Lanalisi del sangue è un esame veloce e indolore. Il prelievo
viene solitamente effettuato da una vena alla piega del gomito, sullavambraccio
o sul dorso della mano. La quantità di sangue estratto dipende
dal numero di analisi cliniche che si devono eseguire, ma in ogni caso si tratta
sempre di una quantità molto piccola; il prelievo, in genere, viene
eseguito a stomaco vuoto, di preferenza alla mattina, per evitare che
le sostanze contenute nel cibo ingerito alterino il normale equilibrio
del sangue.
Dovrebbero essere eseguite almeno due volte all'anno, meglio se trimestralmente.
Non bisogna eseguire gli esami il giorno dopo un sforzo fisico prolungato,
come un allenamento, perché molti valori potrebbero essere falsati.
Per esempio la creatinfosfochinasi, che svolge un ruolo fondamentale nelle
funzioni energetiche cellulari, avrebbe valori falsati. Ricordatevi che
la lettura delle analisi va fatta dal vostro medico.
Il sangue è costituito da una parte liquida, chiamata plasma, e da una parte cellulare o corpuscolata. Nel plasma è presente una vasta gamma di sostanze quali enzimi, minerali, lipidi, ormoni, zuccheri, vitamine, proteine ecc. La parte corpuscolata è costituita dai globuli rossi o eritrociti, da globuli bianchi o leucociti e dalle piastrine. È probabilmente lesame più diffuso e più richiesto perchè, attraverso il sangue, non solo si riescono ad individuare le sostanze che circolano nel corpo, ma si riesce anche a capire se un organo sta funzionando bene o se invece ha qualche difetto.
Sono cellule del sangue (detti anche eritrociti o emazie) a forma di
disco appiattito, prive di nucleo, che trasportano l'ossigeno, fissato
tramite l'emoglobina in esse contenuta, fino alle cellule dei tessuti
e riportano ai polmoni parte dell'anidride carbonica prodotta. Il valore
normale nell'uomo è di 4,5-6 milioni/mm3, nella donna 4-5,5 milioni/mm3;
anche in questo caso per gli atleti di discipline di resistenza si devono
diminuire tali valori di circa 0,5 milioni/mm3.
Un numero di globuli rossi inferiore al normale è il segnale di
un'anemia, tanto più seria quanto più il numero di globuli
è basso.Se i globuli rossi sono più numerosi del normale,
si è in presenza di un disturbo chiamato policitemia. La policitemia
può essere il segnale di una disidratazione dell'organismo dovuta
a malattie che portano vomito e diarrea. Può essere anche in relazione
con l'uso di farmaci contenenti testosterone, oppure può essere
dovuta a enfisema polmonare o a malattie cardiache. Anche l'elevata altitudine,
o un'intensa attività fisica condotta per lungo tempo, possono
determinare un aumento di globuli rossi.
L'emoglobina è influenzata dal numero degli eritrociti.
I globuli bianchi, cellule del sangue, sono detti anche leucociti;
hanno l'aspetto di piccole masse gelatinose incolori, sono più
piccoli dei globuli rossi ma più grossi (10-12 micron di diametro
) e sono provvisti di nucleo. In generale, i globuli bianchi svolgono
funzioni difensive, contro i microrganismi. Alcuni di essi accorrono
nei tessuti dove siano penetrati batteri o sostanze estranee e li circondano
emettendo dei prolungamenti e poi li distruggono. Altri producono delle
sostanze, dette anticorpi, che neutralizzano l'azione nociva dei virus
e batteri eventualmente penetrati nell'organismo.
Formula leucocitaria. E' l'esame che stabilisce il numero e le caratteristiche
dei vari tipi di globuli bianchi o leucociti.
Neutrofili. Servono per difendere l'organismo dalle infezioni, specie
se causate da batteri. Contengono diverse proteine e sostanze chimiche
in grado di danneggiare irreversibilmente le membrane dei microorganismi
patogeni.
VALORI NORMALI: 55%-70%, per uomini e donne.
Se esiste qualche anomalia nella forma e nella dimensione, viene segnalata.
La diminuzione dei neutrofili può essere il segnale di molte
malattie:
infezioni batteriche (tifo, paratifo, brucellosi, tubercolosi)
infezioni virali (epatite, influenza, rosolia, morbillo, varicella,
mononucleosi infettiva)
malattie del sangue, malnutrizione, alcolismo.
