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Improvvisi cambiamenti nella composizione del microbiota della pelle accompagnati da una maggiore produzione di sebo finiscono per creare una risposta infiammatoria che elimina il precedente scambio omeostatico ospite-microbiota, portando così alla manifestazione dell'acne.
Sperimentazioni su modello murino dimostrano che anche un incontro a breve termine con nuovi microbi può dar vita a un abbondante accumulo di linfociti T, che producono citochine pro-infiammatorie tra cui l'interleuchina 17 e l'interferone gamma.
Secondo gli autori, una produzione elevata di sebo è la precondizione affinché il Cutibacterium acnes dia il via all’infiammazione. «La ricerca futura dovrebbe concentrarsi sull'identificazione di come l'acne si risolva spontaneamente, per esempio attraverso una ridotta produzione di sebo, cambiamenti compositivi nei ceppi di C. acnes, regolazione del sistema immunitario cutaneo o migliore integrità della barriera cutanea», concludono i ricercatori.
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19/07/2021 Andrea Sperelli
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