Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Tipo di test psicologico che serve a valutare i processi psichici.
Reazioni avverse che possono verificarsi in seguito a trasfusioni di sangue. Possono essere reazioni di tipo immune, dovute cioè a incompatibilità plasmatica o eritrocitaria, reazioni allergiche, o reazioni emolitiche post-trasfusionali, caratterizzate dalla distruzione dei globuli rossi del donatore o del ricevente, da parte degli anticorpi, per gruppo sanguigno incompatibile. Le reazioni trasfusionali di tipo non immune riguardano soprattutto il sovraccarico di circolo e le infezioni da contaminazione dei materiali usati per la raccolta o da presenza di microrganismi nel sangue trasfuso. Molte delle infezioni post-trasfusionali sono causate dal virus dell'epatite C.
Termine riferito ad un carattere ereditario che si manifesti nell'individuo portatore solo quando i geni che lo determinano sono presenti in condizione di omozigosi.
Struttura anatomica in grado di rilevare stimoli di varia natura e di inviarli al sistema nervoso centrale per elaborare informazioni provenienti dall'ambiente esterno. L'organismo è dotato di moltissimi tipi di recettori in grado si recepire stimoli differenti, che possono essere chimici, tattili, luminosi, pressori, termici e così via. Quando i recettori entrano in contatto con gli stimoli attivano le fibre nervose ad essi collegati, attraverso un aumento della frequenza degli impulsi. I recettori più semplici sono costituiti da ramificazioni o espansioni di fibre nervose sensitive. Strutture più complesse sono ad esempio i recettori tattili, dai quali dipendono alcuni tipi di sensibilità cutanea, formati da tessuto connettivo o da cellule di Shwann che racchiudono la fibra nervosa. I recettori possono essere classificati in modi diversi, ad esempio secondo il tipo di stimolo cui sono sensibili, oppure a seconda della localizzazione e funzione nell’organismo. Esistono poi recettori che si trovano sulle membrane cellulari che si combinano con sostanze chimiche innescando particolari reazioni all'interno della cellula. Tali recettori, detti anche recettori di membrana, sono di due tipi: recettori canali che fungono da passaggio e recettori enzimi che per la loro azione richiedono la stimolazione di un enzima.
Un'area di una cellula che si lega specificatamente al colesterolo LDL.
Secondo i ricercatori della Brown University, che per primi avevano individuato i nuovi fotorecettori misteriosi ('battezzati' ipRGC), queste cellule sono in grado di adattarsi alle variazioni di luce, anche se in un modo piu' sottile e lento rispetto ai ben noti 'cugini' presenti nella retina umana, i coni e i bastoncelli. E servono al cervello per capire la differenza fra giorno e notte. Una scoperta che, si legge su 'Neuron', ha sorpreso gli stessi ricercatori guidati da David Burson: all'inizio, infatti, si pensava che queste nuove cellule dell'occhio si comportassero in modo del tutto diverso. Lo studio Usa fornisce ulteriori prove del fatto che, negli occhi umani, lavorano sistemi complementari in collegamento con il cervello. Coni e bastoncelli, infatti, comunicano rapidamente i cambiamenti di luminosita', segnali che ci permettono ad esempio di 'catturare' con lo sguardo un pallone chiaro che attraversa il cielo.
I nuovi fotorecettori, invece, funzionano in un altro modo. In pratica dicono al cervello se e' notte o giorno. ''Queste cellule - spiega Berson - agiscono come un metro su una macchina fotografica, e dicono al cervello di stringere la pupilla in base alla quantita' di luce registrata nel corso del tempo''. Il ricercatore ha scoperto le nuove cellule tre anni fa. Sono presenti nell'occhio in un numero non superiore a 2.000 e hanno un collegamento diretto col cervello. Spediscono, infatti, segnali elettrici all'area cerebrale che regola la pupilla e alla regione che controlla il nostro orologio biologico. Insomma, si sono rivelate importanti anche per sonno, veglia, produzione ormonale, temperatura corporea e altre funzioni vitali. La ricerca di Berson e' stata finanziata dai National Institutes of Health Usa.
I recettori vanilloidi sono una superfamiglia di canali ionici non selettivi, presenti in molti distretti corporei, tra cui pelle e mucose. I recettori vanilloidi partecipano ad importanti meccanismi biochimici, tra i quali ricordiamo la regolazione del dolore neuropatico e l'infiammazione.
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