L'aumento dei neutrofili può, come del resto la diminuzione,
essere determinato da tantissime cause: infezioni generalizzate o localizzate,
provocate più di frequente da streptococchi e più raramente
da altri batteri o da virus e funghi; assunzione di ormoni steroidei
o litio; intossicazione da farmaci, quali clorpropamide, serotonina,
digitale, acetilcolina.
In gravidanza, durante il puerperio, dopo intensi sforzi fisici e nel
periodo neonatale l'aumento dei neutrofili è considerato fisiologico,
ossia naturale.
Eosinofili. La loro funzione la difesa dell'organismo dai parassiti.
VALORI NORMALI: 1%-4%, per uomini e donne.
La diminuzione degli eosinofili è quasi sempre in relazione con
una cura prolungata a base di preparati contenenti cortisone. Il loro
aumento si riscontra in varie malattie, tra cui le più frequenti
sono:
asma bronchiale, orticaria, febbre da fieno, allergia ai farmaci,
malattie causate da parassiti, scarlattina, corea, polmoniti, malattie
del sangue, artrite reumatoide, avvelenamenti, malattie dello stomaco
e dell'intestino.
Basofili. La loro funzione non è molto ben conosciuta. Anch'essi
aumentano nelle allergie: contengono istamina che, se liberata in eccesso
nel sangue e nei tessuti, provoca sintomi fastidiosi (come il prurito
o la comparsa di pomfi cutanei) per combattere i quali si usano spesso
farmaci chiamati antiistaminici.
VALORI NORMALI: O%-1%, per uomini e donne.
Una diminuzione dei basofili può essere dovuta a cure prolungate
a base di preparati contenenti cortisone o progesterone, e talora si
riscontra durante la gravidanza.
Può anche essere il segnale di varie malattie, tra cui: disturbi
della tiroide, orticaria, asma, febbre da fieno.
VALORI NORMALI: 25%-35%, per uomini e donne.
La diminuzione dei linfociti, detta linfopenia,
si riscontra in seguito alle cure a base di farmaci chemioterapici (contro
i tumori) e cortisone.
L'aumento dei linfociti, detto linfocitosi, è fisiologico, ossia
naturale nei bambini di età compresa tra i 4 mesi e i 4 anni. Può
indicare:
pertosse, mononucleosi infettiva, orecchioni, varicella, morbillo, epatite
virale
toxoplasmosi, infezioni croniche, sifilide, morbo di Addison, morbo di
Crohn.
La presenza di linfociti atipici, può essere dovuta a:
mononucleosi, epatite virale, orecchioni, morbillo, cytomegalovirus, polmonite
virale,
pertosse, brucellosi, toxoplasmosi, sifilide.
In realtà i linfociti comprendono diversi sottotipi: i principali
sono i linfociti B, T, Natural Killer. Queste sottopopolazioni hanno funzioni
diverse: I linfociti B producono anticorpi, molecole importanti nella
difesa dell'organismo dalle infezioni; i linfociti T non producono anticorpi
ma elaborano altre molecole importanti nella difesa dalle infezioni, soprattutto
virali. Essi inoltre sono in grado di riconoscere in modo specifico cellule
estranee e svolgono un ruolo essenziale nella difesa dell'organismo dai
tumori e nel rigetto dei trapianti. Le cellule Natural Killer (NK) sono
simili ai linfociti T.
I diversi sottotipi di linfociti non sono riconoscibili al microscopio
ottico o con i comuni contatori elettronici. Per studiarli bisogna ricorrere
a metodiche sofisticate disponibili solo in laboratori specializzati.
Monociti. Sono importanti nella difesa dell'organismo da alcuni tipi di
batteri.
Se aumentano i granulociti molto probabilmente è in corso un'infezione
provocata da batteri, mentre se aumentano i linfociti, l'infezione dovrebbe
dipendere da un virus.
VALORI NORMALI: 3%-8%.
L'aumento dei monociti si riscontra in varie malattie tra cui:
leucemia, artrite reumatoide, lupus eritematoso, arterite temporale
tumore dell'ovaio, tumore dello stomaco, tumore della mammella
tubercolosi, sifilide, endocardite batterica, brucellosi, tifo, malaria
candidosi, mononucleosi infettiva, colite ulcerativa cronica.
