto o il pronunciamento di parole scurrili o volgari attinenti alla sessualità (scatologia telefonica, coprolalia, pornolalia, mixacusi); canale olfattivo, esistono collegamenti neurofisiologici tra l'organo vomero-nasale e determinate aree del cervello, quali il sistema limbico (emozionale) e il nucleo BNST (nucleo della stria terminale); l'eccitazione sessuale è data dalla percezione di odori, anche sgradevoli, come l'urina, le feci, le flatulenze (flatulofilia), il sudore (ospressiofilia), ciò può essere connesso ai feromoni escreti con queste sostanze; canale gustativo, l'eccitazione sessuale è perseguita tramite l'ingestione/irrorazione di escrezioni corporee (coprofagia, spermatofagia, pissing); canale tattile, il piacere sessuale è dato dalla pratica di attività corporee inusuali: stuffing (penetrazione con oggetti), percossofilia, spanking (sculacciare con violenza), clismafilia (pratica del clistere), nasofilia, rinolagnia, uretrolagnia (stimolazione di parti del corpo non classicamente erogene, come le narici o l'uretra). Clinicamente sono riconosciute otto maggiori forme di parafilia. Secondo l'ultima edizione del DSM-IV, per essere considerata effettivamente come patologia, tale condizione deve ricorrere per almeno sei mesi e devono manifestarsi come la forma di sessualità esclusiva o prevalente del soggetto, interferendo in modo rilevante con la sua normale vita di relazione e causandone un disagio clinicamente significativo. Ovviamente tali pulsioni parafiliche possono interessare persone di entrambi i sessi. Esibizionismo: il bisogno o il comportamento che porta all'esposizione dei propri genitali ad una persona ignara; Feticismo: l'uso esclusivo di oggetti non direttamente attinenti alla sessualità (es. scarpe, indumenti) o parti del corpo di una persona, al fine di innescare o aumentare l'eccitamento sessuale; Frotteurismo: il bisogno o il comportamento che porta a toccare o palpeggiare il corpo di una persona non consenziente; Pedofilia: l'attrazione sessuale per bambini in età infantile e prossimi a quella prepuberale; Masochismo: bisogno o comportamento sessualmente eccitante ricercato nel voler essere umiliati, provare dolore o soffrire in altri modi; Sadismo: bisogno o comportamento sessualmente eccitante nel produrre dolore o umiliazione della vittima; Feticismo di travestimento: eccitazione e/o piacere sessuale nell'indossare abiti del sesso opposto; Voyeurismo o scopofilia (più raro scoptofilia): il bisogno o il comportamento che porta a spiare persone ignare mentre sono nude, in intimo o impegnate in attività/rapporti sessuali; Altre forme meno comuni sono raggruppate sotto la dizione Disordini Sessuali o Parafilia Non Altrimenti Specificata. Infine si tende a differenziare le cosiddette perversioni soft, che rientrano tra le pratiche sessuali alternative, da quelle hard più strettamente correlate con un quadro patologico con diagnosi di parafilia.
 
Di riccardo (del 26/11/2013 @ 16:16:30, in Lettera P, visto n. 966 volte)
Farmaco liquido trasparente, incolore, inodore, oleoso, insolubile in acqua che agisce come lubrificante delle feci rendendole di consistenza molle. Deve essere usato con cautela nei pazienti anziani e nei bambini. È preferibile l'assunzione a stomaco vuoto, perché si ha un'efficacia più spiccata e lo svuotamento gastrico avviene più lentamente. Per migliorarne il sapore si può miscelare a spremute di frutta o a bicarbonato. Se usato per lungo tempo può determinare difficoltà di assorbimento vitaminico e diminuzione del tono dello sfintere anale.
 
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