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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.

Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 09/01/2012 @ 15:25:38, in Lettera U, visto n. 2162 volte)
Farmaco miocardiotrofico detto anche coenzima Q10, presente nelle cellule e in diversi animali. Fornisce al muscolo cardiaco l’energia necessaria alle sue funzioni e avendo la capacità di annullare la tossicità dei radicali liberi presenti nel cuore danneggiato da un infarto, è utilizzato negli esiti di infarto, nella miocardiopatia dilatativa, nell’arteriosclerosi e nei disturbi circolatori della vecchiaia.
 
Di riccardo (del 29/04/2014 @ 11:08:18, in Lettera U, visto n. 8001 volte)
Strumento ecografico in grado di associare un sistema ad alta frequenza per la diagnosi del segmento anteriore a un sistema B-Scan per la diagnosi del segmento posteriore. Grazie alla sua altissima risoluzione la UBM fornisce un accertamento comparabile ad un esame istologico in vivo ed è particolarmente adatto alla diagnosi del segmento anteriore. Consente lo studio di tutte quelle patologie difficilmente diagnosticabili tramite metodi clinici tradizionali, tra le quali: patologie neoplasiche del segmento anteriore, alterazioni anatomiche a carico della camera anteriore sia congenite che acquisite. La biomicroscopia ad ultrasuoni (UBM) è una tecnica ultrasonica ad alta risoluzione sviluppata da Pavlin, Sherar e Foster a Toronto alla fine degli anni '80. I primi studi in vitro della tecnica furono condotti al Princess Margaret Hospital di Toronto. Nel 1993, l'Humphrey Instruments (Carl Zeiss Inc., San Leandro CA.) sviluppò un biomicroscopio ad ultrasuoni disponibile commercialmente ed il nostro gruppo fu incaricato di utilizzare uno dei primi prototipi. L'UBM ha dimensioni un poco più grandi rispetto ad un ecografo B scan di tipo convenzionale ma può certamente essere usato anche in una stanza d'esame di piccole dimensioni (Fig. 1). Esso opera scansioni con frequenza di 50 Mhz, che consente una risoluzione fino a 20 micron. Questo si avvicina alla risoluzione di un microscopio ottico a basso ingrandimento e consente la visualizzazione di strutture piccole quanto le fibre zonulari del cristallino e le cellule presenti in camera anteriore. Il pedaggio da pagare per questo incremento di risoluzione è una diminuita penetrazione, che è limitata a 5 mm. A scopi pratici questo riduce la possibilità di avere immagini alle sole strutture del segmento anteriore. In futuro, tecniche più innovative potrebbero consentire di ottenere immagini anche a maggiore profondità. L'esame viene condotto dal paziente in posizione supina, dopo instillazione oculare di un anestetico locale. La fessura palpebrale deve essere ampia a sufficienza per consentire l'applicazione di una coppetta oculare, che viene usata per ottenere un piccolo bagno d'acqua. Di solito, si usa una soluzione di metilcellulosa all'1-2%. La coppetta oculare può provocare qualche fastidio, creando limitazioni all'impiego di questa tecnica nei bambini e in qualche adulto. La scansione viene effettuata tenendo il braccio mobile dello strumento sopra la coppetta oculare, con il traduttore ultrasonico che oscilla all'interno della soluzione di metilcellulosa (Fig. 2). Il software implementato nello strumento è progettato per bloccare il procedimento se il trasduttore si avvicina troppo alla cornea; ciò impedisce eventuali abrasioni corneali. La scansione viene solitamente effettuata con sezioni radiali, ma possono essere effettuate anche scansioni ad andamento trasversale. La curva d'apprendimento è indubbiamente più lunga rispetto ad un ecografo oculare convenzionale e l'orientamento delle scansioni è un genere piuttosto diverso rispetto ad un ecografo B scan. Il modo migliore per acquisire familiarità con questa tecnica è quello di effettuare un periodo d'apprendimento con un esaminatore esperto. La biomicroscopia ad ultrasuoni consente una visualizzazione ad alta risoluzione del segmento anteriore. Pertanto l'esame è di solito condotto su strutture del segmento anteriore che non possono essere visualizzate in altro modo. Ciò può accadere in caso di cornee opache soprattutto prima di una cheratoplastica perforante, quando lo stato del segmento anteriore non è noto. In taluni casi di glaucoma è molto utile una scansione dell'angolo camerulare. Tradizionalmente si sa che la porzione oculare subito dietro la radice dell'iride è una struttura dell'occhio molto difficile da visualizzare. La nostra esperienza ha dimostrato che l'UBM è una tecnica particolarmente indicata nel determinare la posizione delle anse di una IOL. I tumori dell'iride e del corpo ciliare possono essere visualizzati e delimitati talmente bene da poter essere misurati usando i calibri dello strumento. Si può porre una diagnosi precisa ed inequivocabile in caso di cisti iridociliare, consentendo così di tranquillizzare il paziente, come si possono visualizzare i tumori adiacenti al corpo ciliare e controllarne l'estensione verso l'avanti. La biomicroscopia ad ultrasuoni è anche utilizzabile per verificare alterazioni della porzione anteriore della sclera. La biomicroscopia ad ultrasuoni è una tecnica utilissima per lo studio di taluni condizioni del segmento anteriore dell'occhio. Comprendere i principi basilari della tecnica e conoscere le sue indicazioni cliniche è di notevole utilità per l'oculista pratico che potrebbe trovarsi nelle condizioni di richiedere un esame UBM per i pazienti
 
