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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
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Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di dr.psico (del 08/09/2007 @ 14:54:46, in Lettera P, visto n. 1898 volte)
La polmonite è una patologia infiammatoria del polmone (di solito acuta o subacuta), che nella maggior parte dei casi ha un'origine infettiva, benché possa essere provocata anche da agenti fisici (radiazioni) o chimici (acidi, alcali). L'agente infettivo può raggiungere il polmone per inalazione, per aspirazione nasofaringea e per alte vie. Anche un individuo sano può ammalarsi, ma nella maggior parte dei casi vi sono condizioni che favoriscono la patologia, soprattutto le carenze nei meccanismi di difesa dell'organismo (deficit nel riflesso della tosse, alterazioni del secreto bronchiale, immunodepressione, alterazione del rivestimento delle vie respiratorie). Inoltre, la polmonite può anche comparire in seguito a un'altra patologia, come il morbillo, l'influenza, la bronchite. Le polmoniti di tipo infettivo possono essere suddivise in due categorie generali: quelle batteriche e quelle atipiche (queste ultime rappresentano attualmente circa la metà delle infezioni polmonari). Tra le polmoniti batteriche, quelle più diffuse sono provocate da Streptococcus pneumoniae (nell'adulto sano), Staphilococcus aureus, Klebsiella pneumoniae (con mortalità che può raggiungere anche il 30% dei casi), Pseudomonas aeruginosa (specialmente nei soggetti più deboli). Un caso particolare è rappresentato dalla cosiddetta malattia dei legionari (provocata da Legionella pneumoniae), che presenta caratteristiche intermedie fra le forme batteriche e quelle virali. Fra le forme atipiche, quella primaria è causata da Mycoplasma pneumoniae, ma sono stati identificati molti altri agenti infettivi (Adenovirus, Herpes virus, Ricketsia, Candida, Chlamydia pneumoniae ecc.). L'infezione polmonare può riguardare un solo lobo del polmone (polmonite lobare) oppure più zone (broncopolmonite a focolai isolati o multipli). Nei casi più gravi può comparire insufficienza respiratoria con diminuzione della pressione dell'ossigeno nel sangue arterioso (ipossiemia) e versamento pleurico. I sintomi nelle forme batteriche sono anoressia, brividi, dolore al torace, febbre, malessere, tosse con espettorazione e difficoltà respiratoria. Nella malattia dei legionari compaiono spesso anche sintomi gastrointesinali. Nelle forme atipiche invece la sintomatologia è meno evidente, spesso rappresentata solo da tosse secca e stizzosa. Per la diagnosi si ricorre a una serie di esami: radiografia toracica, Tac del torace, emocromo completo, Ves, sierodiagnosi (per Legionella, Clamydia, Mycoplasma e Ricketsia), esame dell'espettorato, controllo ematochimico. La terapia prevede l'utilizzo di farmaci antibiotici e antipiretici come i macrolidi, le cefalosporine, i derivati della penicillina. La terapia antibiotica va proseguita solitamente per un periodo di quindici-venti giorni. Polmonite ab ingestis La polmonite ab ingestis è una forma di polmonite provocata dall'aspirazione di cibo e succhi digestivi; il danno ai polmoni è causato dall'acidità di queste sostanze. La terapia consiste nell'aspirazione del materiale inalato e nella somministrazione di ossigeno e antibiotici, come la clindamicina e la cefalosporina, per combattere le infezioni batteriche.
 
Di riccardo (del 25/02/2014 @ 15:16:31, in Lettera P, visto n. 2228 volte)
Disturbo respiratorio del neonato nato con intervento o comunque prematuro, da madre diabetica. Fra i sintomi e i segni clinici ritroviamo respirazione accelerata, cianosi Si effettua una radiografia del torace. Il trattamento consiste nella somministrazione di ossigeno, nei casi più gravi occorre una ventilazione meccanica, dopo pochi giorni dalla nascita solitamente si normalizza la situazione.
 
