(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) spiegano i ricercatori. “La più famosa è la tossina botulinica iniettata nei trattamenti con il Botox. La nostra idea è stata somministrare molecole di mRNA sicure, che contengono il codice per una tossina batterica, direttamente alle cellule tumorali, inducendole a produrre effettivamente la proteina tossica che le avrebbe poi uccise. È come mettere un cavallo di Troia all’interno della cellula tumorale”.
L’idea parte da tre filoni di ricerca che negli ultimi anni si sono sviluppati notevolmente come spiegano ancora gli autori nel lavoro. Il primo riguarda l’evoluzione dell’immunoterapia oncologica, che ha fornito nuove strategie per inibire la crescita delle cellule tumorali utilizzando la modulazione immunitaria. In contemporanea vi è stato uno studio approfondito delle terapie geniche suicide e le immunotossine per il trattamento dei tumori mediante citotossicità diretta delle cellule tumorali. Infine i recenti progressi nella consegna dell’mRNA hanno anche dimostrato il potenziale dei vaccini a base di mRna e degli immunomodulatori per la terapia del cancro utilizzando nanovettori per la consegna dell’mRna.
Partendo da queste premesse il team di ricerca ha per prima cosa “confezionato” l’Rna messaggero per la sintesi della proteina tossica dei batteri della famiglia delle pseudomonas. Le molecole di mRna sono state poi impacchettate in nanoparticelle di grasso e rivestite di anticorpi, per guidare le “nano-navette” verso il loro bersaglio, le cellule tumorali. Le particelle sono state iniettate in modelli animali di melanoma. Dopo una singola iniezione, il 44-60% delle cellule tumorali è scomparso completamente e in modo permanente. Il metodo è sicuro perché l’Rna messaggero entra solo nelle cellule malate. Inoltre, le cellule tumorali non possono sviluppare resistenza alla tecnologia, come spesso accade con la chemioterapia, perché si può sempre utilizzare una tossina naturale diversa.
Anche uno studio pubblicato su Science Translational Medicine dai ricercatori di Sanofi e BioNTech – l’azienda che ha sviluppato il vaccino anti-Covid per conto di Pfizer – evidenzia la capacità della tecnologia di fermare il cancro nel giro di 40 giorni su topi affetti da un modello animale di melanoma.
Gli scienziati hanno utilizzato un mix di 4 mRna per indurre le cellule immunitarie dei topi a reagire al tumore.
Gli Rna, infatti, contengono le istruzioni per produrre 4 molecole, citochine, che attivano le difese immunitarie contro il cancro. Lo studio, firmato da Christian Hotz, ha previsto la sperimentazione su 20 cavie affette da melanoma superficiale. La malattia è completamente regredita in 17 dei 20 topi coinvolti.
La terapia è stata poi somministrata ad animali con melanoma e con metastasi polmonari di melanoma, dimostrando di essere efficace anche nei polmoni, anche se iniettata solamente sulla cute nella sede del melanoma cutaneo. È probabile che le cellule immunitarie istruite contro la neoplasia siano in grado di migrare fino ai polmoni per eliminare la malattia anche al loro interno.
Le due aziende hanno avviato i primi trial clinici su oltre 200 pazienti per verificare la sicurezza della terapia.


Notizie specifiche su: Rna, melanoma, vaccino, 10/07/2023 Andrea Piccoli


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