L’analisi dell’espressione di tre geni associati all’invecchiamento può aiutare a capire quali tumori alla prostata siano realmente a basso rischio e quali no. A dirlo è una ricerca pubblicata su Science Translational Medicine da un gruppo di ricercatori dell’Herbert Irving Comprehensive Cancer Center presso la Columbia University.
Lo studio appare di fondamentale importanza nel processo di individuazione del criterio più adeguato per distinguere le forme aggressive da quelle più leggere.
L’autrice dello studio Cory Abate-Shen, docente di urologia oncologia alla Columbia, spiega: “la maggior parte dei carcinomi prostatici diagnosticati ogni anno è indolente e resta tale, ma un biomarker basato sui tre geni che abbiamo identificato potrebbe aiutare a risolvere il dilemma diagnostico e assicurarci che i pazienti non vengano trattati né troppo né troppo poco”.
È determinante per i ...
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