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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.

Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di salute (del 06/10/2007 @ 14:39:12, in Lettera P, visto n. 1379 volte)
Il pesce spada è un pesce di grandi dimensioni (fino a 4 metri di lunghezza e 5 quintali di peso) dalla composizione nutritiva simile alla carne bovina per quanto riguarda proteine (circa 20%) e grassi (circa 5%). Bisogna dire che il grasso del pesce spada si differenzia da quello della carne per l'elevata percentuale (75%) di acidi grassi polinsaturi. Nel consumo di questo pesce possono presentarsi due problemi. Il primo è correlato all'onestà di chi ce lo vende; a volte è infatti possibile acquistare un trancio di pesce che in realtà non è pesce spada, ma un altro di taglia simile. Un secondo problema è relativo all'inquinamento accumulato nei tessuti di questo animale, rischio che invece è ridotto per pesci di piccole dimensioni. D'altra parte per avere effetti negativi bisognerebbe consumare quantità di pesce spada veramente alte. Inoltre il pesce reperibile sul mercato è regolarmente sottoposto a controlli veterinari che dovrebbero garantirne l'igienicità. INFO AL. - Carboidrati: 0; proteine: 20; grassi: 5; acqua: 75; calorie: 125. Parte edibile: 98; calorie al lordo: 123.
 
Di medicina (del 16/09/2007 @ 11:53:12, in Lettera P, visto n. 1462 volte)
Malattia infettiva contagiosa, provocata dal batterio Yersinia pestis che si trasmette dai ratti all'uomo, mediante la puntura delle pulci. Il contagio ha provocato epidemie disastrose nel passato (per esempio in Europa, fra il VI e il IX sec.); la malattia provoca febbri elevate, vomito, tremito, sete, diarrea, ingrossamento delle ghiandole linfatiche (peste bubbonica), polmonite (peste polmonare). La malattia si conclude spesso con la morte dell'ammalato (oggi la mortalità è ridotta al 10%); le cure sono a base di sulfamidici e antibiotici, ma la malattia è stata debellata, almeno nelle zone sviluppate del pianeta, soprattutto grazie al miglioramento delle condizioni generali igienico-sanitarie.
 
Di salute (del 06/10/2007 @ 14:41:02, in Lettera P, visto n. 1406 volte)
Philadelfia è il nome commerciale di un noto formaggio spalmabile che raccoglie molto consenso nel gusto italiano. Qui viene citato come esempio di un formaggio che fornisce un apporto calorico inferiore a 300 kcal/100 g (280 la versione standard, 190 quella light). Da questo punto di vista può essere considerato analogo alla ricotta, anche se preparato in modo diverso. Infatti si tratta di un formaggio ottenuto dalla coagulazione acida del latte vaccino. Il metodo di preparazione prevede una maggiore ritenzione di siero di latte nel formaggio, e questa è la ragione di un ridotto apporto calorico. Infatti il latte viene fatto coagulare per mezzo di batteri selezionati e quindi si elimina solo una parte del coagulo per mezzo di una microfiltrazione. Nella formulazione light, parzialmente sgrassata, pur conservando un sapore pastoso e gradevole, il contenuto in grassi in 100 g di prodotto diminuisce a 17 g, mentre le proteine aumentano a 10. Per la sua particolare formulazione spalmabile, è molto adatto in un regime alimentare controllato in quanto perfettamente dosabile. Per il suo ridotto apporto calorico può sostituire, al pari della ricotta, altri formaggi molli in molte ricette, con eccezione dei dolci (nei quali invece la ricotta si presta bene) perché è maggiore il contenuto di sodio. Come tutti i latticini, è ricco di calcio (90 mg) e ha una dose di colesterolo limitata (50 mg). INFO AL.Normale Carboidrati: 2,5; proteine: 5,3; grassi: 27,5; acqua: 60; calorie: 280. Light Carboidrati: 3,5; proteine: 7,6; grassi: 16; acqua: 69; calorie: 190.
 