Di Admin (del 09/01/2012 @ 15:31:08, in Lettera U, visto n. 1850 volte)
Condizione patologica causata da un’intossicazione acuta da alcol etilico, riscontrabile nei soggetti che hanno assunto una quantità eccessiva di bevande alcoliche.
 
Di riccardo (del 19/02/2014 @ 11:38:16, in Lettera U, visto n. 1720 volte)
Proteina di disaccoppiamento mitocondriale 2 che si attiva durante i processi degenerativi, con funzioni antiossidanti. egli esseri umani è codificata dal gene UCP2. fa parte della famiglia dei trasportatori degli anioni localizzati nella membrana mitocondriale interna come il vettore per il fosfato inorganico e del Ca2+ citosolico [2] e non solo. Il suo nome è dovuto alla elevata omologia di questa proteina con UCP1 o termogenina. A differenza dell'UCP1, che agisce solo sul grasso bruno e quindi solo sulla termogenesi adattativa, la UCP2 non interviene in questo meccanismo; sembra invece che questa intervenga nel controllo mitocondriale dei derivati ​​delle specie reattive dell'ossigeno (ROS). La ricerca sulle sue possibili applicazioni è molto promettente per quanto riguarda la terapia delle forme degenerative come l'Alzheimer.
 
Di riccardo (del 19/02/2014 @ 11:41:00, in Lettera U, visto n. 1541 volte)
Possibilità di uno stimolo sonoro di essere percepito dall'organo uditivo umano, ossia di essere di intensità superiore alla corrispondente soglia di udibilità e inferiore alla soglia di dolore. Dal punto di vista della frequenza, si definiscono i limiti di udibilità inferiore a 15 Hz, superiore a 20 000 Hz. Il campo di udibilità comprende suoni di frequenza fra il limite inferiore e quello superiore e di livello compreso fra la soglia uditiva e la soglia dolorosa (vedi anche audiometria).
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 22/12/2010 @ 13:01:31, in Lettera U, visto n. 2061 volte)
È uno dei cinque sensi, quello che ci consente di percepire suoni e rumori provenienti dall'esterno, attraverso il loro passaggio nell'orecchio, che può essere paragonato ad un amplificatore. L'orecchio può essere diviso in tre parti, orecchio esterno, orecchio medio e orecchio interno. L'orecchio esterno è formato dal padiglione auricolare e dal condotto uditivo esterno, che è scavato nell'osso temporale. Questi hanno il compito di raccogliere le onde sonore e indirizzarle verso il timpano, che segna il limite con l'orecchio medio. Quest'ultimo è una membrana che ha la proprietà di vibrare per effetto delle onde sonore, riproducendo le oscillazioni dell'aria senza alterarne la frequenza o l'ampiezza. Tali vibrazioni mettono in moto una catena di ossicini, che per la loro forma prendono il nome di martello, incudine e staffa. Il martello aderisce al timpano mentre la staffa è fissata con la base alla finestra ovale, una sorta di foro che consente il passaggio delle onde sonore all'orecchio interno, il quale è composto dalla coclea, dal vestibolo e dai canali semicircolari. La coclea ha la forma di una scala a chiocciola e vi si trova un liquido che costituisce il mezzo di trasmissione delle vibrazioni. All'interno della coclea si trova l'organo del Corti, costituito da cellule epiteliali dotate di ciglia, che rendono l'organo sensibile in ogni sua parte a lunghezze d'onda differenti. Queste ciglia vengono stimolate dalle vibrazioni sonore che agiscono su una membrana sovrastante, detta tectoria, la quale dà origine a un impulso nervoso, inviato dalle terminazioni del nervo acustico che si trovano nella coclea verso il lobo temporale del cervello, nella regione dove verrà elaborato nella forma che noi conosciamo come suono.
 
Di medicina (del 12/09/2007 @ 15:23:25, in Lettera U, visto n. 2947 volte)
Prolungamento mediano e verticale che si stacca dalla porzione centrale del margine libero del velo palatino e divide la cavità anteriore della bocca da quella posteriore.
 
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