Qualche giorno fa il prof. Andrea Crisanti, infettivologo dell’Università di Padova, aveva posto dubbi sull’efficacia dei test rapidi antigenici, affermando che almeno il 30 per cento di essi mostra un risultato errato.
Un nuovo studio sembra ora dargli ragione, ampliando semmai la percentuale di errore, pari secondo i dati al 50 per cento. In sostanza, un test su due offre un risultato non attendibile.
A dirlo è uno studio del Centro di biotecnologie avanzate Ceinge di Napoli finanziato dalla Regione Campania. Secondo le conclusioni, i tamponi rapidi – quelli tanto utilizzati in farmacia da chi non vuole vaccinarsi ma ha bisogno del green pass per lavorare – avrebbero una sensibilità del 50 per cento, mentre quelli salivari farebbero ancora peggio con una sensibilità fra il 20 e il 30 per cento.
«Si ritiene che i test rapidi basati sulla ricerca antigenica di Covid per ora non ...
(Continua)
leggi la 2° pagina
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
Questa pagina è stata letta
322465 volte