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Per accompagnare le pazienti fratturate di femore dal momento della dimissione dall’ospedale lungo tutto il periodo post-operatorio è nato l’opuscolo “Fratture di femore e altre fratture da fragilità ossea. 10 +1 consigli per non ricascarci”, prima e unica guida pratica italiana in quest’area terapeutica, presentata in anteprima nel corso del IXX Congresso Nazionale della SIOT, Società Italiana di Ortopedia, in corso a Roma dal 22 al 25 novembre.
«La frattura del collo del femore è una delle più frequenti fratture da fragilità ossea causata dall’osteoporosi severa – dichiara il Prof. Paolo Cherubino, Presidente della Società Italiana di Ortopedia –. Non sempre, infatti, l’evento traumatico è l’unico responsabile della frattura: spesso il femore si frattura perché l’osso è fragile e non regge ad urti anche minimi che, invece, in condizioni di normalità sarebbero stati sopportati senza problema. Le fratture da fragilità, ed in particolare quelle del femore, hanno un elevato impatto sociale. Entro un anno dall’evento fratturativo, il 40% non è in grado di camminare autonomamente e più del 60% presenta limitazioni anche nelle più semplici attività quotidiane quali mangiare, vestirsi e lavarsi. Inoltre un paziente con frattura di femore ha il 20% di rischio di andare incontro alla frattura del femore controlaterale. La presenza di una frattura da fragilità infatti aumenta in modo significativo il rischio di avere una successiva frattura. Come ortopedici, ovvero come primi e spesso unici specialisti di riferimento nella gestione dei paziente con frattura da fragilità, dobbiamo purtroppo rimarcare come ancora oggi, nel 70% dei casi la frattura del femore sia associata a pregresse fratture vertebrali spesso misconosciute che possono rappresentare un campanello d’allarme da non sottovalutare. L’approccio alla frattura di femore, come alle altre fratture da fragilità, non deve essere rivolto esclusivamente al trattamento chirurgico, ma deve essere invece parte di un percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale che permetta di inquadrare la patologia di base, l’osteoporosi severa, trattandola efficacemente per prevenire ulteriori fratture. Questa guida pratica redatta dalla SIOT, insieme alle altre Società Scientifiche che dal 2011 promuovono la Campagna “Stop alle Fratture”, si propone di illustrare, con un linguaggio semplice e diretto, proprio questi concetti, sottolineando ai pazienti, ai loro familiari e al personale rivolto alla loro assistenza l’importanza di mettere in sicurezza l’ambiente domestico, di adottare stili di vita corretti e moderatamente attivi, di non trascurare le visite periodiche di controllo e, soprattutto, di assumere correttamente, secondo le indicazioni fornite dal medico, i farmaci prescritti per il trattamento dell’osteoporosi, in associazione ad una giusta quantità di vitamina D e di calcio».
Soltanto in Italia, l’osteoporosi è una patologia che oggi riguarda circa 5.000.000 di persone, di cui l’80% sono donne in post-menopausa. In pratica, considerando l’intera popolazione over 50 anni, 1 donna su 3 è affetta da osteoporosi. La fragilità ossea, conseguenza dell’osteoporosi severa, è invece responsabile di oltre 280.000 fratture, il 70% delle quali riguarda il femore.
«Il progressivo invecchiamento della popolazione – precisa il Prof. Umberto Tarantino, Presidente GISOOS (Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell’Osteoporosi Severa) – determina inevitabilmente un incremento delle patologie croniche correlate all’età come l’osteoporosi che, negli ultimi decenni, è diventata una vera e propria priorità sanitaria e sociale. Stando alle stime, riteniamo infatti che nei prossimi 40 anni, in assenza di interventi terapeutici mirati a tutta la popolazione a rischio, assisteremo al raddoppiarsi dell’incidenza delle fratture da fragilità ossea. Per questo sono fondamentali iniziative di comunicazione rivolte alle pazienti, proprio come questa nuova guida il cui scopo è spiegare cos’è l’osteoporosi, cosa sono le fratture da fragilità ossea, come quelle del collo del femore, e come ridurre il rischio di fratturarsi nuovamente. Trascurare la cura della patologia scheletrica che è alla base delle fratture da fragilità significa, infatti, perdere un’importantissima opportunità per prevenire il rischio di ulteriori fratture. È perciò fondamentale definire un accurato ed appropriato approccio diagnostico-terapeutico per i soggetti con frattura da fragilità, in cui vi sia condivisione sulle indagini diagnostiche da effettuare e su quali terapie farmacologiche utilizzare. Un percorso nel quale l’ortopedico deve far parte di un team multidisciplinare che possa garantire un trattamento mirato, basato su una sinergia stabile tra le diverse specialità favorendo la nascita delle cosiddette Fragility Fracture Unit».
L’opuscolo “Fratture di femore e altre fratture da fragilità ossea. 10 +1 consigli per non ricascarci” sarà disponibile, a partire dal mese di dicembre, nei principali Centri per il trattamento dell’Osteoporosi severa presenti su tutto il territorio nazionale, oltre che scaricabile online anche dal sito www.stopallefratture.it.
10 + 1 CONSIGLI UTILI PER NON RICASCARCI
1 La tua frattura è dovuta a fragilità ossea, quindi all’osteoporosi severa: ricordalo!
2 Calza scarpe con tacchi bassi e suole antiscivolo e metti in sicurezza la tua casa (rimuovi gli oggetti sparsi sul pavimento, evita le superfici scivolose e i tappeti che potrebbero farti inciampare o cadere. Presta attenzione anche agli animali domestici).
3 Non rimanere da sola, specialmente subito dopo la dimissione dall’ospedale, ma cerca di farti assistere da un familiare o da una persona di fiducia.
4 Ricorda che un’attività fisica moderata ma regolare aiuta a migliorare la forza muscolare, l’agilità e l’equilibrio, riducendo il rischio di cadute.
5 Dopo un intervento di frattura di femore utilizza correttamente il bastone per camminare, adeguandolo alla tua statura e portandolo dal lato non fratturato.
6 Presta attenzione al tuo peso corporeo: evita l’eccessiva magrezza e anche il sovrappeso perché possono mettere a rischio la salute delle tue ossa.
7 Assumi correttamente, secondo le indicazioni fornite del tuo medico, i farmaci per l’osteoporosi che ti sono stati prescritti insieme al calcio e alla vitamina D.
8 Effettua periodicamente le visite mediche di controllo.
9 Esegui gli accertamenti diagnostici, come la MOC e la radiografia della colonna vertebrale, per poter seguire nel tempo l’evolversi della patologia.
10 Non sottovalutare la comparsa di un dolore insolito e prolungato alla schiena ma informa subito il tuo medico.
10+1 Non pensare che la fragilità ossea e le sue possibili conseguenze (frattura del collo del femore, delle vertebre, del polso, etc.) possano condizionarti nella vita attiva e di relazione. Grazie ai benefici di un’appropriata terapia farmacologica e seguendo stili di vita corretti potrai ritornare alle tue solite abitudini, con un minor rischio di fratturarti nuovamente.
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22/11/2014 Arturo Bandini
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