Non esiste ancora una terapia valida per la cura del glioblastoma, ma un nuovo studio propone un metodo differente per la diagnosi che può predire la sopravvivenza del paziente.
Secondo i ricercatori delle università di Padova, Berlino e Bordeaux e dell'Istituto oncologico veneto (Iov) di Padova, è la localizzazione del tumore a fare la differenza. Se la neoplasia si sviluppa in aree ad alta densità di fibre, la sopravvivenza del paziente dal momento della diagnosi è più breve; al contrario, quando il glioblastoma si localizza in regioni cerebrali a bassa densità di fibre, la prognosi è migliore.
Oltre ai neuroni, nel cervello si trova il connettoma, ovvero l’insieme delle fibre che collegano le varie aree cerebrali. Lo studio dimostra che la prognosi dipende dalla densità di connessioni strutturali nell’area di sviluppo del cancro.
Lo studio, pubblicato su Jama Neurology, è stato ...
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