Di salute (del 06/10/2007 @ 14:42:54, in Lettera P, visto n. 1662 volte)
La piadina è un prodotto tipico della Romagna, ma la sua popolarità è così vasta che è facile incontrarla nei bar di altre zone d’Italia come alternativa al panino o al toast. L’etimologia della parola è dubbia, ma alcuni la fanno risalire al greco plaukous, ovvero focaccia, e il termine si sarebbe affermato durante la dominazione bizantina della Romagna. La caratteristica forma circolare della piadina e il suo basso spessore sono dovuti alla modalità di preparazione: l’impasto di farina (di frumento), acqua, sale e strutto viene fatto riposare per mezz’ora e poi disposto su una pietra arroventata. Questo metodo di preparazione si perde nei secoli, in quanto già gli abitanti delle palafitte consumavano forme di pane senza lievito e cotte su pietre rese incandescenti. Etruschi e romani conservarono la tradizione di cuocere pane non lievitato; nei secoli successivi le piadine o alimenti ad esse molto simili, venivano cucinate prevalentemente nei periodi di carestia, per riutilizzare cereali poveri, ghiande e persino crusca. Nelle ricette moderne della piadina si prevede anche l’uso del lievito; risale agli anni Cinquanta l’esplosione della notorietà di questo alimento tipico, quando cominciò ad essere proposto ai turisti si recavano sulle coste romagnole. Oggi le piadine sono prodotte anche industrialmente ed esportate in molte zone del mondo (molto popolare negli Stati Uniti). Dal punto di vista nutrizionale, la presenza dei grassi ne fanno un’alternativa molto più calorica del pane, e per essa valgono le considerazioni fatte a proposito di cracker e di grissini. Inoltre, poiché la piadina è confezionata generalmente in formato abbastanza grande, ciò ne fa una scelta alimentare molto discutibile, specie se si considera che viene associata ad alimenti molto calorici: la proposta tipica della cucina romagnola è infatti quella di consumare la piadina calda assieme a formaggio grasso o salsiccia. INFO AL. - Carboidrati: 50,3; proteine: 6,3; grassi: 12,8; acqua: 27; calorie. 341.
 
Di riccardo (del 13/05/2014 @ 11:08:24, in Lettera P, visto n. 1050 volte)
Distruzione periferica delle piastrine e da un numero aumentato o normale di megacariociti midollari. E'legata alla attività di immunogobuline che si comportano come auto-anticorpi; si fissano specificamente alla membrana piastrinica riconoscendo antigeni di membrana costituiti dalla GPIb, dalla GPIIb o dalla GPIIIa. I macrofagi poi possedendo i recettori per il frammento Fc delle immunoglobuline catturano, fagocitano e digeriscono le piastrine circolanti ricoperte dagli autoanticorpi. Ciò porta alla piastrinopenia per una loro aumentata distruzione. La produzione piastrinica midollare può essere aumentata (anche di 6-8 volte), normale oppure ridotta. In quest'ultimo caso si ipotizza un'autoaggressione diretta contro i megacariociti.
 
Di dermatologia (del 01/06/2011 @ 14:46:21, in Lettera P, visto n. 2588 volte)
Le piattole sono parassiti un pò più piccoli dei pidocchi del capo e sono responsabili della ftiriasi, una forma di pediculosi del pube, che può essere trasmessa anche, ma non esclusivamente, durante i rapporti sessuali. La pediculosi del pube viene pertanto considerata una malattia venerea accessoria, in quanto non si trasmette solo mediante i contatti interumani, ma anche attraverso abiti o biancheria infestata dal parassita Phthirus pubis. Infatti le piattole possono infestare anche le fascie di età non sessualmente attive. Nei bambini ad esempio, si possono talora riscontrare a livello delle ciglia. Negli adulti invece le piattole si localizzano prevalentemente ai peli pubici e ascellari. Al momento della visita dermatologica si possono ricercare alcuni segni tipici della ftiriasi (es. ricerca del parassita, delle lendini, delle feci del parassita color ruggine, delle macule cerulee, etc), sia con un accurato esame obiettivo, che mediante entomoscopia. Una volta confermata la diagnosi, il dermatologo programmerà una terapia mirata individuale e collettiva in grado di eliminare il parassita e prevenire possibili recidive.
 
Di salute (del 06/10/2007 @ 14:43:34, in Lettera P, visto n. 1545 volte)
Il piccione, ossia il colombo addomesticato, era uno dei volatili più utilizzati nella cucina tradizionale italiana. Già apprezzato nel Medioevo, a quel tempo ogni castello aveva le sue colombaie, che garantivano una scorta sempre disponibile di carne fresca. La carne del piccione era considerata una prelibatezza, tanto da essere utilizzata come merce di scambio nelle trattative commerciali. Le varietà di piccione domestico derivano dal loro cugino selvatico, il colombo, cha ha carni più scure e saporite. Il piccione giovane, o piccioncino, raggiunge un peso attorno ai tre etti e ha una carne molto tenera, quasi bianca; il piccione adulto può arrivare a mezzo chilo a quattro settimane di età. I piccioni migliori sono dunque quelli giovani, riconoscibili soprattutto dalla flessibilità del becco. Inoltre bisogna evitare l’acquisto di volatili dagli occhi poco lucidi oppure infossati e con ali avvizzite; sono caratteristiche che indicano una permanenza prolungata in frigorifero. La carne di piccione contiene molte proteine ed è povera di grassi; può essere cucinata arrosto, oppure bollito. L'abolizione del tiro al piccione, la difficoltà di allevamento rispetto ad altri piccoli volatili (quaglia), nonché preoccupazioni igieniche (i piccioni delle città , igienicamente parlando, non sono il massimo…) hanno praticamente ridotto a zero il consumo di questa carne. Oggi prevalgono le ricette a cottura rapida dei piccioni più giovani. INFO AL. - Carboidrati: 0; proteine: 22,1; grassi: 5,5; acqua: 71,7; calorie: 138. Parte edibile: 90; calorie al lordo: 124.
 
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