Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Elettroencefalografìa. Tecnica attraverso la quale è possibile registrare dal cuoio capelluto l'attività elettrica cerebrale spontanea, a riposo. Questa registrazione (elettroencefalogramma) viene eseguita derivando tramite elettrodi applicati su vari punti prestabiliti del cranio le variazioni di potenziale elettrico degli elementi nervosi, amplificate in modo opportuno. Le oscillazioni dei potenziali cerebrali si possono riunire in diverse bande a seconda della frequenza. Nell'adulto normale, a riposo a occhi chiusi, prevale il ritmo alfa, con una frequenza di 8-13 Hz, che scompare dopo una stimolazione improvvisa (reazione d'arresto, mediata dalla sostanza reticolare ascendente del tronco encefalico). Sono presenti in quantità molto minore i ritmi beta (12-14 Hz), theta (4-7 Hz) e delta (0-3 Hz). Nell'infanzia e nell'adolescenza il ritmo di base è scarsamente regolare e pieno di ritmi lenti (theta e delta). L'indicazione più importante all'elettroencefalografìa è l'epilessia ma fornisce anche informazioni indicative sulla malattia di Alzheimer-Perusini. Viene molto utilizzato per lo studio della fisiologia del sonno.
Tecnica diagnostica per mezzo della quale vengono studiate le modificazioni dell'attività elettrica della corteccia cerebrale provocate da uno stimolo acustico. Consente di verificare se la via acustica è integra; è molto importante nei bambini di età inferiore a due anni ai quali vada applicato precocemente un apparecchio acustico, per accertare l'esatto livello di soglia acustica. La risposta è influenzata dal sonno, fisiologico o indotto con farmaci, ed è condizionata da fenomeni di abitudine.
Sinonimo di folgorazione. Traumi causati dall'azione del fulmine o da correnti elettriche industriali. Nel primo caso portano quasi sempre alla morte, a causa dell'alta tensione scaricata e il forte sviluppo di calore, che provoca gravi ustioni, fino all'incenerimento. Un fulmine che cada vicino può ad esempio causare uno spostamento d'aria così forte da essere causa di morte. I danni da correnti industriali variano in base alla tensione, alla durata del contatto, alla resistenza offerta dal corpo e dei punti di ingresso e uscita della scarica. La morte può verificarsi per arresto cardiaco o respiratorio, dovuto all'azione sul sistema nervoso centrale. Nel punto di contatto si presentano ustioni per correnti ad alta tensione, e una lesione simile a una bolla (marchio elettrico) per basse tensioni. Il primo soccorso in caso di folgorazione consiste nell'assicurare l'attività cardiorespiratoria con le classiche manovre di rianimazione (respirazione bocca a bocca e massaggio cardiaco). I soccorritori devono a loro volta prestare estrema attenzione per evitare di rimanere a loro volta folgorati.
Tecnica diagnostica indicata per i disturbi dell'udito che registra le risposte encefaliche a uno stimolo acustico a livello della chiocciola e dei neuroni di primo ordine (i primi della via nervosa). Fornisce informazioni sulla funzione del recettore periferico e presenta un'alta affidabilità, dal momento che non dipende dalla collaborazione del soggetto.
Sinonimo di diatermocoagulazione. Tecnica utilizzata per ottenere attraverso il calore la coagulazione o la distruzione di tessuti patologici; a questo scopo vengono usati l'elettrobisturi, l'ansa diatermica, l'ago diatermico, che generano una corrente elettrica ad impulsi capace di tagliare o cicatrizzare l'epidermide. Lo strumento concentra la corrente su di un catodo di piccole dimensioni messo a contatto con la regione interessata dall'operazione mentre l'anodo di grande dimensione viene posto a contatto con un'altra parte del corpo in modo da consentire alla corrente di scorrere.
Della corrente prodotta dallo strumento possono essere variate intensità, frequenza e pulsazione, a seconda che si abbia intenzione di tagliare o cicatrizzare. Indicata anche con le sigle DTC o DEC, la tecnica è utilizzata in dermatologia per la cura di piccole lesioni cutanee, come ad esempio verruche, condilomi, fibromi penduli, a anche in campo estetico anche per la depilazione totale.