La diminuzione dei monociti non è significativa.
Un numero più basso di leucociti può essere la spia di una minore capacità dell'organismo di difendersi dalle malattie, oppure di un generale indebolimento del corpo. Un numero più alto del normale indica sempre un'infezione in corso nell'organismo, oppure è un dato che si può riscontrare in seguito a un'intossicazione. E' fondamentale, però, andare a vedere quale tipo di leucocita è presente in quantità. I globuli bianchi possono aumentare se si assumono determinate sostanze (arginina) o in particolari periodi (gravidanza, mestruazioni).
I suoi valori vanno
da 37 a 46 nella donna, mentre nell'uomo variano da 42 a 50. Una percentuale
più bassa della norma è sintomo di anemia, mentre una
percentuale più alta segnala policitemia. L'esame ematocrito
conferma le informazioni dell'esame per il conteggio dei globuli rossi.
Per gli atleti di discipline di resistenza i valori più probabili
sono da 40 a 45 per l'uomo e da 36 a 41 per la donna.
Indica la grandezza dei globuli rossi ed è importante perché serve nella diagnosi delle anemie: i globuli rossi possono essere più piccoli del normale (anemia microcitica) o più grandi (anemia macrocitica). Si ricava da (ematocrito*10/numero di globuli rossi) e i valori normali vanno da 80 a 100 femtolitri (indicati con fl). Negli sport di resistenza l'allenamento aumenta il valore dell'MCV (alcuni atleti keniani arrivano anche a valori di 110).
È la quantità di emoglobina contenuta in media in un globulo rosso. Si ricava da (emoglobina*10/numero di globuli rossi in milioni/ml) e i valori normali vanno da 27 a 34 picogrammi.
Indica se i globuli rossi a seconda della loro grandezza contengono poca o molta emoglobina. Si ricava da (emoglobina*10/ematocrito) e i valori normali espressi in percentuale vanno da 31% a 38%. Un valore inferiore è un importante parametro per la diagnosi del TIPO di ANEMIA (Ipercromica, Ipocromica ed Ipercromica) e non necessariamente risulta alterato nell'Anemia. Può essere anche sintomo di un accumulo eccessivo di liquidi nell'organismo. Può essere la spia di una rara malattia ereditaria, la sferocitosi.
Misurato in percentuale (da 11 a 16) o in assoluto (da 39 a 50 fl), indica una misura dell'ampiezza della curva dei volumi dei globuli rossi, permettendo di riconoscere i casi di anisocitosi (RDW elevato).
L'emoglobina A1c (chiamata anche HbA1c) mostra la media della quantità di zucchero (glucosio) nel sangue di una persona relativa agli ultimi tre mesi. L'emoglobina A1c permette quindi di sapere se il glucosio presente nel sangue è normale o troppo alto. Lo zucchero presente nel flusso sanguigno può legarsi all'emoglobina dei globuli rossi (l'emoglobina è la parte dei globuli rossi che porta l'ossigeno) tramite un processo chiamato glicosilazione. Una volta che lo zucchero si lega all'emoglobina, vi rimane per l'intera durata della vita del globulo rosso, che è di circa 120 giorni. Maggiore è il livello di glucosio nel sangue, maggiore è la quantità che si lega ai globuli rossi. Le scoperte di uno dei maggiori studi, il Diabetes Control and Complications Trial (DCCT), hanno mostrato quanto sia importante questo esame. Lo studio dimostra che diminuire il valore dell'emoglobina A1c può ritardare o prevenire lo sviluppo di patologie oculari, renali e neurologiche e cardiovascolari. Il controllo di laboratorio dell'emoglobina glicosilata viene effettuato soprattutto per controllare la stabilità della glicemia nei soggetti in cui questo valore non è stato nei valori normali oppure nei soggetti in terapia con farmaci antidiabetici. Le persone con un alto livello di zucchero nel sangue hanno normalmente anche una emoglobina glicosilata alta. Per mantenere l'HbA1c sotto il 7 per cento bisogna che, durante gli ultimi tre mesi, la glicemia preprandiale (prima dei pasti) superi raramente i 150 mg/dl. La glicemia non dovrebbe nemmeno scendere al di sotto di 60-70 mg/dl, per non incorrere in eventuali ipoglicemie. Unità di misura: % Valori di riferimento uomo: I valori normali sono compresi tra 2,2 e 4,8% Valori di riferimento donna: I valori normali sono compresi tra 2,2 e 4,8% Valori di riferimento bambino: I valori normali sono compresi tra 2.6 e 7.5%
Valori normali
Sono considerati valori normali 5 - 177 ng (nanogrammo, 1 ng = 1 miliardesimo
di grammo) /100ml.
