(2° pagina) (Torna
alla 1° pagina..) sorveglianza virologica e genomica, compresa la sorveglianza delle acque reflue, se possibile. Ciò significa investire e salvaguardare la forza lavoro sanitaria la cui situazione precaria in molti luoghi potrebbe minare l'effettiva erogazione dei servizi sanitari".
Le tre parole chiave da tenere in considerazione secondo Kluge sono: Scienza, Sorveglianza, Responsabilità. Kluge si è soffermato anche sulle misure precauzionali adottate dai paesi per proteggere le popolazioni "in attesa di informazioni più dettagliate dalla Cina condivise tramite database accessibili al pubblico. Per quei Paesi della nostra regione che stanno introducendo tali misure di viaggio precauzionali in questo momento, chiediamo che siano radicate nella scienza, proporzionate e non discriminatorie" ha concluso il direttore regionale per l'Europa.
A confermare l'efficacia di uno degli strumenti indicati dall'Oms, ovvero le mascherine, è uno studio pubblicato sull’American Journal of Infection Control che ha analizzato l’efficacia delle mascherine facciali su adulti arruolati da aprile 2020 a giugno 2021 nel North Carolina COVID-19 Community Research Partnership (NC-CCRP) e monitorati con sondaggi giornalieri online fino a fine febbraio 2022.
Ai volontari sono state poste domande semplici che prevedevano la risposta “sì/no”, ad esempio "Ha avuto sintomi riconducibili al Covid-19?"; "È risultato positivo a un test Covid?", "Ha avuto contatti a meno di 2 metri con un caso Covid accertato?"; "Ha indossato una mascherina oggi?"; "Nei 10 giorni antecedenti i sintomi, c'è stato almeno un giorno in cui non ha indossato mascherine protettive?".
Lo studio ha distinto 3 fasi della pandemia: periodo pre-Delta, a predominanza Delta e post-Delta ovvero a predominanza Omicron.
Nell'analisi finale (cioè in coloro che avevano effettivamente compilato il test completo quotidianamente) c'erano 27.813 controlli negativi e 3901 casi positivi. La maggior parte dei casi (42,5%) proveniva dal periodo pre-Delta, seguito dai periodi Omicron (40,5%) e Delta (17,1%). Il maggior uso delle mascherine si è manifestato nelle fasi iniziali della pandemia, cioè prima della variante Delta, mentre è calato progressivamente con l’avvento di Delta prima e di Omicron poi.
Durante il periodo pre-Delta, le probabilità di infettarsi con il Sars-CoV-2 erano superiori del 66% tra coloro che indossavano con meno costanza la mascherina. Durante il periodo a predominanza Delta, i risultati sono stati simili con un 53% di probabilità in più di infezione.
L’associazione si è ridotta ma è rimasta significativa durante il periodo di prevalenza di Omicron. In quest’ultimo caso le probabilità di infettarsi erano superiori del 16% per chi non indossava la mascherina nei 10 giorni antecedenti la comparsa dei sintomi o il test positivo. Ciò dimostra l’estrema capacità infettiva di Omicron.
Tuttavia, lo studio dimostra che il mancato utilizzo delle mascherine comporta una maggiore probabilità di infezione, malgrado un progressivo ridursi dell’efficacia con la comparsa di nuove varianti. Oltre all’intrinseca maggiore capacità infettiva delle nuove varianti, il calo di efficacia delle mascherine è spiegabile, secondo gli esperti, con una serie di fattori come una generale minore attenzione rispetto ai contatti con persone positive e la ripresa delle attività e dei contatti sociali.
Fonte: AJIC
Leggi altre informazioni
Notizie specifiche su:
coronavirus,
mascherine,
infezione,
07/02/2023 Andrea Sperelli
Puoi
fare una domanda agli specialisti del forum
e iscriverti alla newsletter,
riceverai le notizie più importanti. |