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alla 1° pagina..) Ma in che modo lo fa? I ricercatori danesi hanno analizzato i dati del Registro civile nazionale confrontando le condizioni psico-fisiche di due gruppi di novantenni: “il primo comprendeva le persone nate nel 1905 ancora viventi nel 1998, con 2.262 individui tra 92-93 anni. L’altra era fatta da tutti i nati nel 1915 ancora vivi nel 2010: 1.584 persone di 94-95 anni. In tutti i partecipanti sono state valutate con appositi test le capacità cognitive e l’autonomia nello svolgimento delle normali attività della vita quotidiana”.
Dai risultati emerge che i nati nel 1915 avevano un terzo di probabilità in più di raggiungere i 95 anni rispetto a quelli nati nel 1905, mostrando anche risultati migliori nei test congnitivi: “le migliori prestazioni della coorte 1915 suggeriscono che i cambiamenti in fattori quali l'alimentazione, il carico di malattie infettive, l'ambiente di lavoro, gli stimoli intellettuali e le condizioni generali di vita giocano un ruolo importante nel miglioramento dello stato fisico e cognitivo”, commenta Christensen.
Un editoriale di commento redatto da Marcel Olde Rikkert e Rene Melis del Radboud University Medical Centre di Nijmegen, nei Paesi Bassi, si mostra soddisfatto dei risultati: “chi era preoccupato dalla prospettiva di un forte aumento di demenza e disabilità nei grandi anziani può rasserenarsi leggendo i dati presentati da Christensen e colleghi”.
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17/07/2013 Arturo Bandini
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