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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
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Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di riccardo (del 20/01/2014 @ 14:03:28, in Lettera R, visto n. 985 volte)
Apparecchio utilizzato per lo studio della funzione respiratoria nasale composto da una lastra di metallo a superficie speculare, su cui si fa respirare il paziente. In corrispondenza di ogni narice viene formata una chiazza, indice della pervietà delle fosse nasali.
 
Di riccardo (del 20/01/2014 @ 13:59:56, in Lettera R, visto n. 1091 volte)
Aumento di volume della punta del naso a causa della presenza di grossi noduli confluenti o localizzati, provocati da ipertrofia delle ghiandole sebacee e del tessuto connettivo. Può costituire lo stadio avanzato dell'acne rosacea oppure insorgere primitivamente. Colpisce in particolar modo maschi in età superiore ai 40 anni. I noduli hanno una consistenza molle mentre gli sbocchi delle ghiandole sebacee appaiono dilatati. La cute si presenta violacea e percorsa da fini teleangectasie; in seguito alla fase acuta, il colorito ritorna normale. L'evoluzione del rinofima è cronica, con riacutizzazioni ricorrenti.
 
Di riccardo (del 20/01/2014 @ 13:55:47, in Lettera R, visto n. 1100 volte)
Esame endoscopico delle cavità nasali e della zona rinofaringea.
 
Di riccardo (del 20/01/2014 @ 13:52:11, in Lettera R, visto n. 2422 volte)
Infiammazione della mucosa del naso e della faringe. In forma acuta, sono spesso complicazioni di focolai infiammatori vicini, quali tonsilliti, adenoiditi, sinusiti ecc.; oppure si sviluppano nel periodo prodromico di malattie infettive (come scarlattina, morbillo, parotite ecc.). Sono sostenute da streptococchi e pneumococchi, da Haemophilus influentiae o, più spesso, da virus. I sintomi sono febbre, dolore locale accentuato dalla deglutizione, senso di costrizione faringea, interessamento delle linfoghiandole regionali. Le forme croniche possono essere primitive (abuso di tabacco, di alcolici, di farmaci vasocostrittori, inalazione di polvere o di gas irritanti), oppure a seguito di riniti acute recidivanti o non curate adeguatamente; si manifestano con senso di irritazione retronasale, secrezione mucopurulenta della mucosa rinofaringea, disturbi da stenosi tubarica; il processo di atrofia, caratteristica della rinite atrofica, si estende alla faringe, causando una rinite atrofica, con secrezione viscida e fetida che si concretizza in croste grigio-verdastre. La terapia è costituita da antinfiammatori e antibiotici.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 14/02/2011 @ 13:40:24, in Lettera R, visto n. 1330 volte)
Parte superiore della faringe che va dalla base del cranio al palato molle, confinante con l'orofaringe. È una cavità in comunicazione con le fosse nasali e con l'orofaringe e con la cassa timpanica dell'orecchio medio, attraevrso la tromba di Eustachio. La parete posteriore della rinofaringe è in connessione con i muscoli posti davanti alla colonna vertebrale. La parete è provvista di una mucosa ricca di strutture linfoidi, le quali costituiscono la tonsilla faringea (adenoidi). La rinofaringe è fondamentale per la respirazione e la fonazione.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 14/02/2011 @ 13:30:41, in Lettera R, visto n. 1244 volte)
Vedi acumetria.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 14/02/2011 @ 13:23:34, in Lettera R, visto n. 1293 volte)
Raffreddore provocato da alcune sostanze (allergeni), in soggetti che ne sono allergici. Il primo contatto con le sostanze in questione innesca negli allergici la formazione di un particolare tipo di anticorpi, le IgE, sulla superficie dei globuli bianchi. I successivi contatti innescano poi la liberazione da parte dei mastociti e dei granulociti basofili di una serie di sostanze, tra cui l'istamina, che danno vita alla reazione allergica. I sintomi caratteristici della rinite allergica sono: starnuti, prurito nasale, abbondante secrezione nasale liquida, congestione nasale. Spesso si ha anche lacrimazione e prurito oculare. Il riconoscimento dell'allergene in caso riniti periodiche si effettua attraverso esame del sangue con dosaggio delle IgE totali (PRIST) e l'esame delle IgE specifiche verso determinati allergeni (RAST). Si utilizzano inoltre test cutanei, con i quali si pongono a contatto della cute quantità minime dei sospetti allergeni, in genere sotto forma di estratti acquosi, e si valuta l'intensità della reazione cutanea scatenata.
 
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