Cause di valori superiori alla media
Valori superiori a quelli ritenuti normali possono essere determinati
da eccessiva introduzione di ferro, da emacromatosi, da leucemia, da
neoplasie maligne, da trasfusioni
Cause di valori inferiori alla media
Valori inferiori a quelli considerati normali possono essere causati
da poca introduzione di ferro, da emorragie, da gravidanza.
La ferritina rappresenta i depositi di ferro dell'organismo (insieme
all'emosiderina); pertanto una diminuzione di ferritina predispone all'anemia.
ovviamente
nell'anemia sideropenica si hanno valori inferiori. Se i valori di sideremia,
di ferritina e di transferrina sono corretti è del tutto inutile
assumere ferro per correggere un quadro anemico anche lieve.
Transferrinemia - È la concentrazione della transferrina nel
sangue (da 250 a 400 mg/dl); la transferrina è responsabile del
trasporto del ferro dai depositi al sangue. Nell'anemia sideropenica
(da mancanza di ferro) si eleva, rappresentando un meccanismo di compensazione
della mancanza di ferro.
Valori normali vanno da 150 a 440 migliaia/microlitro.
I valori sono alterati in caso di forti emorragie, circolazione rallentata
del sangue, problemi alla milza, leucemie o lesioni del midollo osseo.
Molti farmaci (fra cui pillola anticoncezionale e aspirina) influiscono
sui valori.
La diminuzione del numero delle piastrine, detta trombocitopenia, si
riscontra in seguito a trasfusioni di sangue, oppure dopo una cura prolungata
a base di particolari farmaci, quali antibiotici, barbiturici, diuretici,
sulfamidici, ipoglicemizzanti. Può inoltre essere il segnale
di varie malattie organiche, tra cui:
anemia, carenza di vitamina B12 e acido folico, mononucleosi infettiva
e altre infezioni virali, leptospirosi, linfomi, malaria, rigetto del
rene in seguito a trapianto, ipertiroidismo
porpora, endocardite batterica (per esempio, conseguente a uninfezione
da streptococco), tifo, scarlattina.
L'aumento del numero delle piastrine, definito trombocitosi, può
essere conseguenza della prolungata assunzione di preparati a base di
vitamina B12 e acido folico, oppure può essere in relazione con
lo svolgimento di unintensa attività sportiva o con la
gravidanza: in questi due casi è considerato fisiologico, ossia
naturale e quindi non significativo dal punto di vista medico. Può,
però, essere segno di una delle seguenti malattie: 1) morbo di
Crohn. 2) anemia emolitica. 3) tumore.
Stabilisce il buon funzionamento di uno dei meccanismi della coagulazione.
RATIO: rappresenta il rapporto tra la capacità di coagulare del
sangue esaminato e la capacità di coagulare di un sangue standard
usato come riferimento. La capacità di coagulare del sangue in
esame viene raffrontata con quella di un sangue che coagula perfettamente:
il risultato che si ottiene nasce da questo rapporto.
Valori normali: 0,90-1,20.
Un valore maggiore indica un'alterazione del processo di coagulazione
del sangue, causata da una malattia o dall'uso di medicine ad azione
anticoagulante. Un valore minore non è significativo.
I.N.R.: questa sigla ha lo stesso significato della Ratio, ma viene
sempre aggiunta a quest'ultima perché è un'unità
di misura più universalmente riconosciuta.
VALORI NORMALI: 0,90-1,20, per uomini e donne.
Valori inferiori alla norma non sono significativi.
Valori più alti si riscontrano in presenza di disturbi del fegato
(epatopatie), in alcune malattie del sangue, e nelle persone sottoposte
a una cura a base di medicine ad azione anticoagulante.
A volte come unità di misura si utilizzano i secondi e nel soggetto
normale il tempo di protrombina (PT) è di 12-15 secondi.
Valuta la normalità del processo di coagulazione del sangue in
rapporto a un sangue normale di riferimento.VALORI NORMALI: Ratio 0,80-1,20.
