Le abitudini alla guida sono una spia delle apnee notturne

Abbassare il finestrino e cantare possono nascondere un disagio

Abbassare il finestrino per prendere aria, mettersi a cantare, bere caffè sono solo tre di diversi espedienti utilizzati per cercare di non addormentarsi alla guida. Se questi piccoli accorgimenti tendono ad accumularsi allora sarebbe meglio farsi visitare per la probabile presenza di un'apnea del sonno.
A dirlo è uno studio pubblicato su ERJ Open Research da un team del St James's University Hospital di Leeds, che ha preso in esame 119 soggetti colpiti da apnee del sonno e altre 105 persone sane come gruppo di controllo.
Tutti i volontari hanno risposto a questionari sulla sonnolenza in generale, sulla sonnolenza alla guida, sulle strategie utilizzate per rimanere vigili al volante ed eventuali incidenti stradali in cui fossero stati coinvolti.
È così emerso che i soggetti con apnee tendevano a utilizzare più strategie per rimanere vigili rispetto al gruppo dei soggetti sani. Quasi un terzo delle persone con apnee ha affermato di utilizzare frequentemente più di tre espedienti alla guida per rimanere vigili.
In nessun caso, i soggetti che non avevano problemi di apnee hanno utilizzato più di 3 strategie fra le seguenti: abbassare il finestrino, bere tè o caffè, accendere la radio, cantare o parlare da soli, cambiare posizione sul sedile, masticare una gomma o mangiare, fermarsi a fare una passeggiata, agitarsi o fare esercizio, fermarsi per un pisolino e fermarsi per lavarsi la faccia con acqua fredda.
Chi utilizzava più di 3 trucchi alla guida era in genere più assonnato degli altri e aveva maggiori probabilità di subire un incidente, il 22,8% contro il 2,4% dei pazienti di controllo.
«Chiedere informazioni su queste strategie in clinica può aiutare i medici a identificare i pazienti che sono a rischio di incidenti di guida e a consigliarli adeguatamente per arrivare a una diagnosi», commentano gli autori dello studio.
Scoprire la presenza di apnee notturne è fondamentale per curare i disturbi collegati. La ridotta ossigenazione del sangue può avere effetti negativi sull'apparato cardiocircolatorio, aumentando il rischio di sviluppare ipertensione (più evidente nel sesso maschile), fibrillazione atriale, infarto e ictus.
Il sonno continuamente interrotto, inoltre, induce sonnolenza diurna. I potenziali rimedi però esistono, dalla semplice perdita di peso alla terapia posizionale, ovvero dormire sul fianco, fino alla chirurgia. Si possono inoltre utilizzare apparecchi specifici per la ventilazione con maschere a pressione positiva o CPAP.

05/02/2024 12:45:00 Andrea Sperelli


Notizie correlate