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alla 1° pagina..) la sicurezza e l’efficacia di un innovativo agonista sintetico del recettore della orexina.
È emerso che l’assunzione di questo composto ha determinato la scomparsa di tutti i sintomi della narcolessia. Dati che potrebbero essere definiti ottimi, se lo studio non fosse stato interrotto prima del previsto a causa della comparsa di episodi di epatotossicità in alcuni pazienti. Nonostante ciò, i dati raccolti indicano una nuova strada per il trattamento innovativo di questa malattia rara e invalidante.
L’orexina è il peptide scoperto negli anni 2000, responsabile del funzionamento di un network cerebrale adibito al mantenimento dello stato di veglia. La sua carenza è da allora il marker biologico della malattia che dal 2014 è stata rinominata narcolessia di tipo 1 per distinguerla da altre forme con orexina normale.
La scoperta dell’orexina ha aperto la strada a molteplici e diverse ricerche, tra cui quest’ultima, a cui hanno preso parte, oltre all’Italia, i più importanti laboratori internazionali per lo studio dei disturbi del sonno presenti negli Stati Uniti, in Giappone, in Francia, in Olanda e in Spagna.
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01/09/2023 Arturo Bandini
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