Una diminuzione rispetto alla norma non è significativa.
Un aumento dei valori si riscontrerà in alcune malattie del sangue,
nelle malattie del fegato. L'utilizzo di gran lunga più comune
concerne però il monitoraggio della terapia eparinica.
La quantità d'urea nel sangue è importante
per verificare sia la funzionalità renale sia il giusto apporto
proteico della dieta. In caso di azotemia alta (ed escludendo una patologia
renale) si dovrebbe limitare l'apporto di proteine ed evitare l'uso
di integratori proteici per evitare un inutile sovraccarico renale.
Anche in questo caso un pesante impegno fisico può influire (a
causa del catabolismo proteico) sui valori riscontrati. I valori normali
vanno da 16 a 60 mg/dl. Il limite superiore è stato elevato (normalmente
è 50), considerando che chi pratica attività fisica intensa
spesso si assesta fra 45 e 60.
Una diminuzione dellurea rispetto ai valori normali può
essere conseguenza di una dieta troppo povera di proteine (formaggio,
latte, carne, pesce, uova) e troppo ricca di carboidrati (pane, pasta,
dolciumi), oppure si riscontra in varie malattie tra cui:
ipotiroidismo
alterazioni della funzionalità del fegato
ritardo gestazionale (gravidanza oltre il termine).
Un aumento rispetto ai valori normali può essere conseguenza
di un digiuno prolungato, oppure si riscontra in tantissime malattie
tra cui:
insufficienza renale, disidratazione, emorragia, ipertensione, diabete,
pielonefrite
calcoli renali, ipertrofia prostatica, arteriosclerosi
ipertiroidismo, insufficienza cardiaca, traumi con schiacciamento, malattie
febbrili, malattie infettive, disidratazione
epilessia e altre malattie che interessano il sistema nervoso centrale.
La bilirubina, sostanza di colore giallo-rossastro, deriva prevalentemente
dalla demolizione dell'emoglobina, la proteina che lega l'ossigeno nei
globuli rossi. Ogni 120 giorni i globuli rossi vengono rinnovati e l'emoglobina
viene decomposta dai macrofagi nei suoi componenti base, il gruppo eme
e le globine. Il gruppo eme viene ulteriormente degradato in biliverdina
e poi in bilirubina; per essere eliminata, dev'essere trasformata dal
fegato. E' un pigmento, contenuto nella bile ed è un prodotto
del catabolismo dell'emoglobina. La parola deriva dal latino bilis,
bile, e ruber, rosso.
La bilirubina coniugata finisce nella bile e con questa nell'intestino,
dove viene parzialmente trasformata in urobilinogeno. La bilirubina
e i suoi derivati conferiscono alle feci il loro caratteristico colore
marrone. L'urobilinogeno viene in parte riassorbito ed espulso dai reni
come urobilina: è questa a dare all'urina il suo colore giallo.
Questa situazione si verifica inoltre comunemente nei neonati nei primi
giorni dopo il parto (ittero neonatale), perché il numero di
globuli rossi necessario alla vita indipendente è minore di quello
necessario per la vita intrauterina. Tuttavia anche nei neonati, se
il livello di bilirubina nel sangue supera una soglia critica (molto
più alta di quella necessaria a colorare la pelle), si possono
produrre danni al cervello. Per questo motivo, l'analisi della bilirubina
è un'analisi di routine nei primi giorni dopo la nascita.
Se il fegato si ammala o se vengono distrutti globuli rossi in eccesso,
la bilirubina nel sangue aumenta oltre il valore di 3-4 mg/dl e conferisce
alla cute e alle sclere un colorito giallastro, definito ittero.
VALORI NORMALI BILIRUBINA TOTALE: 0,20-1,20 mg/dl.
VALORI NORMALI BILIRUBINA DIRETTA: 0-0,2 mg/dl.
VALORI NORMALI BILIRUBINA INDIRETTA: 0,2-0,8 mg/dl.
