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alla 1° pagina..) tipiche che annunciano l’attacco in arrivo.
Il modello matematico sviluppato dagli scienziati americani mette insieme gli indici di epilettogenicità dei tracciati EEG con la ritmicità infradiana e multidiana delle fasi intercritiche, cioè dei periodi liberi che intercorrono fra un attacco e l’altro, formulando un cronotipo che si basa su un modello statistico dinamico in grado di prevedere se non l’ora almeno il periodo della prossima crisi.
Per cronotipo si intende la predisposizione che ognuno di noi ha ad attivarsi maggiormente in particolari momenti della giornata.
Nell’attacco epilettico si verifica una vera e propria tempesta elettrica, lo studio rivela la presenza di alterazioni anche nelle fasi di benessere. L’algoritmo sarebbe in grado di interpretare quando queste alterazioni arrivano vicino alla crisi, predicendone di fatto la comparsa.
Una scoperta che potrebbe avere risvolti fondamentali: ad esempio aiuterà i pazienti a evitare di mettersi in situazioni pericolose come guidare l’auto. In prospettiva potrebbe addirittura aiutare a scongiurare le crisi, indicando il momento migliore per ricorrere ai trattamenti a rapida azione sottolinguali come le benzodiazepine gabaergiche, che hanno rivelato la loro ottima efficacia soprattutto nei bambini.
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13/12/2022 Andrea Sperelli
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