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alla 1° pagina..) di rilascio delle gonadotropine, con il conseguente blocco dei ricettori ipofisari per il GnRH. In questo modo si evita ciò che avviene con il farmaco fino a oggi in uso, cioè l’innalzamento iniziale di testosterone, prima che se ne stabilizzi la soppressione definitiva. Alla stessa maniera e per lo stesso motivo risulta più rapida la riduzione del PSA (Antigene prostatico specifico, glicoproteina prodotta normalmente dalle cellule della ghiandola prostatica, la cui concentrazione nel sangue aumenta sensibilmente in presenza di un tumore alla prostata, di infezioni o iperplasia prostatica benigna).
Anche se i risultati conseguiti con i due tipi di farmaci alla lunga si prospettano sovrapponibili, è appurato che nei pazienti con metastasi è senz’altro evitato il fenomeno del “flare up” cioè dell’innalzamento, con il conseguente rischio di progressione della malattia.
I dati sul cancro alla prostata permangono allarmanti, la malattia in Italia il cancro è il più frequente tra i tumori maschili, con un’incidenza del 12%. Ogni anno in Italia si registrano quasi 43.000 casi con più di 9.000 decessi. Circa 23.000 nuovi casi vengono scoperti ogni anno, tra questi il 20% è già allo stadio di metastasi. Il congresso vedrà dunque riuniti specialisti a confronto per condividere le recenti innovazioni e rinnovare il dibattito per vincere il cancro alla prostata e le altre patologie uro oncologiche. “La nostra filosofia è il lavoro di gruppo. Prima di intervenire occorre definire il percorso attraverso l'interazione tra i vari specialisti, individuando il ruolo di ciascuna terapia a seconda del paziente. Non si può avere una visione solo chirurgica o solo oncologica - afferma il Professor Giuseppe Martorana, Presidente SIUrO; Ordinario di Urologia e Direttore della Clinica Urologica del Sant'Orsola – Malpighi di Bologna – Il cancro alla prostata si può vincere sia attraverso una strategia che coinvolga le singole persone sia grazie alla comunità scientifica che deve proseguire sulla via dell'interdisciplinarità”.
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Ne parla il prof. Bernardo Rocco del Gemelli di Roma
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