Di salute (del 06/10/2007 @ 14:49:34, in Lettera P, visto n. 1266 volte)
Il pollame di allevamento ha ormai soppiantato il consumo di animali da cortile; le differenze sono però minime: il pollo d'allevamento contiene più acqua e una percentuale di proteine leggermente inferiore (2%). La maggiore appetibilità del pollo ruspante è in realtà dovuta al fatto che quest'ultimo è in genere un animale più vecchio, le cui carni hanno una percentuale di grasso maggiore che rende l'alimento più saporito, senza tuttavia apportare un reale beneficio alimentare (fatto salvo che l'allevamento non usi sostanze proibite come antibiotici o anabolizzanti). Rispetto alla carne bovina, la percentuale proteica è molto simile, mentre i grassi sono presenti in quantità minore e hanno caratteristiche più simili a quelle dei grassi di origine vegetale (per la presenza degli acidi linoleico e linolenico). La percentuale di ferro è circa un terzo di quella della carne di bovino. Ved. anche Carne. Le informazioni nutrizionali sono abbastanza variabili, ma diventano più stabili se non si consuma la pelle (parte più grassa). Diamo due estremi. INFO AL. – CIBO DINAMICO Petto senza pelle Carboidrati: 0; proteine: 23; grassi: 0,6; acqua: 75,3; calorie: 97. Pollo intero con pelle Carboidrati: 0; proteine: 19; grassi: 10,6; acqua: 68,7; calorie: 171.Parte edibile: 68; calorie al lordo 116.
 
Di dr.ssa Anna Carderi (del 12/11/2013 @ 18:49:01, in Lettera P, visto n. 1015 volte)
Indica l'orientamento sessuale di chi è attratto da persone di sesso e genere diverso, ma rifiuta la netta divisione tra sesso maschile e sesso femminile.
 
Di dr.psico (del 21/07/2007 @ 17:18:29, in Lettera P, visto n. 7614 volte)
Tumore benigno che si presenta come un'escrescenza carnosa sulla mucosa o nelle cavità degli organi.
L'adenoma o polipo adenomatoso è una formazione displastica e polipoide che costituisce, nel 90% dei casi, un precursore del carcinoma del colon-retto (CRC). Tale cancro è il terzo per diffusione e la seconda causa di morte per neoplasie in molti paesi industrializzati.
Questa neoplasia può essere curata efficacemente se viene diagnosticata in tempo, quando la formazione maligna non ha ancora oltrepassato le pareti del tubo digerente e non ha ancora aggredito con metastasi i linfonodi.
Il polipo (un termine clinico senza alcun significato patologico), è una qualunque massa di tessuto che origina dalla parete intestinale e che protrude nel lume. Possono essere sessili o peduncolati e sono di dimensioni molto variabili. Queste lesioni vengono classificate istologicamente come adenomi tubulari, adenomi tubulovillosi (polipi villoghiandolari), adenomi villosi (papillari), polipi iperplastici, amartomi, polipi giovanili, carcinomi polipoidi, pseudopolipi, lipomi, leiomiomi o altri tumori più rari.
L'incidenza varia dal 7 al 50%; il dato più elevato comprende anche i polipi molto piccoli (solitamente polipi iperplastici o adenomi) osservati all'autopsia. Vengono osservati in circa il 5% dei pazienti attraverso un clisma opaco eseguito di routine e, con frequenza maggiore, attraverso la sigmoidoscopia e la colonscopia flessibile a fibre ottiche o con il clisma a doppio contrasto. I polipi sono spesso multipli, sono più comuni nel retto e nel sigma e diminuiscono di frequenza andando verso il ceco. Circa il 25% dei pazienti con un cancro del grosso intestino presenta anche polipi adenomatosi satelliti.
Il rischio di cancerizzazione di un adenoma tubulare è controverso, ma c'è una forte evidenza a proposito della trasformazione maligna. Il rischio di malignità è correlato alle dimensioni; un adenoma tubulare di 1,5 cm presenta un rischio del 2%. Con l'aumento delle dimensioni, le ghiandole diventano villose. Quando più del 50% delle ghiandole è villoso, viene chiamato polipo villoghiandolare; la sua malignità potenziale è ancora simile a quella di un adenoma tubulare. Quando più dell'80% delle ghiandole diventa villoso, il polipo viene considerato un adenoma villoso, maligno in circa il 35% dei casi. Un adenoma villoso ha un maggior rischio di malignità rispetto a un adenoma tubulare delle stesse dimensioni.