Della bilirubina totale presente nel sangue si possono distinguere due
frazioni: la bilirubina indiretta (non ancora trasformata dal fegato),
che rappresenta la frazione più cospicua, e quella diretta (già
trasformata dal fegato). La bilirubina diretta viene poi riversata nell'intestino
dove la flora batterica ne favorisce la degradazione, convertendola
in composti che vengono eliminati con le feci. Questo esame è
indicato per determinare la presenza di una malattia del fegato (cirrosi,
epatite, calcoli biliari) e per seguirne la progressione. In genere
il medico prescrive il test della bilirubina in associazione ad altri
esami di funzionalità epatica (fosfatasi alcalina e transaminasi
AST e ALT), alle seguenti categorie:
1. pazienti che manifestano segni o sintomi di danno epatico (ittero,
nausea, urine scure, dolori addominali, fatica e malessere generale);
2. coloro che abbiano avuto una storia di alcolismo;
3. individui con sospetta esposizione ai virus dell'epatite. Nei neonati
la misurazione della bilirubina è considerata una pratica di
routine. Infatti, nei primi tre giorni di vita, la maggior parte dei
bambini manifesta una forma di ittero, l'ittero fisiologico, perché
il loro sistema epatico di degradazione dell'emoglobina non è
ancora del tutto sviluppato.
Un eccesso di bilirubina indiretta può essere dovuto a:
1. un'aumentata distruzione dei globuli rossi (emolisi), che si verifica
nell'anemia emolitica, o altri difetti della produzione dell'emoglobina
(talassemia, anemia perniciosa e falciforme);
2. alcune malattie ereditarie che alterano la capacità del fegato
di convertire la bilirubina indiretta in quella diretta, come le sindromi
di Gilbert e Crigler-Najjar;
3. ittero fisiologico dei neonati e dei prematuri e reazione di incompatibilità
tra Rh materno e quello del neonato;
4. effetto collaterale di alcuni farmaci come steroidi e rifampicina
(un antibiotico usato per la cura della tubercolosi).
Un aumento della bilirubina diretta può dipendere da:
1. alcune malattie ereditarie come le sindromi di Dubin-Johnson e Rotor;
2. malattie del fegato come cirrosi, epatiti virali ed epatite tossica;
3. ostruzioni delle vie biliari dovute per esempio a calcoli o tumori
del fegato o del pancreas;
4. effetto collaterale di alcuni tipi di farmaci come: pillola anticoncezionale,
alcuni tipi di antibiotici (tetracicline), steroidi, antinfiammatori
non steroidei (FANS).
Una diminuzione dei livelli di bilirubina totale, indiretta e diretta
può invece essere causata da: 1. alcuni tipi di anemie (aplastica,
sideropenica);
2. assunzione di certi sedativi, i barbiturici
Se i reni non funzionano bene il suo valore nel sangue resta elevato.
Alcuni antibiotici ne abbassano il valore, mentre la pillola anticoncezionale
e un danno muscolare o un duro allenamento lo alzano. Valori normali (dipende
dalla massa muscolare): donne fino a 0,9 mg/dl, uomini fino a 1,3 mg/dl.
La diminuzione della creatinina si riscontra nelle seguenti eventualità:
atrofie muscolari, tumore della prostata, gravidanza.
L'aumento della creatinina rispetto ai valori normali può essere
il segnale di vari problemi tra cui: poliartrite, scompenso cardiocircolatorio,
ipertiroidismo.
Può avere origine dal cibo (latte e derivati,
carne, uova ecc.), ma la maggior parte è fabbricata dal fegato
a partire da una vasta gamma di sostanze. La ricerca di questa sostanza
nel sangue concorre, con la ricerca dei trigliceridi, a valutare i grassi
nellorganismo. Può essere eliminato (tramite la sintesi
degli acidi biliari) per via epatica (fegato) o per via intestinale.
Viene differenziato in due gruppi:
colesterolo "buono" o HDL perchè se la maggiore parte
del colesterolo presente nel sangue è sottoforma di lipoproteine
a elevata densità (High Density Lipoproteins, HLD) sembra avere
un effetto protettivo nei confronti della malattia arteriosa, perchè
le molecole HDL hanno una struttura molto grande e tali dimensioni consentono
loro di "spazzare" fisicamente le arterie e di ripulirle dai
depositi arteriosclerotici; inoltre le HDL hanno la funzione di riportare
il colesterolo nel fegato, quindi di sottrarlo al sangue; quindi il
colesterolo HDL è molto utile ed è importante che il suo
livello sia alto, maggiore di 35 mg/dl; una persona che ha un colesterolo
totale alto ma un HDL a un livello maggiore di 35 non è a rischio,
quanto una persona che insieme a un colesterolo totale alto, presenta
un livello di HDL basso, inferiore a 35;
colesterolo "cattivo" o LDL perchè se la maggiore parte
del colesterolo è sottoforma di lipoproteine a bassa densità
(Law Density Lipoproteins, Ldl) aumenta il rischio di sviluppo di aterosclerosi.