Tecnica diagnostica che registra l'elettrocardiogramma durante l'esecuzione di un determinato sforzo fisico e non in condizioni di riposo assoluto, come avviene per l'elettrocardiogramma standard o basale. Solitamente l'elettrocardiogramma da sforzo viene registrato mentre il soggetto mette in azione un cicloergometro (una sorta di bicicletta da camera) con carichi di lavoro crescenti e controllati. In questo modo viene esaminato il comportamento del cuore in situazioni di stress e si può definire a quale livello si manifestano eventuali alterazioni di tipo ischemico, indipendentemente dall'insorgenza di una sintomatologia di tipo anginoso. La prova da sforzo è considerata "positiva" (cioè patologica) nel momento in cui compaiono alterazioni elettrocardiografiche oppure quando si è necessaria l'interruzione della prova prima del raggiungimento dei carichi massimali previsti (per età, sesso ecc.), a causa dell'insorgenza di tachicardia eccessiva, disturbi soggettivi ecc. L'elettrocardiogramma da sforzo è particolarmente utile sia nelle procedure di screening delle cardiopatie ischemiche (con una sensibilità nettamente aumentata rispetto al semplice elettrocardiogramma) sia nella valutazione della funzionalità cardiaca dei pazienti che soffrono di coronaropatia (anginosi, soggetti con pregresso infarto del miocardio): nei pazienti affetti da angina postinfartuale, con l'elettrocardiogramma da sforzo consente di definire con precisione il grado di attività fisica residua (ossia che il soggetto può ancora svolgere senza accusare disturbi) e fornire quindi precise indicazioni all'intervento di by-pass aortocoronarico.
Grafico che serve a riprodurre le variazioni elettriche che si verificano durante la contrazione cardiaca. Schematicamente è composto da tre onde positive (dirette superiormente rispetto alla linea isoelettrica di base), P, R e T, e da due onde negative Q, S (dirette inferiormente). Il tracciato elettrocardiografico ha origine con un'onda positiva P, corrispondente all'attivazione degli atri, a cui segue una breve linea che può inflettersi nell'onda negativa Q; a questa fa seguito un'altra onda R, poi l'onda negativa S: l'insieme delle onde Q, R, S va a costituire il complesso ventricolare, che esprime lo stato di eccitamento del miocardio ventricolare; l'onda T e il tratto S-T corrispondono alla fase di ripolarizzazione delle cellule miocardiche, in seguito all'avvenuta contrazione. Dopo l'onda T si osserva talvolta un'onda U. per quanto riguarda la diagnosi, l'elettrocardiogramma rappresenta l'indagine clinica di maggior importanza nella diagnostica cardiologica. Grazie alle informazioni che fornisce è infatti possibile individuare la presenza di disturbi del ritmo cardiaco, o della propagazione dell'impulso elettrico che causa la depolarizzazione delle fibre muscolari (alterazioni della conduzione), e di alterazioni miocardiche dovute a sofferenza ischemica (coronaropatie). Nel primo caso, anziché la normale sequenza degli eventi elettrici a intervalli regolari e costanti, possono essere osservati battiti prematuri, ectopici, più o meno normali sotto il profilo morfologico, oppure alterazioni più complesse del ritmo. I disturbi a carico della conduzione dell'impulso lungo il tessuto di conduzione portano a precise alterazioni elettrocardiografiche. La particolare morfologia dell'onda elettrica permette di rilevare alterazioni della diffusione dello stimolo, localizzate in una o più delle branche nelle quali il tessuto di conduzione si dirama a livello dei ventricoli. Infine, l'elettrocardiogramma consente di individuare eventuali disturbi dell'irrorazione sanguigna miocardica (insufficienza coronarica), che causano alterazioni della fase di ripolarizzazione, ossia del recupero dopo l'avvenuta depolarizzazione delle cellule. nel caso di ischemia del miocardio, il tratto S-T appare alterato, con sopra- o sottoslivellamento rispetto alla linea di base. Anche nell'infarto del miocardio l'elettrocardiogramma mostra tipiche alterazioni. Per questa malattia, infatti, rappresenta l'esame diagnostico per eccellenza. L'elettrocardiogramma si presenta alterato sia nella fase acuta della malattia infartuale, con comparsa delle caratteristiche "onde di lesione" (slivellamenti del tratto S-T), sia nella fase postacuta, evidenziando le "onde di necrosi", segno dell'avvenuta morte di una porzione di cellule miocardiche. Infine l'elettrocardiogramma è indicato per valutare lo stato di salute del muscolo cardiaco (per esempio, nella malattia arteriosclerotica, nell'ipertensione arteriosa) o per evidenziare particolari disturbi metabolici, come gli squilibri elettrolitici, intossicazione da digitalici.
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