Cecità.
Di riccardo (del 22/10/2013 @ 15:37:34, in Lettera C, visto n. 1023 volte)
Assenza di potere visivo (detta anche ablepsia), definitiva o temporanea, assoluta o relativa a seconda che manchi, rispettivamente, ogni traccia di percezione visiva oppure soltanto uno degli elementi che compongono l’atto visivo (senso luminoso, senso cromatico, percezione spaziale, stereoscopia ecc.). Può essere congenita (legata ad alterazioni di carattere ereditario o ad affezioni materno-fetali) o acquisita (totale o parziale, mono- o bilaterale). In rapporto al tipo di lesione si distinguono: - la cecità sensoriale, dovuta a lesioni retiniche; - la cecità di conduzione, dovuta a lesioni delle vie ottiche; - la cecità corticale, dovuta a lesioni del centro corticale della visione. Cause di natura e sede diversa possono provocare la cecità sono: alterazioni retiniche ( c. sensoriale), lesioni delle vie ottiche ( c. di conduzione) o del centro corticale della visione ( c. corticale). La c. assoluta senza alterazioni oculari dimostrabili è anche detta amaurosi. Mentre in alcuni casi la c. è incurabile, in altri, opportune cure mediche o chirurgiche (c. per distacco della retina, per cataratta totale ecc.) possono restituire, parzialmente o anche in modo completo, la vista. In molti paesi economicamente depressi, appartenenti soprattutto ad aree africane, asiatiche e dell’America Latina, è molto diffusa la c. da malnutrizione, determinata nelle fasce più povere della popolazione da una carente disponibilità di prodotti ortofrutticoli apportatori di caroteni (oltre che di alimenti proteici).