Il colesterolo è una sostanza essenziale, che rappresenta la
base chimica per la sintesi di alcuni ormoni ed entra in gioco anche
come "mattone" nella formazione di tutte le membrane delle
cellule.
Valori normali
Sono considerati valori normali 120 - 220 mg/100 ml per il colesterolo
totale, 40 - 80 mg/100 ml per lHDL, 70 - 180 mg/100 ml per lLDL
Cause di valori superiori alla media
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere causati
da diabete, da epatite cronica, da uso di contraccettivi, da intossicazione,
da ipoproteinemie, da ipotiroidismo, da lupus eritematoso, da morbo
di Cushing, da obesità, da pancreatite acuta, da sindrome nefrosica
Cause di valori inferiori alla media
Valori inferiori a quelli considerati normali possono essere causati
da anemie croniche, da epatopatie terminali, da ipertiroidismo, da morbo
di Addison, da malnutrizione, da sepsi, da malassorbimento, da malattie
neoplastiche.
Fondamentale è il calcolo dell'indice di rischio cardiovascolare
dato dal rapporto fra colesterolo totale e colesterolo HDL. Tale valore
dovrebbe essere inferiore a 5 per gli uomini e 4,5 per le donne. Visto
che il colesterolo svolge funzioni comunque positive, è da guardare
con sospetto anche un valore troppo basso del colesterolo totale.
Insieme allaumento del colesterolo, linnalzamento
dei trigliceridi costituisce un fattore di rischio perchè danneggia
le arterie. I trigliceridi hanno la sola funzione di "scorta"
dei grassi per lorganismo, cioè non forniscono immediatamente
energia (come il glucosio) ma vengono utilizzati solo nei momenti di
emergenza, cioè quando lorganismo ha bisogno di energia.
Essi entrano nellorganismo insieme ai cibi (soprattutto burro,
insaccati e formaggi grassi) e non appena lintestino li assorbe,
vengono catturati da particolari proteine, i chilomicromi, e trasportati
al fegato e al tessuto adiposo per essere immaganizzati. Nel momento
in cui lorganismo ha bisogno di energia, altre proteine (chiamate
Vldl) intaccano le scorte e trasportano i trigliceridi in circolo
Valori normali: sono considerati valori normali 40-170 mg/100 ml; i valori
sono molto influenzabili dallalimentazione immediatamente precedente
al prelievo; se si mangiano cibi grassi nei giorni che precedono lesame,
è possibile che il loro livello si alzi; anche lalcol sortisce
questo effetto
Cause di valori superiori alla media
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere determinati
da alcolismo, da diabete mellito, da epatopatie, da insufficienza renale,
da ipotiroidismo, da obesità, da pancreatite acuta. Se un loro
aumento si associa a forte diminuizione dei valori del colesterolo HDL
(vedere), rappresentano anchessi fattore di rischio per infarto
e ictus
Cause di valori inferiori alla media
Valori inferiori a quelli considerati normali possono essere determinati
da anemia, da contraccettivi orali e gravidanza, da ipertiroidismo, da
digiuno prolungato, da malnutrizione, da senilità (alterazioni
delle capacità mentali che si verificano in conseguenza dellinvecchiamento),
da ustioni
I valori normali per chi pratica attività sportiva vanno da 40
a 150 mg/dl; per un sedentario si può arrivare fino a 200 mg/dl.
È regolata da un complesso di meccanismi neurormonali e metabolici
che ne impediscono forti oscillazioni in difetto o eccesso. Aumenta
nei soggetti diabetici e si abbassa nel digiuno prolungato. In genere
con l'allenamento la glicemia si abbassa rispetto ai valori normali
che vanno da 65 a 110 mg/dl.
Una diminuzione del glucosio rispetto a valori normali si riscontra
nel corso di diete povere di zuccheri o in seguito a digiuno prolungato,
oppure può essere conseguenza dello svolgimento di unattività
fisica molto intensa.
