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alla 1° pagina..) ottenute al basale. Il gruppo 1 (2.837 persone) aveva livelli di lipoproteina(a) inferiori a 50 mg/dL e assenza di ipertensione, il gruppo 2 (615 persone) lipoproteina(a) ≥50 mg/dL e assenza di ipertensione, il gruppo 3 (2.502 persone) lipoproteina(a) <50 mg/dL e ipertensione, e il gruppo 4 (720 persone) lipoproteina(a) ≥50 mg/dL e ipertensione. I partecipanti sono stati seguiti per una media di circa 14 anni e sono stati monitorati gli eventi cardiovascolari, tra cui infarto, arresto cardiaco, ictus o morte per malattia coronarica.
È emerso che 809 di loro ha subito un evento cardiovascolare di qualche tipo. I livelli di lipoproteina(a) hanno avuto un effetto statisticamente significativo sullo stato di ipertensione. Rispetto al gruppo 1, il gruppo 2 non presentava un aumento del rischio di eventi cardiovascolari. I partecipanti nei gruppi 3 e 4, tutti affetti da ipertensione, hanno dimostrato invece un aumento statisticamente significativo del rischio di eventi cardiovascolari rispetto a quelli del gruppo 1. «Il fatto che la lipoproteina(a) sembri modificare la relazione tra ipertensione e malattie cardiovascolari è interessante e suggerisce importanti interazioni o relazioni tra ipertensione, lipoproteina(a) e malattie cardiovascolari, e saranno necessarie ulteriori ricerche a riguardo», concludono gli autori.
Fonte: Hypertension 2022. Doi: 10.1161/HYPERTENSIONAHA.122.20189
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17/01/2023 Andrea Piccoli
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