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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.

Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di riccardo (del 02/01/2014 @ 17:09:36, in Lettera R, visto n. 1238 volte)
Insieme di fenomeni fisici che provoca la disintegrazione di nucleo di un elemento (spontaneamente negli elementi radioattivi oppure prodotto artificialmente nei radioisotopi), diventando un nucleo differente e più stabile; nel corso del decadimento radioattivo vengono prodotte radiazioni ad alta energia. Vengono riconosciuti tre tipi diversi di decadimento radioattivo, individuati in base al tipo di radiazioni. Nel decadimento alfa il nucleo decade generando una radiazione alfa, che corrisponde a un nucleo di elio (due protoni più due neutroni):nonostante siano molto ionizzanti, le radiazioni alfa hanno scarsa capacità di penetrazione e non superano lo strato superficiale dell'epidermide. Nel decadimento beta il nucleo decade producendo un elettrone; gli elettroni che vengono emessi sono denominati raggi beta, sono molto penetranti e ionizzanti e capaci di causare importanti danni biologici. Nel decadimento gamma sono emessi raggi gamma, rappresentando il tipo più energetico di radiazione elettromagnetica, che a causa dell'elevata capacità di penetrazione e ionizzazione causa il massimo danno a livello biologico. I netroni "lenti" , in virtù della loro enorme capacità di penetrazione, producono enormi danni biologici nella radioattività da fissione nucleare, prodotta nelle esplosioni atomiche e nelle centrali nucleari. L'azione della radioattività sui materiali biologici viene quantificato utilizzando due unità di misura: il gray (Gy), che serve ad indicare la dose assorbita di ciascuna radiazione che cede 1 joule di energia per ogni kg di materia attraversata (sostituisce il rad secondo l'equivalenza 1 Gy=102 rad); il sievert (Sv), che serve a misurare il danno biologico causato una radiazione di 1 Gy, sostituendo il rem (vedi anche dose di radiazioni; radioisotopo).
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 08/02/2011 @ 15:56:02, in Lettera R, visto n. 1175 volte)
Scienza che studia gli effetti delle radiazioni ionizzanti su cellule e tessuti. Sono radiazioni ionizzanti, ad esempio, i raggi X, i raggi g o le particelle emesse dalle sostanze radioattive.
 
Di riccardo (del 03/01/2014 @ 17:24:32, in Lettera R, visto n. 1668 volte)
Dermatosi provocata dalle radiazioni ionizzanti o da sostanze radioattive, che può portare alla manifestazione di lesioni diverse per tipo ed entità. Oltre a lesioni fugaci e transitorie in seguito dopo l'utilizzo delle radiazioni a scopo terapeutico,è possibile osservare lesioni più importanti e irreversibili per incidenti professionali, ad esempio nei radiologi o a causa di iperdosaggio nel trattamento, o per troppa sensibilità del paziente. L'importanza delle alterazioni cutanee è è diversa in basa alla quantità e alla qualità di radiazioni erogate, del sesso, dell'età, della sede irradiata. Nel caso della radiodermatite precoce o acuta, in base al dosaggio di radiazioni utilizzate, l'eritema è più o meno intenso e presenta edema e bolle; nei casi più gravi si manifestano anche ulcerazioni e alopecia definitiva. La radiodermatite tardiva o cronica presentarsi in seguito a una forma acuta, oppure insorgere in dopo ripetute irradiazioni, come avviene nella forma professionale che riguarda le mani: i sintomi sono cute atrofica, secca per la scomparsa di ghiandole sudoripare e sebacee, priva di peli, discromica; nei casi più gravi possono presentarsi ulcerazioni torpide con fondo necrotico, spesso tendenti alla cancerizzazione. Non essendoci terapia elettiva, si ricorre a lenitivi locali e a prodotti che scongiurino complicazioni microbiche, ma è necessario soprattutto prevenire l'insorgenza della radiodermatite utilizzando radioprotettori e ricorrendo a un'accurata profilassi, soprattutto nel caso di operatori professionali.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 08/02/2011 @ 16:06:48, in Lettera R, visto n. 1191 volte)
Branca della radiologia basata sulle che utilizza le proprietà che hanno i raggi X di attraversare più o meno i tessuti dell’organismo e di lasciarne un'immagine su una pellicola fotografica (ragiografia) o su uno schermo fluorescente ( radioscopia). Usata per la diagnosi di diverse malattie. La formazione dell’immagine avviene grazie al fatto che i diversi tessuti assorbono le radiazioni in maniera diversa. Per lo studio di fenomeni che si svolgono nel tempo si eseguono radiografie in serie, o in momenti opportunamente scelti nel corso della indagine radioscopica. Con la tomografia invece, imprimendo un determinato movimento alla sorgente dei raggi e alla pellicola fotografica, è possibile avere l’immagine delle strutture disposte in un certo piano, mentre le altre strutture risultano sfocate. Questa tecnica si usa soprattutto per lo studio del torace dello scheletro. Un ulteriore perfezionamento di questa tecnica si è avuto nella tomografia assiale computerizzata (TAC) che ha portato progressi veramente notevoli soprattutto nella diagnostica delle affezioni endocraniche. Importanti perfezionamenti riguardano le tecniche di rilevazione delle radiazioni emesse da isotopi somministrati al paziente: si può infatti osservare un organo interno in condizioni normali e patologiche, e capire che cosa avvenga quando quest’organo funziona. Simili risultati si ottengono con la PET, o tomografia a emissione di positroni. Ai raggi X e a quelli degli isotopi si aggiungono poi altre fonti di energia capaci di dare immagini.
 
