(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) nostro paese sono circa 7 milioni le persone, per la maggior parte donne, costrette ogni giorno a
convivere con la dolorosa realtà dell’artrosi, la cui origine è da attribuirsi a diversi fattori.
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In primo luogo all'età, poiché la cartilagine articolare si deteriora con gli anni. In secondo luogo all'eccessivo carico, che può
verificarsi in persone obese oppure a seguito di un’attività sportiva troppo intensa.
L’osteoartrosi è la seconda causa di invalidità e responsabile del 27% delle pensioni di invalidità e può
manifestarsi anche in giovane età, specie nel genere femminile. Si tratta di una patologia grave, che deve
essere affrontata tempestivamente. “ Se l’osteoartrosi non viene gestita correttamente - afferma il Prof.
Gianfranco Tajana, Ordinario di Istologia ed Embriologia alla Facoltà di Medicina dell'Università di Salerno -
nel giro di 5 anni il paziente va incontro a una riduzione della capacità lavorativa fino al 40%, in 10 anni il
50% è costretto ad abbandonare il posto di lavoro e in capo a 20 anni, nel 10% dei casi, diventa
clinicamente disabile”.

“Il problema è che la malattia viene in genere curata solo per il sintomo, cioè il dolore - sostiene il Prof.
Tajana. - Ma questo approccio, che si avvale di farmaci antidolorifici e antinfiammatori, come i FANS, oltre a
non intervenire sulla causa, comporta una serie di problemi legati agli effetti indesiderati di quei farmaci. Con
conseguenze anche economiche estremamente onerose, se si pensa che il costo sociale medio dell’artrosi è
di circa 7.000 € l’anno per paziente”. Come raccomandato dalle Società scientifiche internazionali, la
soluzione ottimale per trattare l'osteoartrosi non si basa sull'uso di farmaci antidolorifici, ma è rappresentata
dall’infiltrazione intra-articolare di acido ialuronico, per ripristinare le proprietà lubrificanti ed elastiche (c.d.
visco-elasticità) del liquido sinoviale che la malattia ha compromesso.

Gli spazi all'interno di un'articolazione come quella del ginocchio sono riempiti dal liquido sinoviale, che
svolge importanti funzioni meccaniche di lubrificazione e protezione dei tessuti articolari ed è composto in
larga parte da acqua, proteine e da glicosamminoglicani, tra cui soprattutto l'acido ialuronico. Quest'ultimo
importante elemento lubrifica e assorbe gli shock generati dal movimento. Le proprietà meccaniche del
liquido sinoviale sono strettamente correlate alle caratteristiche dell’acido ialuronico, in particolare al suo
peso molecolare, cioè alla sua massa, la quale è determinata dalla somma dei pesi atomici di tutti gli atomi
che la costituiscono. Se non è danneggiato da invecchiamento o da patologie, l'acido ialuronico normalmente
presente nelle articolazioni sane è pari a circa 10 milioni di peso molecolare (10 mil Dalton).

Certo, l’osteoartrosi è e resta una patologia cronica e tale rimane. “ Ma la visco-supplementazione con acido
ialuronico - ricorda il Prof. Tajana - oltre a rimuovere il dolore, reintegra la perdita causata dalla malattia e
può agire anche sulla patogenesi della malattia, a condizione che sia praticata correttamente e con
costanza”. Purtroppo, fino a ieri, il trattamento richiedeva 3-5 somministrazioni successive nel corso
dell’anno. " Infatti, fino a un recente passato, avevamo a disposizione acido ialuronico di peso molecolare
molto inferiore a quello normalmente presente nel cavo articolare - spiega il Prof. Tajana. “ In altre parole, la
tecnica faceva “il verso alla natura”, con il risultato di rendere necessarie numerose applicazioni per
ripristinare un'adeguata visco-elasticità".

D'altra parte, per avere successo, questo tipo di intervento deve essere effettuato in assenza di sintomi, cioè
quando il paziente non prova dolore. Un protocollo, questo, che viene frequentemente compromesso da una
compliance insufficiente del paziente: se una persona non sente dolore, in genere non si sottopone di buon
grado a numerosi cicli di una procedura medica sicura, ma delicata come la somministrazione intraarticolare.

"Oggi, siamo in grado di superare questi limiti. Qual è la novità? Che è stato realizzato un acido ialuronico
dal peso molecolare simile a quello che normalmente viene prodotto in natura - afferma il Prof. Tajana. “ Si
può dire, cioè che si è riusciti a riprodurre ciò che la natura fa normalmente". Il risultato è stato reso
possibile dall'impiego di una innovativa metodica, la tecnologia NASHA (Non Animal Stabilized HA) per la
stabilizzazione di un acido ialuronico di sintesi di origine non animale, ma batterica, che permette di ottenere
un prodotto di elevata purezza, sovrapponibile a quello prodotto dall’organismo umano, annullando il rischio
di reazioni anafilattiche presente in altri prodotti.

" Lo straordinario vantaggio di questo prodotto è che, a differenza degli altri preparati fino a ieri disponibili, è
sufficiente praticare una sola infiltrazione l'anno oppure dopo 8-9 mesi - afferma il Prof. Tajana. “ È una vera
rivoluzione, sia dal punto di vista biologico, perchè abbiamo a disposizione una molecola di sintesi
equivalente a una molecola naturale, sia dal punto di vista clinico, perchè avere a disposizione acido
ialuronico NASHA ci permette di pianificare un protocollo di trattamento davvero efficace ed estremamente
interessante per il paziente".

L'acido ialuronico prodotto con tecnologia NASHA, è un dispositivo medico indicato nel trattamento
sintomatico dell’osteoartrosi del ginocchio e dell’anca e, rispetto agli altri prodotti fino a ieri disponibili,
presenta numerosi vantaggi: è il primo acido ialuronico che permetta un trattamento in un’unica
somministrazione, con minori disagi per il paziente, e che consenta una reale e prolungata viscosupplementazione.
Ed è efficace sin dal primo giorno: non è, dunque, necessario attendere 3 o 5 settimane
per ottenere l'eliminazione del dolore, riducendo così il consumo di farmaci sintomatici in attesa dell’effetto voluto.
E con una sola applicazione e quindi una sola seduta ortopedica, invece di 4-5 sedute e relative infiltrazioni, l'acido ialuronico NASHA permette di conseguire anche un risparmio economico, riducendo sia pur lievemente il costo annuo del trattamento.
Notizie specifiche su: infiltrazione, osteoartrosi, 11/06/2014


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