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alla 1° pagina..) irreversibili delle delicate strutture del naso, simili a ciò che avviene in coloro che fanno abuso di cocaina. L'aria non segue più un flusso dinamico ma turbolento e il paziente non percependo più il flusso dell’aria per la distruzione dei recettori mucosali, lamenta un'ostruzione cronica". Spesso si accompagna a infezioni locali: sulle croste si annidano dei patogeni che provocano una particolare forma di rinite cronica con la percezione di cattivo odore continuo, un sintomo molto fastidioso che penalizza la qualità della vita del paziente.
Esistono varie tecniche per ricostruire i turbinati inferiori. Quella ideata dal professor Di Girolamo prevede di ruotare lateralmente la mucosa dal pavimento del naso dello stesso paziente senza utilizzare materiali estranei o prelevati da altre zone, ad eccezione di un inserto di cartilagine del padiglione auricolare. "La popolazione che finora si è sottoposta all'intervento, fra il 2019 e quest'anno, fa parte della fascia di età fra i 40-50 anni – commenta il professore -. I risultati sono molto buoni anche in base ai test specifici. La modalità è in day hospital, con un recupero ottimale in pochi giorni e senza rischio di rigetto perché il tessuto è autologo e proviene dalla stessa sede. Per ottimizzare la neostruttura inoltre è possibile intervenire con delle iniezioni di acido ialuronico per aumentarne il volume".
L'intervento è stato descritto nel volume curato dal professor Di Girolamo, dal titolo Atrophic rhinitis. From the voluptuary nasal pathology to the empty nose syndrome, pubblicato a settembre dalla Springer, la prestigiosa casa editrice specializzata in testi scientifici. L'opera contribuisce a una più completa conoscenza della sindrome grazie a una attenta revisione della letteratura e alla collaborazione dei maggiori esperti internazionali.
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15/09/2020 Andrea Sperelli
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