Di riccardo (del 03/01/2014 @ 17:37:39, in Lettera R, visto n. 1688 volte)
Onde elettromagnetiche che, convogliate attraverso aghi particolari, generano calore e consentono di vaporizzare diversi tipi di tessuti, come ad esmepio quelli che compongono la parte centrale dei dischi intervertebrali, nel caso di protrusioni che comprimono i nervi.
 
Di riccardo (del 03/01/2014 @ 17:47:38, in Lettera R, visto n. 1093 volte)
Tecnica fotografica che si basa sulle proprietà di penetrazione dei raggi X e consente di ottenere immagini permanenti della struttura interna di un oggetto. Costituisce il principale mezzo della radiodiagnostica, dal momento che consente lo studio e l'esame dei vari organi e apparati del corpo umano attraverso le loro immagini. Gli esami radiografici sono effettuati attraverso due diversi metodi: l'esame diretto quando un organo è esaminato nelle sue condizioni naturali di radiotrasparenza;si parla invece di esame con mezzi di contrasto artificiale quando le condizioni di radiotrasparenza dell'organo vengono appositamente cambiate per poter raggiungere rilievi che non apparirebbero evidenti al solo esame diretto. Esami effettuati col primo metodo sono le radiografìe dello scheletro (poiché le ossa, ricche di calcio, assorbono la radiazione apparendo di colore bianco sulla pellicola) e del torace (in cui i polmoni, pieni d'aria, consentonoil passaggio dei raggi e appaiono oscuri nel radiogramma). Per la maggior parte degli organi, però, si utilizzano i mezzi di contrasto, che possono essere opachi o trasparenti. Tra quelli opachi i più utilizzati sono il solfato di bario, che è il mezzo di contrasto per eccellenza dell'apparato digerente, e i preparati organici iodati idrosolubili, assunti per via orale o per iniezione, che rendono opache la bile e l'urina, consentendo di evidenziare i canali e le cavità dove questi secreti scorrono e si raccolgono; preparati simili sono usati anche per le esplorazioni dell'apparato cardiovascolare, dei bronchi e degli organi genitali. I mezzi di contrasto trasparenti sono costituiti essenzialmente da ossigeno e azoto e vengono impiegati per l'esame dei vari organi intramediastinici, dei ventricoli cerebrali, del midollo spinale ecc.
 
Di riccardo (del 03/01/2014 @ 17:56:08, in Lettera R, visto n. 1105 volte)
Branca dell'immunologia applicata che sfrutta, attraverso indagini di laboratorio, le proprietà dei radioisotopi utilizzati come marcatori. Il metodo di indagine più comune è quello di legare a specifici anticorpi un radioisotopo la cui irradiazione potrà rilevare, dopo l'avvenuta reazione antigene-anticorpo, le sedi di attacco degli anticorpi stessi, consentendo il riconoscimento e la valutazione quantitativa delle sostanze esaminate.
 
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