Uno studio inglese mette in discussione l'entità delle dosi antimalariche di primachina. Secondo quanto emerso da una ricerca della London School of Hygiene & Tropical Medicine (Lshtm), infatti, una dose significativamente inferiore del farmaco risulterebbe comunque efficace nel combattere la trasmissione dell'infezione.
Lo studio, pubblicato su The Lancet Infectious Diseases, si rivela importante soprattutto per quei pazienti affetti da deficit di glucosio 6-fosfato deidrogenasi (G6pd), un disturbo ereditario frequente che beneficerebbe di una dose minore di primachina e di conseguenza di effetti collaterali meno pesanti da sostenere per il paziente. Questa condizione è peraltro molto frequente proprio in quei paesi dove la malaria è endemica.
La primachina agisce a livello dei gametociti, interrompendo il ciclo di trasmissione del parassita, ma la dose stabilita finora come standard ...
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