Anche i videogiochi evolvono, e pare che lo facciano per il meglio, secondo una ricerca della Curtin University di Perth. Nei giochi elettronici di ultima generazione, infatti, i movimenti richiesti per il loro funzionamento aumentano, determinando un sia pur lieve incremento dell'attività fisica dei bambini rispetto agli anni passati.
Leon Straker, direttore del programma di riabilitazione presso l'ateneo australiano, ha pubblicato gli esiti del suo studio sul British Medical Journal: “è noto che l'attività fisica fa bene alla salute, specie in un mondo sempre più tecnologico e sedentario, dove la maggior parte dei bambini dei paesi sviluppati ha una esposizione ai giochi elettronici fra 38 e 90 minuti giornalieri”.
Mentre i giochi elettronici della prima generazione sono del tutto paragonabili alla televisione in termini di aumento della sedentarietà e riduzione dell'attività fisica dei bambini, quelli di nuova fattura, caratterizzati dall'uso di accelerometri e sensori del movimento, sembrano aver invertito la tendenza, aumentando la spesa energetica necessaria.
I ricercatori australiani hanno misurato le variazioni di attività fisica in un gruppo di 56 bambini fra i 10 e i 12 anni dopo aver sostituito i vecchi giochi con versioni attive di nuova generazione. “Per un periodo di 8 settimane l'uso quotidiano di videogames in casa è stato vietato, e i livelli di attività fisica sono stati misurati con un accelerometro. Poi i bambini, divisi a caso in due gruppi, hanno avuto di nuovo accesso ai videogames, tradizionali o attivi, per altre 8 settimane”, spiega Straker.
Nella prima fase, l'abbandono dei vecchi videogiochi ha determinato un lieve aumento dell'attività fisica complessiva dei bambini, pari a circa 4 minuti al giorno. Nella seconda fase, la sostituzione dei giochi ha avuto come effetto un aumento di attività fisica pari a 3,2 minuti al giorno.
Si tratta di lievi differenze che tuttavia potrebbero risultare importanti, come spiega Straker: “piccole differenze che, a causa dei rapido aumento dei livelli di esposizione dei bambini ai giochi elettronici su computer, tablet e smartphone, potrebbero comportare un impatto clinico più sostanziale se i videogames classici venissero sostituiti con versioni attive. Inoltre, rimpiazzare i vecchi giochi con quelli più recenti potrebbe essere più facile per i genitori che sostenere un divieto assoluto”.
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