Uno studio apparso sull'American Journal of Clinical Nutrition segnala l'efficacia degli acidi grassi Omega-3 nella riduzione delle probabilità di infezione da Sars-CoV-2 e di esito grave di Covid-19.
«Questi risultati supportano la pratica di aumentare il consumo di integratori di olio di pesce o pesce grasso come il salmone come potenziale strategia di riduzione del rischio per il COVID-19», afferma William Harris della University of South Dakota, autore principale dello studio.
Gli scienziati americani hanno valutato il rischio per test positivo, ricovero e morte per Covid-19 in funzione dei livelli plasmatici di DHA al basale in 110.584 soggetti (con ricovero e decesso) e 26.595 soggetti sottoposti a test (risultato positivo del test PCR COVID-19) arruolati alla UK Biobank.
I livelli di DHA sono stati misurati attraverso spettroscopia di risonanza magnetica nucleare e convertiti in indice Omega-3 per l'analisi. I soggetti che si trovavano nel quinto quintile - cioè quelli con i livelli più alti di Omega-3 - mostravano il 21% di probabilità in meno di risultare positivi rispetto a quelli che si trovavano nel primo quintile. Inoltre, avevano anche il 26% di probabilità in meno di essere ricoverati in ospedale.
Il rischio di decesso è risultato inferiore fino al quarto quintile, ma nel quinto la riduzione del rischio è stata parzialmente attenuata, ed è diventata non significativa. I valori stimati dell'indice Omega-3 nei cinque quintili di DHA variavano dal 3,5% (quintile 1) all'8% (quintile 5).
Da notare che Corea del Sud e Giappone hanno segnalato una gravità bassa di Covid-19: si tratta di paesi in cui gli indici di Omega-3 nei soggetti sani sono rispettivamente dell'8-12% e del 7-11% rispetto al 4-5% delle popolazioni occidentali.
In un editoriale di accompagnamento, Philip Calder della University of Southampton sostiene che si dovrebbe incoraggiare il consumo di più acidi grassi Omega-3 a catena lunga (EPA e DHA) come strategia per ridurre l'impatto dell'attuale pandemia da SARS-CoV-2 e di futuri focolai di infezione da virus respiratorio.
Fonte: American Journal of Clinical Nutrition 2023. Doi: 10.1016/j.ajcnut.2022.11.011
AJCNUT
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