Danzare fa bene a chi è affetto da Parkinson. Lo ha rivelato un lavoro pubblicato su Brain Science dagli specialisti del dipartimento di neuroriabilitazione di Villa Margherita KOS, centro di riferimento nazionale per la riabilitazione neurologica.
Lo studio, nato nell'ambito del programma di danza artistica multisensoriale Dance Well, evidenzia miglioramenti significativi nelle funzioni motorie dei pazienti rispetto alla fisioterapia convenzionale.
Lo studio pilota ha valutato l'efficacia, la fattibilità e la sicurezza di un programma di danza artistica multisensoriale per pazienti con malattia di Parkinson in fase iniziale-media.
Il campione, formato da 24 pazienti, è stato assegnato a due sottogruppi: il primo ha partecipato al programma Dance Well, mentre il secondo ha seguito la fisioterapia convenzionale. Prima e dopo il programma di riabilitazione sono stati valutati parametri motori, cognitivi ed emotivo-motivazionali.
Dai risultati sono emersi in entrambi i gruppi miglioramenti evidenti, ma l'incremento maggiore nelle misure di attenzione e motivazione è stato registrato nel gruppo Dance Well.
"Confermiamo con questo lavoro un dato di esperienza importante e percepito dai pazienti e dagli operatori. Viene confermata anche la validità di iniziative riabilitative complementari, comunitarie e relativamente semplici da attuare che possono essere replicate sul territorio. Il progetto Dance Well rappresenta un approccio promettente e innovativo per la riabilitazione dei pazienti con Parkinson, integrando arte, musica e danza", spiega Daniele Volpe, direttore Centro Parkinson, Villa Margherita KOS.
La musica e la danza sembrano favorire la riorganizzazione delle reti cerebrali a vari livelli, influenzando positivamente la sincronizzazione, il ritmo, la coordinazione motoria, la motivazione e l'emozione. La terapia artistica ha dimostrato inoltre di poter migliorare le abilità visuo-cognitive complessive e le strategie di esplorazione visiva, oltre alla funzione motoria generale.
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