Anche dalle urine sarà possibile individuare la presenza dei prioni, i depositi di proteine anomale alla base del danno cerebrale prodotto dal morbo di Creutzfeldt-Jakob, la variante umana del morbo della mucca pazza.
A scoprirlo è un gruppo di ricercatori del Medical Research Council, che hanno pubblicato sulla rivista Jama Neurology gli esiti del proprio studio.
Il morbo di Creutzfeldt-Jakob è una malattia neurodegenerativa rara e conduce alla morte chi ne è colpito. Nella maggior parte dei casi, la malattia è sporadica. Nei restanti casi l'origine è di tipo genetico o iatrogeno, cioè provocata da trattamenti medici come ad esempio l'iniezione di ormoni della crescita.
A metà degli anni '90 la malattia divenne famosa per via di alcuni casi di contagio avvenuti in seguito al consumo di carne bovina infetta. Allo stato attuale non esiste un test che riveli con facilità la presenza della malattia.
Nella maggior parte dei casi, infatti, la diagnosi avviene post-mortem, quando è possibile individuare depositi di proteine prioniche.
I ricercatori inglesi diretti da Graham Jackson hanno studiato un metodo per rilevare i prioni già nelle urine del paziente.
Gli scienziati hanno esaminato campioni di urina di 162 persone: 91 sane, 34 affette da malattia neurologica ma non da Creutzfeldt-Jakob e 37 con morbo di Creutzfeldt-Jakob.
Il test ha individuato poco meno della metà dei casi di Creutzfeldt-Jakob, ma in compenso non ha avuto falsi positivi. I ricercatori puntano quindi ora a migliorare il test in maniera tale che possa rilevare con affidabilità ogni caso di mucca pazza nella sua variante umana.
«Anche se non esiste attualmente alcuna cura per questa malattia, una diagnosi accurata e precoce è estremamente importante per i pazienti e le loro famiglie», ha concluso Jackson.
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