Sintomi, segni e diagnosi
La maggior parte dei polipi è asintomatica. La rettorragia è il disturbo più frequente. I crampi, il dolore addominale o l'ostruzione possono essere segni di una lesione di grosse dimensioni. Occasionalmente un polipo con un lungo peduncolo può prolassare attraverso l'ano. Gli adenomi villosi di grosse dimensioni possono causare, raramente, una diarrea acquosa con una conseguente ipokaliemia.
I polipi rettali possono essere palpabili o meno all'esplorazione rettale, ma di solito sono identificati all'endoscopia. Poiché i polipi sono spesso multipli e possono coesistere con un cancro, è indispensabile una pancolonscopia, anche quando la lesione è identificata alla sigmoidoscopia flessibile. Al clisma opaco, un polipo appare come un difetto di riempimento rotondeggiante. Un esame a doppio contrasto (pneumocolon) è utile, ma la colonscopia a fibre ottiche è più affidabile.

Terapia
I polipi devono essere rimossi completamente con un laccio o con una pinza bioptica elettrochirurgica dopo una pancolonscopia; l'elettrocoagulazione (escissione mediante laccio galvanico o cauterizzazione) non deve essere eseguita in un intestino non preparato a causa del rischio di esplosioni dell'idrogeno e del metano prodotti dai batteri del colon. Se la rimozione endoscopica è inefficace, deve essere presa in considerazione la laparotomia. Gli adenomi villosi di grosse dimensioni hanno un elevato potenziale maligno e devono essere escissi completamente.
Il trattamento dei polipi cancerizzati dipende dalla profondità dell'invasione dell'epitelio anaplastico nel peduncolo del polipo, dalla vicinanza della linea di sezione endoscopica e dal grado di differenziazione del tessuto maligno. Se l'epitelio anaplastico è confinato al di sopra della muscolaris mucosae, la linea di sezione nel peduncolo del polipo è netta e la lesione è ben differenziata, sono sufficienti l'escissione endoscopica e uno stretto follow-up endoscopico. L'invasione della muscolaris mucosae determina l'accesso ai linfatici e aumenta il rischio di metastasi linfonodali. Nel caso dell'escissione di un polipo senza una netta linea di sezione o di una scarsa differenziazione della lesione, si deve procedere alla resezione segmentaria del colon.
La programmazione dei controlli al follow-up dopo la polipectomia è controversa. La maggior parte degli studiosi raccomanda due esami annuali dell'intero colon con la colonscopia (o con un clisma opaco se l'endoscopia è impossibile) e la rimozione di qualunque nuova lesione. Dopo 2 anni di esami negativi per nuove lesioni, l'esecuzione della colonscopia o del clisma opaco è raccomandata ogni 2 o 3 anni.

Poliposi familiare
È una malattia autosomica dominante eterozigote del colon in cui 100 o più polipi adenomatosi tappezzano la mucosa del colon e del retto.
Una mutazione del gene dominante (FAP) sul braccio lungo del cromosoma 5 ne è la causa. Una neoplasia maligna si sviluppa prima dei 40 anni in quasi tutti i pazienti non trattati. La proctocolectomia totale elimina il rischio di cancro, ma i polipi rettali spesso regrediscono dopo una colectomia e un'anastomosi ileorettale, che sono quindi preferite all'inizio da molti esperti. Nel caso di una colectomia subtotale è necessario controllare il moncone rettale q 3-6 mesi; gli eventuali nuovi polipi devono essere escissi o folgorati. Se si formano troppo rapidamente o troppo numerosi, il retto deve essere asportato e deve essere fatta un'ileostomia permanente. Sono essenziali il follow-up del paziente e un controllo familiare e genetico.
La sindrome di Gardner è una variante della poliposi familiare associata a tumori desmoidi, osteomi del cranio o della mandibola e a cisti sebacee. Altre varianti più rare presentano adenomi multipli del colon in associazione a lesioni di altro tipo.
La sindrome di Peutz-Jeghers è una malattia congenita autosomica dominante con polipi multipli nello stomaco, nel tenue e nel colon. I sintomi comprendono una pigmentazione melanotica della cute e delle mucose, specialmente a livello delle labbra e delle gengive.