Può, inoltre, dipendere dall' assunzione prolungata di particolari
farmaci (salicilati, antitubercolari), oppure può essere anche
il segnale di varie malattie tra cui:
alterazioni a carico del fegato
ipotiroiclismo
intolleranza al fruttosio.
Un aumento del glucosio è sempre il segnale di diabete mellito,
la malattia caratterizzata dallo scorretto utilizzo degli zuccheri da
parte dellorganismo.
Nella trasformazione cioè di un amminoacido in un altro. Normalmente sono presenti sia nel fegato che nei muscoli, dove partecipano alla trasformazione degli amminoacidi in energia, soprattutto se l'impegno fisico è lungo e impegnativo. Avere valori alti di transaminasi non necessariamente vuol dire avere problemi epatici. Nel caso di dubbio conviene eseguire nuovamente l'esame a riposo. Valori normali sono inferiori a 40 mU/ml (GOT e GPT) e inferiori a 18 mU/ml (SGOT).
La triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4) si alterano in caso di malattie della tiroide, ma anche nel caso di alimentazioni particolarmente ricche di iodio o di regimi alimentari ipocalorici. Valori normali sono per l'FT3 2,3-5 pg/ml e per l'FT4 0,9-2 ng/dl.
Come dice il nome, stimola la tiroide
e la formazione degli ormoni T3 e T4. Il meccanismo di equilibrio fa
sì che elevate concentrazioni di T3 e T4 nel sangue blocchino
la formazione di TSH. È ovviamente indicativo di malattie della
tiroide. Per gli adulti il valore normale va da 0,1 a 3,5 mU/l.
Il valore di tale ormone è significativo solo per persone che hanno superato la quarantina e secondo alcuni autori fornirebbe il grado d'invecchiamento. Valori normali del Dhea solfato vanno da 0,8 a 5,6 mg/ml per l'uomo e da 0,35 a 4,3 mg/dl per la donna. Provate un semplice test d'invecchiamento: a temperatura standard (20 °C) pizzicatevi il dorso della mano sollevando la pelle per circa cinque secondi, poi rilasciate: il tempo che impiega la pelle per tornare nella posizione originaria fornisce la vostra età biologica; se ci impiega cinque secondi avete un'età biologica di 50 anni e l'impiego di DHEA potrebbe essere giustificato.
in pratica calcola il tempo necessario perchè la parte solida
del sangue (globuli rossi) si separi da quella liquida (plasma)
Valori normali
donne -> 6-11 mm (un'ora), 6-20 mm (due ore) e sopra i 50 anni fino
a 30 mm in due ore; uomini -> 3-10 mm (un'ora), 5-18 mm (due ore)
e sopra i 50 anni fino a 20 mm in due ore. Non si tratta di valori molto
precisi in quanto la VES può essere normale anche se linfezione
è già in atto, oppure può risultare elevata quando
ormai si è già guariti e quindi è più che
mai necessario il parere del medico
Cause di valori superiori alla media
valori superiori a quelli di riferimento possono essere determinati
da artrite reumatoide, da epatopatie, da gravidanza, da infarto cardiaco,
da infezioni, da infiammazioni, da insufficienza renale, da leucemie,
da morbo di Hodgkin da neoplasie maligne, da shock, da TBC, da tiroidite
di Hashimoto, da toxoplasmosi
Cause di valori inferiori alla media
valori inferiori a quelli di riferimento possono essere determinati
da allergie, da microcitemie, da neoplasie terminali, da policitemie,
da uso di steroidi e anticoagulanti
Prima del prelievo di sangue è in generale prescritto il digiuno
(8-10 ore); per il dosaggio dei trigliceridi è consigliato un digiuno
più prolungato (12-14 ore). La composizione del pasto che precede
il digiuno deve essere quella abituale, evitando sia gli eccessi sia le
restrizioni.
Per i neonati può essere sufficiente il digiuno di 3-4 ore. Durante
il tragitto per raggiungere il laboratorio di analisi il soggetto non
deve effettuare sforzi fisici intensi con sudorazione. Se lutente
durante il digiuno dovesse avvertire la sensazione di sete, può
assumere 1-2 bicchieri di acqua.
Durante il periodo di attesa dal momento del ritiro del numero progressivo
di accesso erogato dallapparecchio elimina code fino
al momento del prelievo, è bene rimanere il più possibile
tranquilli e si deve assolutamente evitare di fumare.