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alla 1° pagina..) meccanismi di resistenza agli antibiotici che ne inibiscono la crescita, ma C26 agisce prima che i batteri penetrino nei tessuti.
"Questo consente un effetto specifico e mirato - afferma Wagner - per cui le probabilità di sviluppare resistenza sarebbero notevolmente più basse rispetto a quanto osservato finora".
"Abbiamo eseguito numerosi test - aggiunge Boudrioua - e abbiamo scoperto che C26 potrebbe interrompere precocemente il processo di infezione da Salmonella a livello del regolatore centrale HilD. Questa sostanza sembra avere un effetto specifico sul patogeno e non interferisce con il microbioma umano benefico".
"Si tratta di un percorso ancora molto lungo - conclude Karla Pollmann, presidente e vice-cancelliera dell'Università di Tubinga - ma potremmo realizzare patobloccanti destinati non solo all'uso umano, ma anche per la medicina veterinaria. A differenza degli antibiotici, che danneggiano in molti modi anche la flora batterica intestinale utile ai pazienti, queste sostanze non dovrebbero avere effetti negativi sull'organismo e sul suo microbioma".
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15/04/2025 Andrea Sperelli
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