Altri polipi
I polipi giovanili di solito non sono neoplastici, spesso crescono eccessivamente rispetto alla loro vascolarizzazione e quindi si autoamputano alla pubertà. È necessario il trattamento solo se si verifica un'emorragia o un'invaginazione. I polipi iperplastici, anch'essi non neoplastici, sono comuni nel colon e nel retto. I polipi infiammatori e gli pseudopolipi si verificano nella colite ulcerosa cronica e nel morbo di Crohn del colon.
 
Di dr.psico (del 06/09/2007 @ 16:46:11, in Lettera P, visto n. 1597 volte)
Tumore benigno che si presenta come un'escrescenza carnosa sulla mucosa o nelle cavità degli organi. In genere si sviluppa sulle mucose di naso, utero o intestino, più raramente stomaco e può insorgere a qualsiasi età. I pòlipi nasali sono quelli più frequenti: hanno cause diverse (riniti allergiche, infezioni croniche) e sono responsabili di ostruzione respiratoria cronica e saltuariamente di sanguinamenti. In qualche caso possono regredire con l’applicazione di spray a base di cortisonici, ma la terapia elettiva è l’asportazione chirurgica. I pòlipi uterini compaiono in genere tra i 35 e i 40 anni in seguito a squilibri ormonali associati a stimoli infiammatori cronici. Più spesso sono localizzati al fondo dell’utero e la sintomatologia tipica è l’emorragia uterina. I pòlipi intestinali possono essere del tutto asintomatici o manifestarsi con evacuazione di muco con le feci o perdite rettali di sangue.
 
Di dr.psico (del 08/09/2007 @ 15:50:08, in Lettera P, visto n. 1358 volte)
La poliomielite è una patologia infettiva che colpisce il sistema nervoso centrale. Viene causata da tre tipi di virus intestinali e si trasmette (da uomo a uomo) per contagio tramite feci e saliva. I poliovirus 1, 2 e 3 che provocano la malattia appartengono al genere enterovirus e si moltiplicano nell'intestino, nei tessuti linfatici sottostanti e nella mucosa orofaringea. La stragrande maggioranza delle persone infettate (il 95% circa) non manifesta alcun disturbo; in alcuni casi si hanno sintomi di scarsa importanza (mal di gola, febbre, nausea, vomito), in casi più gravi (fra l'1 e il 2%) si può avere una rigidità al collo, alla schiena e alle gambe, mentre solo in meno dell'1% dei casi si arriva alla paralisi. La vaccinazione - Attualmente non esistono terapie per curare i pazienti affetti da questa patologia, per cui ci si deve affidare alle vaccinazioni, peraltro estremamente efficaci. Si tenga presente che in Italia, prima dell'introduzione dell'antipolio si avevano diverse migliaia di casi all'anno, con centinaia di morti; la malattia colpiva soprattutto i bambini. Dopo l'introduzione del vaccino inattivato Salk (IPV, nell'immagine a destra il dott. Salk) nel 1957 e poi del vivo attenuato Sabin nel 1964 (OPV) i casi si sono drasticamente ridotti, per scomparire definitivamente all'inizio degli anni Ottanta. Il vaccino Sabin può provocare, in una bassissima percentuale di casi, episodi di paralisi, soprattutto dopo la prima dose. Dal 1990 al 1999 in Italia si sono verificati dodici casi di polio provocata dal vaccino (pari a uno ogni 1,8 milioni di dosi somministrate). Per questo motivo, nel 1999 è stata introdotta la vaccinazione sequenziale: le prime due dosi di vaccino sono Salk; in seguito si passa al Sabin, quando il bambino ha già formato gli anticorpi protettivi (scongiurando quindi il rischio di paralisi associate a vaccinazione). Oggi la poliomielite è stata completamente debellata in tutti i paesi industrializzati, mentre resiste ancora in alcuni paesi in via di sviluppo; tuttavia è in corso un programma mondiale gestito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che ha come obbiettivo l'eradicazione mondiale di questa patologia. L'obiettivo non è ancora stato raggiunto, ma il numero di casi di poliomielite nei paesi in via di sviluppo è comunque diminuito dell'85% negli ultimi dieci anni.
 
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