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alla 1° pagina..) Dengue, trasmesso da alcune specie di zanzare, infetta ogni anno circa 400 milioni di persone nelle aree più calde del pianeta, causando più di 3 milioni di morti. Il cambiamento climatico sta inoltre ampliando l’habitat delle zanzare portatrici del virus e questo sta provocando nuove epidemie di Dengue in un numero sempre maggiore di paesi. Anche in Italia, in seguito al continuo aumento di casi, la malattia è al centro di un’allerta sanitaria.
A oggi non esiste una terapia efficace contro la malattia e le azioni di bonifica ambientale contro le zanzare non sono in grado di eliminare completamente il rischio di epidemie. L'unica strategia per la prevenzione è quindi quella legata al vaccino: approvato in Europa nel dicembre del 2022, TAK-003, meglio noto come Qdenga, ha mostrato risultati molto promettenti. Finora però non era disponibile una stima complessiva sulla sua efficacia e sicurezza.
Gli studiosi hanno quindi esaminato e incrociato i dati dei 19 studi scientifici realizzati fino ad oggi sul vaccino, per trovare solide evidenze della sua capacità di combattere la malattia. Nel complesso sono stati presi in considerazione i casi di oltre 20.000 individui coinvolti nei diversi test, anche a distanza di più di un anno dall'ultima somministrazione, sia con una sola dose che con entrambe le dosi previste per la vaccinazione completa.
I risultati mostrano che il vaccino riduce di oltre il 50% il rischio di contrarre la malattia, con un elevato profilo di sicurezza. Tra chi ha ricevuto entrambe le dosi previste, più del 90% ha sviluppato gli anticorpi contro la Dengue, e la risposta è molto positiva anche tra chi ha ricevuto solo una dose: più del 70% degli adulti e più del 90% dei bambini e adolescenti sviluppano gli anticorpi.
"Considerati i risultati ottenuti in termini di sicurezza, immunogenicità ed efficacia, la somministrazione di due dosi può senza dubbio rappresentare uno strumento fondamentale per la prevenzione della Dengue", conferma Maria Elena Flacco, direttrice della Scuola di Specializzazione di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Ferrara e prima autrice dello studio. "Il vaccino attualmente disponibile può essere quindi molto utile non solo per le popolazioni delle aree endemiche, ma anche per i viaggiatori provenienti da aree non a rischio". Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Vaccines.
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23/07/2024 Andrea Sperelli
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